Tra asset russi, Ucraina, auto, agricoltura e Mercosur: l’Europa capisce se sa trasformare principi in capacità.
Questa settimana (15–20 dicembre 2025) l’Unione europea non è chiamata a “dire” che cosa pensa del mondo: è chiamata a dimostrare che cosa sa fare nel mondo. Il calendario: incontro a Berlino oggi 15 dicembre, pacchetto automotive il 16, Consiglio europeo il 18–19, diretta di Putin il 19, Mercosur il 20, con la protesta agricola che incombe su Bruxelles.
Il filo che unisce tutto è semplice: credibilità. Abbiamo parlato di Europa “peacemaker” non come figura neutrale, ma come attore capace di far accadere cose: garantire aiuti, sostenere alleati, imporre costi a chi viola regole, rendere verificabili gli accordi. Ora quella stessa credibilità viene stressata su tre piani contemporanei.
Primo piano: Ucraina e asset russi immobilizzati. In questi giorni l’UE sta consolidando la scelta di congelare in modo stabile gli asset sovrani russi (evitando il rito del rinnovo periodico che apre al ricatto politico) e di usarne i proventi o le disponibilità come base per strumenti finanziari a sostegno di Kiev. La reazione russa, infatti, non è teorica: oggi Reuters segnala l’azione della Banca centrale russa contro Euroclear in un tribunale di Mosca, un messaggio chiaro su quanto questo dossier sia diventato una guerra di diritto, finanza e deterrenza.

























