1 giugno 2010

Azioni di pressione sul Giappone contro la deprogrammazione

Dal momento che le autorità giapponesi sembrano indifferenti al problema, la International Coalition for Religious Freedom ed altre organizzazioni internazionali si sono attivate per fare pressioni per la sua risoluzione. Il Foref (European Forum for Religious Freedom) in particolare ha emesso questo documento:

L’articolo 223 del Codice penale giapponese recita:
“Una persona che, con la minaccia di ucciderla, di sequestrarla, di distruggerne la reputazione o di derubarla, o con la violenza fisica, impone ad un’altra persona di compiere atti che tale persona non ha l’obbligo di compiere o le impedisce di esercitare i propri diritti, viene punita con la detenzione fino a tre anni”.

È incomprensibile il fatto che questi diritti, nonché gli altri garantiti dalla Costituzione giapponese e puniti dal Codice penale di quel Paese, siano stati continuamente violati nel corso di oltre 40 anni senza alcuna conseguenza legale per coloro che hanno commesso tali violazioni. Centinaia di giovani vite sono state rovinate, centinaia di famiglie sono state distrutte. Questi episodi macchiano l’integrità del Giappone e la sua reputazione di Paese difensore dei diritti umani; tale macchia resterà fino al momento in cui quei criminali verranno sottoposti a processo e le vittime vedranno riconosciuti gli abusi che hanno subito.

Dopo aver esaurito la ricerca di vari canali legali e di altro tipo per ottenere dal Governo il rispetto del diritto fondamentale alla libertà ed alla religione, le vittime di questo crimine hanno deciso di fare appello alla comunità internazionale. Chiediamo quindi al Governo giapponese di indagare in merito a questi episodi e di sottoporli a procedimento penale, perché costituiscono un pericoloso precedente che minaccia l'essenza più profonda della dignità umana.

Per conto delle vittime chiediamo quindi quanto segue:

1. Che quando un membro della Chiesa di Unificazione o di un’altra minoranza religiosa viene rapito in Giappone e la sua libertà di movimento viene limitata, il governo giapponese intervenga immediatamente e liberi la vittima.

2. Che la polizia giapponese si attivi rapidamente per ricercare chiunque sia stato rapito o imprigionato e per portare la vittima in salvo, in un luogo in cui possa liberamente decidere con chi associarsi.

3. Che al fine di eliminare tali eventi da questo Paese una volta per tutte, la polizia giapponese indaghi su coloro che in passato hanno rapito ed imprigionato delle persone e che, quando necessario, vengano avviate azioni legali nei loro confronti. Il caso di Toru Goto in particolare deve essere immediatamente riaperto e coloro che hanno commesso dei crimini contro di lui devono essere sottoposti a giusto processo.

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