Agenda 2030
di Giorgio Gasperoni
L’agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Al suo interno sono descritti 17 obiettivi da raggiungere entro il 2030.
L'Agenda 2030 porta con sé una grande novità rispetto agli obiettivi del Millennio 2000-2015: per la prima volta viene espresso un chiaro giudizio sull’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale, superando in questo modo definitivamente l’idea che la sostenibilità sia unicamente una questione ambientale e affermando una visione integrata delle diverse dimensioni dello sviluppo. In particolare viene evidenziato in tutta la sua tragedia il rischio che il Cambiamento Climatico porta con sé.
L’agenda è basata su cinque concetti chiave:
1. Persone. Eliminare fame e povertà in tutte le forme, garantire dignità e uguaglianza.
2. Prosperità. Garantire vite prospere e piene in armonia con la natura.
3. Pace. Promuovere società pacifiche, giuste e inclusive.
4. Partnership. Implementare l’Agenda attraverso solide partnership.
5. Pianeta. Proteggere le risorse naturali e il clima del pianeta per le generazioni future.
Ed è proprio all’interno della macroarea Pianeta che troviamo l’obiettivo 13: adottare misure urgenti per combattere i cambiamenti climatici e le loro conseguenze. Questo obiettivo si pone difronte ai Paesi e ai loro modelli economici per stimolarli a non danneggiare l’ambiente al punto da compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni. Si propone di indicare una migliore gestione degli ecosistemi e della biodiversità, cuore pulsante della vita sulla terra.
Alla luce di tutto ciò emerge chiara la necessità di una vera e propria strategia. Oggi più che mai dobbiamo adottare delle politiche risolutive rispetto ad un problema ambientale sempre più pressante. Il capo delle Nazioni Unite Guterres ha fissato l’asticella al Cop26 a Glasgow lo scorso novembre: «Non possiamo accontentarci del minimo comune denominatore. Sappiamo cosa deve essere fatto. Mantenere l’obiettivo di 1,5° a portata di mano significa ridurre le emissioni a livello globale del 45% entro il 2030».
I buoni propositi non possono essere realizzati in un istante. Se si vuole migliorare il rapporto con il nostro habitat, il nostro pianeta, sono necessarie etica ed educazione al fine di adottare le giuste pratiche.
In questo numero di Voci di Pace, tramite il contributo di nostri collaboratori, giovani e meno giovani, cerchiamo di approfondire il problema da varie angolazioni quali le prospettive etiche e morali così come analisi scientifiche, sociali ed economiche.
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