28 marzo 2022

Ecologia globale

di Tenzin Khentse - Monaco Tibetano

Il nostro tempo è segnato da due emergenze di carattere planetario: la pandemia dovuta al coronavirus e la minaccia incombente della distruzione dell’intero ecosistema, ma mentre per la prima la causa non è ancora del tutto certa, per la seconda siamo assolutamente certi che la causa sia l’essere umano con i suoi comportamenti irresponsabili e distruttivi. La pandemia prima o poi finirà e comunque i suoi effetti si riflettono solo sul genere umano e non su tutti gli esseri viventi, la distruzione dell’ecosistema invece riguarda tutti gli esseri viventi e tutto ciò che esiste e questa responsabilità pesa su tutti noi umani. C’è una sinistra somiglianza tra le due emergenze, solo i virus distruggono l’organismo ospite e per sopravvivere si espandono sempre di più distruggendo altri ospiti, e solo l’uomo si comporta nello stesso modo depredando e distruggendo l’ambiente che lo ospita e dal quale dipende per sopravvivere.  

Fare tanti discorsi sulle strategie a medio e lungo termine, sul contenimento dell’innalzamento del riscaldamento, sul trovare un compromesso o equilibrio tra esigenze dell’economia e salvaguardia dell’ambiente non serve a niente se non vanno nella direzione di capire a fondo il problema, individuarne le cause e adottare dei comportamenti diametralmente opposti a quelli che il problema l’hanno creato. Dalla medicina possiamo prendere l’insegnamento che in caso di una malattia è necessario agire su due fronti: subito diminuire i sintomi e contemporaneamente agire per eliminare la causa; da Albert Einstein possiamo prendere la verità che non si può affidare la risoluzione del problema a quelli stessi che l’hanno creato. In pratica nell’immediato bisogna agire prontamente limitando le nostre azioni dannose, successivamente affidare la risoluzione del problema a persone dotate si di competenze tecniche, ma motivate da altruismo e generosità d’animo e non più dall’avidità e dal potere.

Quale è quindi la causa radice del comportamento umano così distruttivo per se stesso e per gli altri?

L’insegnamento del Budda e tutte le tradizioni spirituali concordano sul fatto che il difetto mentale o il peccato alla radice del problema sia l’egoismo e l’arroganza di non considerarci tutti profondamente uguali, tutti fratelli, tutti con gli stessi diritti e necessità, ma di perseguire unicamente il proprio interesse, vantaggio, privilegio, qualunque sia il mezzo per ottenerli e qualunque sia il prezzo che altri debbano pagare per ottenerli. Questo male pervade le ideologie, l’economia, la finanza, la politica e le relazioni perché l’essere umano ne è il portatore, e se ricopre un ruolo poco importante crea solo un piccolo danno, ma se ha un ruolo o un incarico molto importante può causare danni a livello planetario. Quindi l’uomo è negativo? È cattivo e distruttivo per natura? Assolutamente no!

Per le tradizioni monoteiste l’uomo è creato da Dio e pertanto niente creato da Lui può essere malvagio o negativo. Per l’insegnamento del Buddha l’essenza più profonda della nostra mente è per sua natura priva di ogni difetto o negatività e possiede tutte le potenzialità di positività e perfezione.

Cosa fare quindi? Guardare prima di tutto se stessi e fare tutto il possibile per non creare danno a nessun essere vivente e alla casa comune che ci ospita, agire nei limiti delle nostre capacità per aiutare, senza chiudere porte e confini a chi soffre, senza chiudere i cuori ai fratelli solo perché parlano una lingua diversa o hanno tradizioni diverse o pregano in modo diverso dal nostro. Questo possiamo e dobbiamo farlo senza puntare continuamente il dito verso altri che dovrebbero agire mentre per noi stessi continuiamo a trovare scuse per rimanere sempre uguali.

Per concludere vorrei dire che la nostra società al momento attuale è ancora molto immatura ed arretrata, esibisce la tecnologia come un segno di progresso ma non c’è nessun progresso nelle armi sempre più tecnologiche e distruttive, nell’uso smodato di energie inquinanti e non rinnovabili o in una economia che fa del mondo un mercato globale solo nell’interesse di pochi e senza libertà e dignità per molti.

I dati ci dicono, al di là di ogni opinione, che nel 2021 è stato battuto il record di vendita di armi e di emissioni nocive, sono cresciute le disuguaglianze sociali mentre è enormemente aumentata la ricchezza di chi era già ricchissimo, sono in aumento le emergenze migratorie ed i conflitti, e questo va nella direzione opposta delle tante parole spese e delle promesse fatte.

Allora non c’è speranza? Certo che c’è! Le nuove generazioni sono molto di più, sono una promessa di cambiamento, dimostrano una intelligenza, una visione d’insieme, una moralità ed un senso di fratellanza, di globalità e di appartenenza straordinario. Si battono e si muovono per costruire un mondo più giusto, più equilibrato, dove rispetto, dignità, diritti, uguaglianza, considerazione, aiuto e partecipazione non siano più solo slogan elettorali o propagandistici, ma realtà vissute.

Hanno imparato dalla storia e dalle generazioni passate non cosa fare, ma cosa non fare più.

L’unica vera ecologia per essere globale deve mettere assieme l’essere umano, tutti gli esseri viventi, tutto quello che ci circonda e ci ospita, nell’unica vera legge esistente, l’amore e l’armonia.

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