14 giugno 2025

Dichiarazione della Universal Peace Federation sull’Escalation tra Israele e Iran

14 giugno 2025

New York, United States - La Universal Peace Federation (UPF) esprime profonda preoccupazione per la recente escalation delle ostilità tra lo Stato di Israele e la Repubblica Islamica dell’Iran. Rivolgiamo un appello urgente alla moderazione, alla protezione dei civili e a un rinnovato impegno verso un confronto costruttivo. Questa crisi in atto sottolinea la necessità fondamentale di una leadership che dia priorità al dialogo, alla de-escalation e ai principi umanitari.

Questo confronto non solo mette in pericolo vite innocenti, ma aggrava anche le già esistenti tensioni regionali. Esortiamo tutte le parti a rispettare il diritto umanitario internazionale e ad astenersi da azioni che possano portare a un’ulteriore escalation.

UPF ricorda l’impegno della propria Middle East Peace Initiative, che da tempo riunisce leader di diversa provenienza per promuovere il dialogo e la cooperazione in tutta la regione. Riconosciamo inoltre l’importanza di quadri internazionali come gli Accordi di Abramo e il Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune, entrambi strumenti che hanno aperto preziosi canali di comprensione e scambio. Queste iniziative dimostrano che il confronto – seppur complesso – è possibile, necessario e benefico.

Incoraggiamo i leader religiosi e delle comunità in Israele, Iran e nelle nazioni vicine a sostenere attivamente gli sforzi di costruzione della pace e a facilitare la cooperazione umanitaria. I popoli ebraico e persiano, entrambi ricchi di patrimonio spirituale e culturale, condividono tradizioni che promuovono la pace, la compassione e il rispetto per la vita. Una pace duratura deve radicarsi in un’educazione che favorisca empatia, comprensione reciproca e rispetto.

Invitiamo inoltre le comunità della diaspora a svolgere un ruolo costruttivo attraverso attività di sensibilizzazione, advocacy e iniziative di ponte che promuovano il dialogo e la de-escalation.

Esortiamo inoltre le Nazioni Unite e gli attori regionali ad adottare misure pratiche volte a costruire la fiducia e ridurre il rischio di conflitto. Una pace sostenibile richiede comunicazione costante, trasparenza e un sincero impegno verso la diplomazia.

In vista della Giornata Internazionale della Pace del 21 settembre, UPF invita tutti i governi a considerare cessate il fuoco temporanei, misure di rafforzamento della fiducia o iniziative umanitarie congiunte. Questo momento di crisi deve essere un catalizzatore per la riflessione, la moderazione e una diplomazia preventiva.

La Universal Peace Federation si dichiara pronta a sostenere ogni sforzo volto al dialogo, alla riconciliazione e alla cooperazione regionale.

Dr. Tageldin Hamad

Presidente Internazionale, Universal Peace Federation

13 giugno 2025

Etica e Intelligenza Artificiale dopo il crollo di Babele

L’algoretica di Paolo Benanti come fondamento di un nuovo umanesimo digitale

Nel dibattito contemporaneo sull’intelligenza artificiale, spesso dominato da entusiasmi tecnicistici o paure apocalittiche, si alza una voce lucida e profetica: quella del teologo Paolo Benanti. Questo saggio, ispirato alla sua opera Il crollo di Babele, riflette sulla necessità urgente di un’etica degli algoritmi — l’algoretica — come fondamento per un nuovo umanesimo digitale. Attraverso un’analisi attuale e multidisciplinare, proponiamo una lettura critica e costruttiva del rapporto tra intelligenza artificiale, educazione, cittadinanza e dignità umana. Una visione pericolosamente attuale, ma anche ricca di speranza.

A cura di Giorgio Gasperoni

Nel suo saggio Il crollo di Babele (San Paolo, 2024), il teologo e bioeticista Paolo Benanti utilizza l’antico mito biblico della torre di Babele come chiave di lettura del nostro presente digitale. L’utopia iniziale di una rete globale capace di unire popoli e culture si è rovesciata nel suo contrario: una frammentazione dell’informazione, una crisi del linguaggio condiviso e una crescente disumanizzazione della comunicazione. Oggi, a fronte di un’evoluzione tecnologica rapidissima e pervasiva, soprattutto nel campo dell’intelligenza artificiale, emerge l’urgenza di una riflessione morale profonda: come custodire la centralità della persona umana in un mondo sempre più governato dagli algoritmi?

Il sogno infranto della rete

Negli anni Dieci del nuovo millennio, Internet sembrava la promessa di una nuova torre positiva: una

Il Dialogo Cristiano-Musulmano: Una Storia Complessa e le Sfide del Presente

L’articolo trae spunto dal capitolo 15 di The Wiley-Blackwell Companion to Inter-Religious Dialogue (a cura di Catherine Cornille), in cui Daniel Madigan, SJ, ripercorre il cammino storico del dialogo tra cristiani e musulmani.

di Giorgio Gasperoni

Una lunga tradizione di confronto e scambio

Il dialogo, inteso come scambio di idee e opinioni, accompagna le relazioni tra musulmani e cristiani fin dall’emergere dell’Islam nel VII secolo. Già il Corano e le prime tradizioni islamiche riportano riferimenti a discussioni tra i seguaci della nuova fede e le comunità ebraiche e cristiane dell’epoca, spesso divise sull’opportunità di accogliere la novità islamica. Come accaduto tra ebraismo e cristianesimo, anche l’Islam fu oggetto di polemiche da parte delle religioni già consolidate, a cui rispose con proprie argomentazioni. In molte religioni scritturali, tali polemiche sono confluite nei testi sacri una volta che le nuove fedi si sono istituzionalizzate, creando così una base intellettuale e religiosa per i successivi dibattiti apologetici e per il dialogo produttivo.

Contesto storico: tra coesistenza e tensioni

Nei primi secoli di dominio musulmano, le relazioni con le comunità religiose soggette si svolsero secondo la legge della dhimma: ebrei e cristiani (dhimmi) godevano di protezione legale, pur

8 giugno 2025

Apprezziamo il valore e la bellezza degli oceani

La Universal Peace Federation (UPF) è orgogliosa di unirsi alla comunità internazionale per celebrare la Giornata Mondiale degli Oceani, l’8 giugno 2025, all’insegna del tema ispiratore: “Wonder: Sustaining What Sustains Us” (Meravigliarsi di ciò che ci sostiene, per imparare a proteggerlo).

Oggi riconosciamo l’immenso valore degli oceani, fonte di vita, nutrimento e straordinaria bellezza. L’oceano fornisce cibo, regola il clima e sostiene una ricca rete di biodiversità. Ancora più importante, collega persone e nazioni, ricordandoci il nostro destino comune e la nostra interdipendenza.

I cofondatori di UPF hanno sottolineato il potenziale degli oceani come risorsa fondamentale di nutrimento e sostentamento per tutta l’umanità. Questa visione lungimirante continua a guidare i nostri sforzi nel promuovere l’uso sostenibile delle risorse marine a beneficio delle generazioni future

In qualità di ONG con status consultivo generale presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, UPF riafferma il proprio forte impegno a sostegno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e del principio di interdipendenza. La nostra visione – un mondo di pace fondato su valori spirituali e morali universali – è indissolubilmente legata alla cura e salvaguardia del nostro ambiente naturale, in particolare dei mari e degli oceani.

7 giugno 2025

Nasce il Podcast “Voci di Pace”: Un Nuovo Spazio per il Dialogo e la Cultura della Pace

Con grande piacere annunciamo la nascita del podcast Voci di Pace, un nuovo progetto editoriale promosso dalla redazione della rivista Voci di Pace.

Il podcast nasce dal desiderio di offrire uno spazio di approfondimento e confronto sui temi della pace, del dialogo interreligioso, dell’educazione alla cittadinanza globale e dell’etica contemporanea. Attraverso episodi periodici, con voci di esperti, testimoni e protagonisti, intendiamo dare voce alle esperienze, alle idee e alle buone pratiche che contribuiscono a costruire una società più giusta e solidale.

Ogni puntata sarà dedicata a un tema attuale, affrontato con un taglio divulgativo ma rigoroso, per favorire la riflessione e stimolare il dibattito nella comunità dei nostri lettori e ascoltatori.

Invitiamo tutti gli interessati ad ascoltare e a diffondere Voci di Pace:

Per restare aggiornati sulle prossime uscite, seguiteci anche sui nostri canali social e sul sito della rivista.

Link diretto al podcast

Oltre il Conflitto, Verso il Dialogo: Il Cristianesimo alla Prova del Pluralismo Religioso

 Abstract

Il pluralismo religioso, ben lungi dall’essere una novità della contemporaneità, rappresenta una costante
della storia cristiana e dell’umanità. A partire da World Christianity Encounters World Religions di Edmund Kee-Fook Chia, questo articolo ripercorre i principali snodi storici, teologici e pratici che hanno caratterizzato l’incontro tra cristianesimo e religioni mondiali: dalle radici bibliche e dallo sviluppo dello studio comparato delle religioni, fino alle svolte del Vaticano II, al “triplice dialogo” asiatico e alle teologie contemporanee del pluralismo. Si evidenzia come il dialogo interreligioso – ben riassunto nell’invito conciliare a “non rigettare nulla di quanto è vero e santo” nelle altre fedi – non rappresenti una semplice opzione strategica, ma una vocazione essenziale per la testimonianza cristiana oggi.

(A partire da Edmund Kee-Fook Chia, “World Christianity Encounters World Religions”)

Introduzione: Pluralismo religioso e urgenza del dialogo

“Il dialogo interreligioso non si apprende solo nei libri: si impara soprattutto nella pratica. La vera scuola del dialogo è la vita condivisa” (Chia). In un mondo sempre più interconnesso, questa prospettiva si fa esigenza vitale per ogni comunità cristiana chiamata a confrontarsi con la pluralità religiosa come dato di fatto, sia nel vissuto quotidiano che nelle sfide globali. Edmund Chia, teologo di origine asiatica e protagonista della riflessione interreligiosa, offre in World Christianity Encounters World Religions una guida preziosa per comprendere e vivere questo incontro, sottolineando la dimensione esperienziale del dialogo oltre le mere dottrine.

1. Dalle radici bibliche al pluralismo delle religioni

Le Scritture stesse sorgono in un contesto di pluralità. “Il racconto della creazione in Genesi non presenta un Dio di un solo popolo, ma un Dio creatore di tutti, fondamento di una teologia dell’umanità come famiglia universale” (Chia, p. 109). La Bibbia, con le sue narrazioni di esilio e ritorno, di fedeltà e tradimento, riflette costantemente la tensione tra universalità (il Dio di tutti i popoli) e particolarità (il

9 maggio 2025

Coscienza e realtà: una riflessione ispirata a Federico Faggin

di Giorgio Gasperoni

Negli ultimi anni, una voce fuori dal coro ha saputo richiamare l’attenzione della scienza a interrogativi più profondi: Federico Faggin, pioniere dell’informatica e inventore del primo microprocessore, ha dedicato la seconda parte della sua vita a una ricerca sorprendente – quella sulla coscienza.

Secondo Faggin, la coscienza non è un prodotto del cervello, né il risultato accidentale dell’evoluzione materiale. Essa è realtà primaria, preesistente alla materia, e non riducibile a un algoritmo. Le sue parole fanno eco a tradizioni filosofiche e spirituali antiche, per le quali la coscienza è ciò che dà origine e significato alla vita, e non il contrario.

Questa prospettiva rovescia la visione dominante. Non siamo macchine biologiche complesse, ma esseri coscienti che abitano un corpo. La materia non genera la vita, ma è piuttosto la vita – e la coscienza – a informare la materia. È una rivoluzione silenziosa, ma potente, che apre nuove strade al dialogo tra scienza e spiritualità.

Nel tempo dell’intelligenza artificiale, dove si sogna (o si teme) la nascita di una coscienza artificiale, la testimonianza di Faggin ci ricorda un punto essenziale: nessuna macchina potrà mai contenere l’infinito che è in noi. Non si tratta di nostalgia del passato, ma di custodia di una verità profonda: l’essere umano è irriducibile, perché cosciente, libero e unico.

In un mondo che corre verso il futuro, abbiamo bisogno di fermarci e ascoltare queste voci coraggiose. Perché solo una tecnologia che riconosce il mistero dell’uomo può essere davvero al servizio della pace.

L’intelligenza artificiale e la coscienza: una distinzione necessaria

di Giorgio Gasperoni

Nel dibattito sempre più acceso sull’intelligenza artificiale, emerge spesso una confusione tra ciò che le macchine sono in grado di fare e ciò che significa essere umani. La capacità dell’IA di elaborare enormi quantità di dati, generare linguaggio naturale, simulare emozioni o ragionamenti, affascina e inquieta. Ma vi è un punto su cui è urgente fare chiarezza: l’intelligenza artificiale non possiede né potrà mai possedere la coscienza.

La coscienza non è il prodotto di una quantità di calcolo, né un epifenomeno emergente della complessità. Essa è esperienza interiore, libertà, intenzionalità, e per molti anche apertura al trascendente. Le macchine, per quanto avanzate, non “sentono”, non “vogliono”, non “decidono”. Esse simulano comportamenti, ma non sono soggetti morali. Non hanno un “io”.

Questa distinzione non è solo filosofica: è etica, antropologica e spirituale. Se dimentichiamo che l’essere umano è insostituibile nella sua dignità, rischiamo di costruire società disumanizzate, in cui le persone sono ridotte a numeri e i criteri di giudizio a meri algoritmi. È compito della cultura, dell’educazione e anche della spiritualità, custodire questa differenza ontologica e non lasciarsi sedurre dalla mitologia tecnologica.

L’IA potrà essere un potente strumento al servizio dell’uomo, ma mai un sostituto della sua coscienza. La sfida etica del nostro tempo è proprio questa: utilizzare la tecnologia con intelligenza, ma vivere con coscienza.

2 maggio 2025

L’incarnazione per affinità: oltre la reincarnazione, verso un’etica della cooperazione spirituale

Desideriamo dedicare uno spazio di riflessione a una visione poco conosciuta ma intensamente attuale del rapporto tra spirito e identità personale. L’articolo proposto esplora una lettura alternativa della reincarnazione, ispirata a una conversazione registrata nel 1965 tra il celebre medium Arthur Ford e Sun Myung Moon, fondatore del movimento dell’Unificazione.

Attraverso una prosa filosofica ma accessibile, l’autore ci guida in una comprensione non meccanicistica della vita spirituale: non ritorni forzati, ma collaborazioni per affinità; non sostituzioni d’anima, ma cooperazione tra spiriti e individui che condividono una stessa vibrazione etica e una medesima missione.


In un tempo in cui l’umanità cerca nuove sintesi tra spiritualità e coscienza storica, questa visione offre uno spunto prezioso per pensare una “civiltà dello Spirito” non come utopia religiosa, ma come progetto etico universale.


Questo testo si inserisce nel nostro percorso di dialogo interreligioso e interculturale, offrendo un contributo originale al dibattito sul senso della vita, dell’identità e della missione dell’uomo nel mondo.

 

di Giorgio Gasperoni


Vi sono momenti nella vita in cui, improvvisamente, ci si sente abitati da qualcosa che ci supera. Non si tratta di una voce esterna, né di un pensiero propriamente nostro: è un impulso silenzioso, una chiarezza che non ci appartiene, eppure ci attraversa. È forse in quei momenti che si manifesta ciò che potremmo chiamare una incarnazione spirituale: un incontro fra il visibile e l’invisibile, fra ciò che siamo e ciò che potremmo essere.

7 aprile 2025

«A tutti gli uomini di buona volontà»

Pacem in Terris e il sogno di una pace universale

di Giorgio Gasperoni

Nel cuore della Guerra Fredda, Papa Giovanni XXIII si rivolge all’intera famiglia umana. La sua enciclica del 1963, rivolta a tutti gli uomini di buona volontà, resta un faro per chi crede che la pace sia una vocazione condivisa. Una riflessione attuale alla luce della visione unificazionista.

«La pace sulla terra, suprema aspirazione di tutta l’umanità, non può essere stabilita e consolidata se non nel pieno rispetto dell’ordine stabilito da Dio.»

— Giovanni XXIII, Pacem in Terris, 1963

Un messaggio per il mondo intero

Quando l’11 aprile 1963 Giovanni XXIII firmò Pacem in Terris, scelse un destinatario inedito: non solo i cattolici, non solo il clero o i credenti, ma tutti gli uomini di buona volontà. In un’epoca segnata dalla paura nucleare e dalle divisioni ideologiche, l’enciclica si propose come un appello universale alla coscienza umana.

Leader dei Balcani occidentali a convegno per rafforzare la cooperazione regionale

Riflessioni su pace, stabilità e transizione demografica in una regione strategica per l’Europa.

di Vittorio Patanella

Pristina, Kosovo - Il 5 ottobre 2024 si è tenuto a Pristina, presso l’Hotel Emerald, il convegno “Pace, stabilità e transizione demografica nei Balcani occidentali”, promosso da Universal Peace Federation (UPF Europa e Medio Oriente). In una regione ancora segnata da tensioni e sfide demografiche, leader politici e accademici si sono riuniti per discutere strategie di cooperazione e riconciliazione.

L’evento, ospitato dal governo del Kosovo e inaugurato dal Primo Ministro Albin Kurti, ha visto la collaborazione dell’University of Business and Technology (UBT), la principale università privata del Kosovo, e dell’Associazione internazionale dei giovani e degli studenti per la pace (IAYSP). Hanno partecipato 130 persone, tra cui ex Capi di Stato di Albania, Kosovo e Montenegro; due Ministri e tre parlamentari in carica e precedenti; un membro del Parlamento Europeo; e un rappresentante delle Nazioni Unite.

Donna e famiglia in Iraq oggi: Intervista a Suor Caroline Jarjis

In un contesto segnato da conflitti, difficoltà sociali e leggi spesso discriminatorie, il ruolo delle donne in Iraq continua ad evolversi. Nonostante le sfide, ci sono segnali di cambiamento, alimentati dalla determinazione di figure come suor Caroline Jarjis, che, attraverso la sua attività religiosa e sociale, promuove l’empowerment femminile. In questa intervista, suor Jarjis ci offre una panoramica della realtà odierna in Iraq, evidenziando le opportunità e le difficoltà delle donne, e riflette su come la cultura e la politica possano evolversi per garantire loro diritti fondamentali e dignità.

di Elisabetta Nistri

L’Iraq è una nazione che ha attraversato numerose tragedie nel corso della sua storia. Attualmente, l’opinione pubblica irachena è al centro di un acceso dibattito su una serie di emendamenti alla Legge sullo Status Personale, i quali potrebbero portare a significative violazioni dei diritti di donne e bambine.

In questo contesto, i cristiani, sebbene minoranza spesso vittima di persecuzioni, trovano sostegno in una Chiesa che trae forza dalla testimonianza dei suoi martiri e dal viaggio apostolico di Papa Francesco in Iraq, avvenuto tre anni fa, che ha portato un rinnovato senso di speranza.

Questi e altri temi sono stati al centro di un’intervista a Suor Caroline Jarjis, coordinatrice dell’Associazione “Martyr Anaheed Assembly to Empower Girls and Women” (MAA). L’incontro si è svolto durante il webinar “Donna e famiglia in Iraq oggi,” organizzato dalla Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo (WFWP Italia) martedì 5 novembre 2024, presso l’Ambasciata di Pace di Roma.

Israele e Palestina: Un piano congiunto per ripristinare la pace

di Giorgio Gasperoni

UPF-EUME – In situazioni segnate dalla guerra è fondamentale cercare segni di speranza e riflettere su quali azioni possano essere intraprese per ristabilire la pace. Il 16 dicembre 2024 UPF ha organizzato un webinar nell’ambito del Middle East Peace Program, l'iniziativa per la pace in Medio Oriente.  Guy Taylor del The Washington Times ha moderato la discussione su una nuova proposta di pace tra Israele e Palestina. L'incontro è stato aperto da David Fraser-Harris, segretario generale di UPF per il Medio Oriente e il Nord Africa, ed è terminato con un intervento finale del dottor Michael Jenkins, presidente di UPF International.

Nel luglio 2024 Ehud Olmert e Nasser Al Kidwa hanno proposto un piano che potrebbe dare nuovo impulso alla soluzione a due Stati. Olmert, eletto due volte sindaco di Gerusalemme, è stato Primo Ministro di Israele dal 2006 al 2009. Nasser Al Kidwa, nipote dello storico leader dell'OLP Yasser Arafat, ha rappresentato l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina alle Nazioni Unite dal 1991 al 2005 ed è stato Ministro degli Esteri dell'Autorità Palestinese fino al 2006. I due leader hanno firmato e reso pubblica la loro proposta nel luglio dello scorso anno e l'hanno presentata a Papa Francesco nel mese di ottobre.

Giuseppe Malpeli: Educatore, Ambasciatore di Pace e Difensore dell’Umanità

Giuseppe Malpeli ha lasciato un segno indelebile come educatore, ambasciatore di pace e instancabile difensore dei diritti umani. La sua vita è stata un viaggio tra l’Italia e l’Asia, guidato dall’impegno per l’istruzione e dalla dedizione verso i più vulnerabili. Il Peace Forum di UPF Italia ha dedicato un evento speciale alla sua memoria, raccontando l’eredità di un uomo straordinario attraverso le testimonianze di chi lo ha conosciuto e apprezzato.

di VittorioPatanella

Oggi rendiamo omaggio a Giuseppe Malpeli, una figura straordinaria che ha dedicato la sua vita alla causa della pace e che purtroppo non è più tra noi. Nell’ambito del ciclo “Essere costruttori di pace”, abbiamo l’onore di accogliere due ospiti d’eccezione: l’onorevole Albertina Soliani e la professoressa Roberta Cardarello dell’Università di Modena e Reggio Emilia (UNIMORE). Entrambe, avendo avuto il privilegio di conoscerlo, hanno curato la raccolta dei suoi scritti e oggi ci offrono una riflessione sulla sua figura.

Con queste parole, Franco Ravaglioli, vicepresidente della Universal Peace Federation (UPF Italia), ha introdotto il webinar “Giuseppe Malpeli - Sulle strade dell’educazione in Italia e in Asia”, svoltosi lunedì 25 novembre 2024 e organizzato dal Peace Forum di UPF Italia.

3 aprile 2025

Lontane da Gaza

di Emma Garroni*

La stanza risuona di voci: arabo e inglese si mescolano nei sorrisi e nelle parole cordiali riservate a quelle persone che si ha davvero voglia di conoscere.

Ci troviamo a Betlemme, nell’ufficio di Pro Terra Sancta, dove le donne della città imparano a cucire e a ricamare grazie a un corso di formazione online tenuto da Maha, una ragazza di Gaza rimasta bloccata in Egitto dopo lo scoppio della guerra. Maha si è reinventata, trasformando la sua attività di artigiana in un corso erogabile digitalmente, capace di annullare le distanze e le barriere della guerra.

Maha non è l’unica cittadina di Gaza costretta a un esilio non voluto: tra le donne che siedono in questa stanza ce ne sono tre che vengono da Gaza e che ora non possono più farvi ritorno. I veli colorati incorniciano i loro volti, segnati dal dolore e dalla forza necessaria a rimanere salde.

Afghanistan: tra aspirazioni di rinnovamento e il peso della tradizione

Dopo anni segnati da conflitti e instabilità, l’Afghanistan sembra attraversare una fase di relativa calma. Tuttavia, le sfide interne e le tensioni geopolitiche restano profonde, mentre il Paese si trova a un bivio tra il desiderio di cambiamento e il radicamento di antiche strutture sociali e religiose.

di Emilio Asti

Finora sull’Afghanistan è stato detto molto, forse troppo, ma ora il mondo sembra dimenticarlo. Un Paese sconvolto da anni di conflitti, ma anche ricco di ideali e speranze, purtroppo ancora in preda a gravi problemi umanitari. Dall’11 settembre in poi non sono mancate accuse e pregiudizi contro l’Afghanistan e il suo popolo, ma nessuno degli attentatori era afgano, e lo stesso Bin Laden, ritenuto l’organizzatore degli attacchi, era saudita.

Da metà agosto 2021, con la ripresa del potere, i Talebani si sono trovati a governare con scarse risorse, isolati politicamente e costretti a fronteggiare le minacce dell’ISIS. Rispetto al primo regime talebano, hanno mostrato un volto più moderato, cercando di smentire le preoccupazioni internazionali. Il loro ritorno al potere ha provocato una fuga precipitosa di migliaia di persone, descritta dai media con immagini drammatiche, paragonate, talvolta con eccessi, alla caduta di Saigon e alla fuga dal Vietnam del Sud.

Il Premio Sunhak per la Pace: Un Faro di Speranza per la Cooperazione e la Pace Globale

A cura della Redazione

1. Introduzione al Premio

Il Premio Sunhak per la Pace, istituito nel 2014 dalla Dott.ssa Hak Ja Han Moon, è un riconoscimento internazionale che celebra individui e organizzazioni impegnati nella realizzazione della visione di un mondo pacifico come “un’unica famiglia sotto Dio.” Riconosciuto come uno dei più prestigiosi premi per la pace a livello globale, il Sunhak Peace Prize continua a promuovere il dialogo e la cooperazione per affrontare le sfide del nostro tempo.

2. Ideali FondamentaIl Premio si fonda su tre principi cardine:

Sviluppo Umano Sostenibile: Promuovere una crescita economica e sociale che soddisfi i bisogni presenti senza compromettere le risorse delle generazioni future.

Risoluzione dei Conflitti: Favorire il dialogo e la comprensione reciproca per risolvere le dispute e costruire una pace duratura.

Conservazione Ecologica: Proteggere l’ambiente e promuovere pratiche sostenibili per garantire un pianeta sano per tutti.

Presentazione dei Vincitori del Premio Sunhak per la Pace 2025

Con grande onore, celebriamo quattro straordinarie personalità le cui innovative iniziative hanno dato un contributo significativo alla causa della pace e dello sviluppo sostenibile.

1. Patrick Awa

Fondatore dell’Ashesi University in Ghana, Patrick Awa ha trasformato l’istruzione superiore in Africa. Il suo curriculum innovativo combina leadership etica e formazione tecnologica all’avanguardia, preparando laureati capaci di affrontare sfide sistemiche come la povertà e le disuguaglianze. Il suo lavoro sottolinea il potere trasformativo dell’istruzione come pilastro del progresso sociale.

2. Hugh Evans

Fondatore di Global Citizen, Hugh Evans guida un movimento che mobilita le persone a intraprendere azioni concrete contro la povertà e le disuguaglianze. Grazie alla sua leadership, Global Citizen ha ottenuto impegni per oltre 43,6 miliardi di dollari, migliorando le vite di oltre 1,3 miliardi di persone in tutto il mondo. Il suo impegno ha ridefinito il concetto di cittadinanza globale, dimostrando il potenziale straordinario dell’azione collettiva nell’affrontare le sfide globali.

3. Wanjira Maathai

Prominente attivista ambientale e leader del Green Belt Movement, Wanjira Maathai è una pioniera nell’integrazione tra conservazione ambientale ed empowerment economico. Grazie alla sua guida, sono stati piantati oltre 51 milioni di alberi, contribuendo a combattere la deforestazione e l’erosione del suolo, mentre le comunità, in particolare le donne, hanno trovato nuove opportunità. Il suo impegno rappresenta l’importanza della sinergia tra sostenibilità ambientale e sviluppo comunitario.

4. Sua Eccellenza Sanana Gusmão

Ex Presidente e attuale Primo Ministro di Timor Est, Sanana Gusmão è riconosciuto per il suo incrollabile impegno nella non-violenza e nella pace. La sua leadership durante la lotta per l’indipendenza di Timor Est e i suoi sforzi per la riconciliazione hanno ispirato un modello globale di cooperazione tra nazioni colpite da conflitti. La sua dedizione al perdono e all’unità rappresenta un faro di speranza per l’umanità.

Un esempio per il mondo

Questi laureati incarnano gli ideali del Premio Sunhak per la Pace, dimostrando come gli sforzi individuali possano generare cambiamenti trasformativi e ispirare le future generazioni a costruire un mondo più giusto e pacifico.

Uniti nella Diversità: Il Ruolo delle Religioni nella Costruzione della Pace

La conferenza interreligiosa sulla pace e la fratellanza umana, intitolata "Cooperazione interreligiosa - fondamento per la fraternità umana e la cultura per la pace", ha evidenziato l'importanza del dialogo tra le diverse religioni come base per costruire una società coesa e pacifica. Durante l'incontro, si sono alternati interventi che hanno sottolineato il ruolo cruciale delle donne nei processi di mediazione e la famiglia come modello sociale. I relatori hanno condiviso messaggi di pace dall'Islam e dalla tradizione ebraica, enfatizzando la responsabilità individuale nel promuovere il rispetto e la comprensione reciproca. 

In particolare, la componente cristiana ha richiamato l'importanza della fratellanza e della solidarietà, sottolineando che le religioni devono essere strumenti di pace e non di conflitto. Inoltre, il rappresentante buddista ha enfatizzato la necessità di superare le divisioni e di riconoscere l'umanità comune che ci unisce, invitando tutti a scegliere di essere costruttori di pace. Questa sinergia tra le diverse tradizioni religiose ha messo in luce la ricchezza della diversità e l'urgenza di lavorare insieme per un futuro di armonia e giustizia.

Convegno sulla Cooperazione Interreligiosa e Fraternità Umana

di Redazione

“Cooperazione Interreligiosa: Fondamento per la Fraternità Umana e la Cultura per la Pace”, è il tema del convegno che si è svolto nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, presso il Senato della Repubblica a Roma, martedì 4 febbraio 2025.

Diritti Umani e Libertà di Coscienza: un Dialogo per la Pace

Nel contesto delle celebrazioni per la Giornata dei Diritti Umani, si è svolto a Roma, presso la Sala delle Bandiere dell’Ufficio del Parlamento Europeo, il convegno “Libertà di fede, credo e coscienza: sfide e conquiste per una cultura di pace”. Promosso da UPF Italia in collaborazione con altre organizzazioni, l’incontro ha offerto una riflessione multidisciplinare sulla libertà religiosa, valorizzando il dialogo come strumento per costruire società pacifiche e inclusive.

di Maria Gabriella Mieli

“Libertà di fede, credo e coscienza: sfide e conquiste per una cultura di pace” è stato il tema del convegno tenutosi presso la Sala delle Bandiere dell’Ufficio del Parlamento Europeo a Roma, martedì 10 dicembre 2024.

L’evento è stato organizzato da Universal Peace Federation (UPF Italia), dalla Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo (WFWP Italia), dal Centro Studi sulla Libertà di Religione, Credo, Coscienza (LIREC) e in collaborazione con l’Ufficio del Parlamento Europeo in Italia, con l’obiettivo di celebrare la Giornata dei Diritti Umani.

Cibo, Etica e Spirito: Le Religioni di Fronte alla Sostenibilità Alimentare

4 dicembre 2024 - In un mondo sempre più segnato da disuguaglianze e sprechi alimentari, il ruolo delle religioni e dell’etica nel promuovere modelli sostenibili diventa cruciale. Il webinar organizzato dalla UPF e dalla IAPD ha riunito esperti e leader spirituali per discutere come la cooperazione interreligiosa e i principi etici possano contribuire ad affrontare le sfide alimentari globali, offrendo spunti di riflessione e soluzioni pratiche.

di Carlo Zonato

Il webinar, moderato da Michele Cavallotto e organizzato dalla UPF e dalla IAPD, si è concentrato sul tema "Etica, spiritualità e sostenibilità alimentare". Cavallotto ha aperto l'incontro ringraziando i relatori e sottolineando l'importanza della cooperazione tra le religioni per affrontare le sfide alimentari globali. Ha evidenziato la disuguaglianza nella distribuzione del cibo e la necessità di ripristinare un senso di altruismo e solidarietà.

28 marzo 2025

Albertina Soliani*: “Salviamo il Myanmar, adesso”

«Un gravissimo terremoto di magnitudo 7.7 ha colpito il Myanmar. Attualmente si contano migliaia di vittime. Sembra che Aung San Suu Kyi sia rimasta illesa nel carcere di Naypyidaw, danneggiato e colpito da incendi. Il regime militare non garantisce informazioni, aiuti o protezione alla popolazione, come già accaduto in passato in circostanze analoghe.

Il Paese, già devastato dalla dittatura militare, dalla violenza e dalla carenza di aiuti umanitari, privato di beni essenziali come cibo, medicine ed elettricità, ha un disperato bisogno dell’intervento della comunità internazionale. L’ONU e l’Unione Europea si mobilitino per far arrivare immediatamente aiuti al popolo del Myanmar. Si avvii in Myanmar un dialogo inclusivo per una transizione democratica conforme alle aspettative del popolo.

La comunità internazionale deve salvare il Myanmar. Adesso. Chiediamo al Governo italiano di farsi promotore presso l’Unione Europea di un piano strategico per salvare il popolo del Myanmar.»

Albertina Soliani, Presidente dell’Istituto Alcide Cervi, già Presidente dell’Associazione Parlamentare “Amici della Birmania”

Vi segnaliamo l'IBAN dell'Associazione per l'Amicizia Italia Birmania per contribuire alla raccolta fondi che stiamo lanciando per mandare aiuti per I colpiti dal terremoto in Myanmar. 

IBAN: IT02J0623012706000035930605 

Causale: Erogazione Liberale Terremoto Myanmar

 

Albertina Soliani è una Abasciatrice di Pace della Universal Peace Federation

5 marzo 2025

Un tempo di rinnovamento e speranza

Nel Natale 2024, con l’apertura del Giubileo, la Chiesa cattolica ha invitato i fedeli a riscoprire il significato profondo di grazia, riconciliazione e rinnovamento. In un mondo segnato da sfide globali e profonde divisioni, questo evento storico si presenta come un’opportunità per riflettere non solo sul cammino della fede, ma anche sul ruolo delle Chiese cristiane nel confronto con la modernità, tra dialogo, identità e impegno per una società più giusta e solidale.

di Giorgio Gasperoni

Nel Natale 2024 la Chiesa cattolica ha aperto un nuovo Giubileo, un evento che, ogni venticinque anni, richiama i fedeli a un tempo di grazia, rinnovamento e perdono. Nella tradizione biblica, il Giubileo era un anno speciale di riconciliazione, in cui debiti venivano cancellati, schiavi liberati e la terra tornava a essere ridistribuita secondo giustizia. Oggi, in un contesto globale segnato da divisioni sociali, conflitti e un crescente bisogno di dialogo, il Giubileo assume un significato profondo, invitando non solo i cristiani, ma l’intera umanità, a una riflessione sul valore della misericordia e della solidarietà.