25 marzo 2022

Conclusione Summit Mondiale 2022

Con la Cerimonia Interconfessionale dell’Acqua della Pace officiata da quattordici leader religiosi, seguita dalla preghiera della Pastora Paula White e sulle note dell’Inno della Pace, si è aperta la terza giornata del Summit 2022.

di Vittorio Patanella

“Nonostante le nostre ardenti aspirazioni e i vari sforzi profusi non siamo stati capaci di raggiungere una durevole svolta nella questione coreana” ha affermato Ban Ki-moon nel discorso d’apertura. Ricordando i recenti test missilistici della Corea del Nord, ha esortato le Nazioni Unite ad applicare le sanzioni approvate, che con le pressioni diplomatiche “Sono gli strumenti che possono portare la Corea del Nord a cambiare atteggiamento e a tornare al dialogo”. L’oratore ha avuto parole di elogio per la UPF e per il progetto Think Tank 2022 e di grande apprezzamento per la dottoressa Moon che “non ha risparmiato nessuno sforzo per stabilire una durevole pace e realizzare l’unificazione della penisola coreana”. Ha concluso auspicando che “In un prossimo futuro il popolo del Sud possa dialogare con i fratelli e le sorelle del Nord”. 

Il Summit è continuato con i videomessaggi di congratulazione di dodici tra governatori e sindaci coreani e con i discorsi dei Capi di Stato convenuti. “Quando ho iniziato il mio mandato, gli esperti pensavano che la situazione coreana fosse assolutamente senza speranza. Ho rifiutato quest’approccio del passato e ho intrapreso una nuova diplomazia” ha dichiarato Donald Trump. “Insieme con i nostri alleati abbiamo fatto progressi straordinari. Quattro anni fa il Presidente Kim ed io siamo stati i primi leader dei nostri due Paesi a incontrarsi faccia a faccia e ad andare d’accordo”. Ha proseguito affermando “Abbiamo piantato i semi della pace e della cooperazione e ora dobbiamo lasciarli sbocciare e crescere come un albero gigantesco. Sprecare questa possibilità sarebbe una grande tragedia”. Ha terminato affermando “Lavoriamo, impegniamoci e preghiamo insieme per una Corea sicura, prospera, unita e definitivamente in pace. I coreani sono persone straordinarie, brillanti, amabili e noi li vogliamo aiutare”.

Hanno fatto seguito i videomessaggi di sostegno di numerosi importanti esponenti politici delle due Americhe, dell’Asia e l’intervento in presenza di José Barroso. “L’Unione Europea sostiene fortemente l’unificazione della Corea ed è favorevole alla riconciliazione e alla denuclearizzazione della penisola e ha dimostrato il suo consistente appoggio a questo processo”. Ha sottolineato come la Repubblica di Corea abbia manifestato chiaramente la volontà di cooperare e che quindi anche la DPRK dovrebbe fare dei passi concreti e credibili verso la denuclearizzazione. “La comunità internazionale dovrebbe dare un forte sostegno e creare le migliori condizioni esteriori perché gli stessi coreani trovino la via per la riconciliazione e la pace”. Nonostante si vedano tante differenze l’oratore si è chiesto se ci sia speranza. “Sì, c’è speranza perché c’è questa conferenza, perché le forze del bene sono più forti di quelle del male, perché è stato inaugurato il Think Tank 2022 e perché ci sono altri movimenti in tutto il mondo”. In conclusione, ha citato le parole di Nelson Mandela “Sembra sempre impossibile finché non viene fatto”.

Il Summit è continuato con i videomessaggi d’importanti esponenti politici europei. “La pace nella penisola Coreana è di grande importanza e una svolta nel processo di pace avrebbe grandi ripercussioni a livello globale”, ha affermato Ili Meta, ottavo presidente dell’Albania. L’oratore ha auspicato che “Il 38° parallelo possa diventare un simbolo di riconciliazione piuttosto che di divisione”. Per Dominique de Villepin, già Primo Ministro di Francia, “Il nostro mondo sta affrontando grandi incognite e tensioni. In questa situazione la penisola coreana potrebbe essere il terreno per un esemplare processo di pace. Un dialogo fruttuoso dovrebbe basarsi su relazioni politiche, culturali e sociali in grado di rispondere alle aspirazioni di entrambi i popoli e regimi”. José Maria Aznar, già Primo Ministro di Spagna, ha affermato la necessità di “Lavorare per costruire fiducia, rispetto reciproco e riconciliazione. In questo processo gli Stati Uniti, la Cina e la Russia possono dare un contributo costruttivo”. Per l’oratore la cooperazione tra le società civili è una delle chiavi per ottenere il sostegno popolare per i futuri negoziati. Albin Kurti, Primo Ministro del Kosovo ha ricordato che “Il nostro popolo e la Corea del Sud condividono un corso di sofferenza simile per l’occupazione e la lotta per la libertà. Siamo tra i pochi pacifici popoli che sono stati spesso invasi e che combattono continuamente contro gli invasori. Non abbiamo mai invaso gli altri popoli e siamo sopravvissuti al tentativo di genocidio”. Ha terminato affermando che “Per ottenere una pace duratura dobbiamo fare la nostra parte dovunque noi siamo”.

In rappresentanza del continente africano ha parlato il Presidente della Nigeria, Muhammed Buhari. “La penisola coreana è stata una zona di conflitto protrattosi per molte decadi. Per questo motivo merita l’attenzione dei leader mondiali per una pacifica risoluzione delle ostilità”. Ha ricordato che “il Governo della Nigeria incoraggia e sostiene ogni sforzo per promuovere la pace tra i governi e i popoli di entrambe le Coree, con i quali intrattiene relazioni diplomatiche, scambi commerciali e culturali”. Sono seguiti i videomessaggi di sei importanti leader politici africani a sostegno della manifestazione. 

Ha quindi preso la parola Mike Pence, che ha ricordato che la libertà religiosa, la dignità e il rispetto per la vita, l’uguaglianza davanti alla legge, l’istruzione e le famiglie solide sono elementi essenziali per la stabilità di una nazione. Per Mike Pompeo “Il tempo della pacificazione verrà ed io come cristiano ci credo perché l’idea della riconciliazione e della riunificazione sono il centro del Vangelo”. Jim Rogers ha illustrato l’entusiasmante futuro per la regione dell’Asia Pacifico quando il 38° parallelo non bloccherà più i viaggi e i commerci internazionali.

Ha poi parlato il Primo Ministro Hun Sen. “Per perseguire la pace nella penisola coreana sono necessari: Primo, il superamento di settant’anni di ostilità attraverso molti anni di negoziati, interventi per ricostruire la fiducia, un graduale processo di riconciliazione e di denuclearizzazione. Della massima importanza la pazienza strategica. Secondo, le sole pressioni non sono efficaci a risolvere le profonde radici del conflitto e le annose e complesse controversie. Il prerequisito è un solido e ampio impegno diplomatico. Un confronto positivo con Pyongyang ridurrebbe il rischio di un ulteriore isolamento, produrrebbe un allentamento delle tensioni militari e un’attenuazione delle ambizioni nucleari. Terzo, per promuovere un clima di fiducia servono un impegno costante e pragmatico dei negoziatori di pace, che dovrebbero concentrarsi sulle questioni meno controverse, meno sensibili e più pratiche”. Il Primo Ministro ha poi indicato alcuni passaggi per favorire la pace. Primo, si dovrebbe trasformare la Zona Demilitarizzata in un corridoio culturale sicuro e aperto in grado di collegare i due popoli. Secondo, le due Coree dovrebbero cooperare con le strutture dell’Unesco. Terzo, il Nord e il Sud dovrebbero lavorare insieme per promuovere la cultura coreana. Ha terminato richiamando l’attenzione dei partecipanti sull’iniziativa “Due Stati verso una Nazione: una Penisola, un Popolo, una Cultura”, basata sulla visione e la missione della UPF. 

A completamento degli interventi ha preso la parola la dottoressa Moon. Ha esordito parlando della separazione dell’uomo da Dio e della ricerca del Creatore di riportare l’umanità a sé. “Dopo un lungo e duro lavoro storico Dio ha inviato Gesù, che non fu accolto e venne crocefisso, ma promise di tornare”. Ha parlato dei Veri Genitori quali esempi di vera umanità a cui tutti gli uomini devono fare riferimento. “Viviamo in un’era in cui dobbiamo diventare veri figli e figlie di Dio, che vivono in relazione diretta con il Creatore quale nostro genitore. Solo così potremo vivere in un mondo di libertà, pace, felicità, unità e diventare un’unica grande famiglia umana”. Ha proseguito affermando che “Solo quando i popoli fratelli del Nord e del Sud diventeranno figli e figlie di Dio e formeranno una sola penisola, ci saranno più pace e stabilità nell’Asia nordorientale e nel mondo”.  Ha parlato dei disastri naturali, delle vittime, delle sofferenze e dei danni che stanno causando. “Quali figli di Dio realizziamo il sogno del Genitore Celeste e trasformiamo questo mondo nel Regno dei Cieli, dove possiamo vivere con Dio come un’unica comunità umana. Sono certa che questo ideale può essere realizzato da questa generazione e nel nostro tempo. In questo modo libereremo il cuore di Dio dal Suo dolore per la sofferenza dei Suoi figli”.

Il Summit è terminato con la firma della Dichiarazione di Seul per la pace nella penisola coreana.

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