Bergamo, 27 settembre 2010
Le sezioni lombarde della UPF, e cioè Milano, Bergamo e Monza, hanno deciso quest’anno di coordinare le loro attività in occasione della Giornata della Pace proclamata dall’ONU.
Hanno quindi organizzato una settimana di attività che ha compreso quattro incontri. Il primo si è svolto a Monza il 21 settembre: l'ormai tradizionale – per la città brianzola – Veglia Interreligiosa di Preghiera. Di fronte al municipio personalità di diverse fedi e comunità religiose hanno offerto a rotazione un momento di preghiera e riflessione, come sfondo e sostegno spirituale per la pace nel mondo.
Il 23 settembre è seguita a Milano, presso la sala provinciale Spazio Guicciardini, un incontro con una sfumatura diversa: Tra cielo e terra: pensieri, passi… ed azione. Varie associazioni impegnate in progetti umanitari, esponenti del mondo accademico, della cultura, del giornalismo, dell’arte e della fede, hanno offerto le proprie riflessioni ed esperienze concrete per promuovere una cultura di pace.
L’iniziativa successiva si è svolta a Bergamo, il 25 settembre. Presso un agriturismo di Sotto il Monte si è tenuto un seminario di una giornata su Famiglia, Comunità e Pace. Lo scopo era esaminare il ruolo strategico della cooperazione interreligiosa per la costruzione della pace. Sono intervenuti esponenti di varie fedi e della società civile, che hanno offerto i loro suggerimenti per il consolidamento di una rinnovata coscienza spirituale e sociale come base per costruire percorsi di pace duratura.
Martedì 28 settembre si è tornati a Monza dove presso il Teatro Binario si è svolto uno spettacolo di cabaret per beneficenza: Ridere per aiutare a sorridere. Lo scopo era quello di sostenere la Tashi School di Kathmandu ed i giovani profughi birmani. Hanno partecipato comici di Zelig e di Colorado Café.
Questo è quanto le tre Sezioni hanno offerto in occasione di questa giornata, nella certezza che per costruire la pace vale più un’ora di preghiera e di ricerca su come viverla personalmente che giornate intere volte a recriminare le guerre.
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