1 novembre 2010

SCENARI GLOBALI AL 2025

Previsioni ed aspettative del think tank statunitense. Il documento ha un respiro internazionale, oltre che apprezzabile per qualità, autorevolezza e profondità sui prossimi anni.

CARLO ALBERTO TABACCHI

A fine 2008 il National Intelligence Council (NIC) ha pubblicato la sua quarta proiezione a 15 anni sullo stato del mondo.
Il Council un think tank della comunità intelligence del governo statunitense; anche alcuni prestigiosi istituti americani di ricerca strategica e geopolitica hanno dato un contributo agli scenari globali: tra gli altri la Rand Corporation, il Council for Foreign Relations, la Brooking Institution.
Il documento rileva che nel 2025 il sistema internazionale, scaturito dalla seconda guerra mondiale, sarà irriconoscibile per l'ascesa di nuove potenze e blocchi regionali emergenti, l'accentuato carattere globalizzato delle economie, l'intenso trasferimento della ricchezza da ovest ad est, l'evoluzione imprevedibile di contesti istituzionali e l'influenza sempre marcata di organismi non statuali — rete di relazioni, potentati economici, etnie, raggruppamenti ideologici, confessioni religiose, agenzie multilaterali, lobby transnazionali, enti non governativi, organizzazioni criminali. Alcuni di questi organismi/entità assumeranno un'influenza paragonabile a quella di veri e propri stati.
Il mondo tra 15 anni sarà multipolare e globalizzato, sempre più. diviso tra paesi avanzati e quelli in via di sviluppo. Alcune problematiche si accentueranno: invecchiamento delle popolazioni nel mondo benestante combinato con l'incremento tumultuoso di centinaia di milioni di non abbienti; crescente scarsità di energia, cibo ed acqua; mutazioni climatiche che da sole potrebbero indurre più cambiamenti di tutti gli altri fattori combinati.
Ciò che verrà fuori dall'effettivo svilupparsi ed interagire delle traiettorie abbozzate nel Global Trends 2025 e ovviamente tutt'altro che chiaro. Focalizzando le gerarchie e le graduatorie di potenza degli stati è presumibile che gli Stati Uniti resteranno il soggetto pia forte della scena anche se il declino relativo già in atto da qualche anno dovrebbe confermarsi e forse aumentare a favore dei più diretti inseguitori, Cina e Russia. Il potere economico di Pechino, New Delhi e Mosca si dovrebbe tradurre in una accentuata caratterizzazione strategica delle rispettive politiche estere, anche se in altre parti del rapporto questo collegamento ed il forte sviluppo non sono dati per scontati.
Nel settore militare, il declino americano è già avvenuto in seguito al rafforzamento dei competitori strategici tradizionali e all'irruzione di modalità belliche innovative e non convenzionali (gestite sia da stati che da non-stati); tali aspetti interessano le tematiche della guerra asimmetrica, irregolare, cibernetica, internet-centrica, economica, informativa ed informatica, in gran parte mirate a disarticolare i gangli vitali delle società fortemente industrializzate e a far venir meno il consenso delle pubbliche opinioni, il vero sovrano delle società.
Il rapporto NIC resta piuttosto pessimistico sull'ipotesi che l'Unione Europea possa diventare un attore in grado di contribuire alla salvaguardia degli interessi occidentali nel mondo.
Lo stesso Council ipotizza che l'espansione economica in corso in Cina, India e Russia dovrebbe tradursi in una spiccata dimensione militare rispetto alla corrispondente americana in ripiegamento e a quel che resta di quella europea in crisi di marcata. timidezza. Non chiaro il modello al quale le 3 potenze potrebbero ispirarsi, se il "Marte" americano, la "Venere" europea, un mix tra i due o qualcos'altro di completamente originale, almeno per la Cina che costituisce la capofila della triade e brilla per condurre una suadente politica estera con mezzi diplomatici ed economici, senza muscolarismi militari.
Riguardo lo sviluppo economico, il documento NIC rileva che il trasferimento di ricchezza e di potere in atto del mondo è' senza precedenti nella storia moderna, specialmente per quanto concerne i volumi, la rapidità del processo e la sua univocità direzionale da occidente a oriente. Due le ragioni: innanzitutto l'esplosione dei prezzi energetici e delle
materie prime degli anni passati ha generato profitti enormi concentrati in poche mani, molto più autonome ed avvedute rispetto al passato; in secondo luogo, i bassi costi della manodopera asiatica si sono combinati con politiche governative finalizzate a trarre da essi il massimo delle opportunità, determinando il trasferimento generalizzato verso est di prodotti e servizi.
Tra i Bric, la Cina é destinata nei prossimi 20 anni ad avere il maggiore impatto sull'economia mondiale di qualsiasi altro paese.
L'india continuerà con tutta probabilità il suo sviluppo economico, dandosi da fare per tradurre le sue dimensioni in peso geopolitico non solo in Asia. I due colossi dovranno decidere la modulazione dei rispettivi ruoli e dei rapporti reciproci. Mosca ha il potenziale per diventare più ricca di quanto sia ora ma solo se riuscirà a investire in capitale umano (aspetti demografici compresi) e a diversificare la sua economia e a integrarla nel mercato globale.
Europa e Giappone sono trattati dal documento NIC con una certa condiscendenza, legati da un declino demografico, economico e geopolitico.
Cina e Russia ed in misura minore India non tendono a seguire il modello occidentale di crescita adottando una versione più o meno autoctona dei- capitalismo di stato, utilizzato da altri paesi come Corea del Sud, Taiwan e Singapore.
Proseguendo su altre aree del mondo, il record negativo continuerà ad essere attribuito all'Africa sub-sahariana, restando la zona pia vulnerabile al frazionismo economico, allo stress demografico, alla conflittualità interna e all'instabilità. politica, nonostante la nota ricchezza di materie prime. Tale prosperità finirà paradossalmente per incrementare i problemi in quanto i proventi continueranno con ogni probabilità a fluire in gran parte nelle tasche delle stesse "cupole" incompetenti e corrotte responsabili dei guai di oggi, aggravando la disparità dei redditi nei vari contesti sociali e diminuendo le prospettive di riforme democratiche e liberali.
Sull'America Latina previsioni complessivamente positive per i paesi più avanzati come Brasile, Cile e in misura minore Messico ed Argentina; l'America Latina resterà indietro rispetto all'Asia in termini di stabilità politica, statura strategica e competitività economica.
Le principali preoccupazioni dei governi e delle opinioni pubbliche continueranno a risiedere nella proliferazione delle armi di sterminio, nei conflitti e nel terrorismo.
La questione dei nucleare iraniano e dei persistente contenzioso tra India e Pakistan è presumibile che tra un quindicennio sia superata da altre. La conflittualità dovrebbe avere una valenza più pragmatica che ideologica: sfide della globalizzazione, mutamenti repentini alla aggregazione di interessi esistenti, competizione per le risorse .....
E' improbabile infine che il terrorismo per il 2025 scompaia, ma la sua capacità di attrazione potrebbe diminuire, soprattutto se lo sviluppo economico delle aree a maggiore rischio di proselitismo proseguirà e la disoccupazione giovanile si ridurrà. Gli attentati del futuro potrebbero essere più rari ma nel contempo maggiormente esiziali: necessario non abbassare mai la guardia.
In conclusione, la globalizzazione — di per sé un fenomeno vitale e foriero di prosperità ed in prospettiva di allentamento delle tensioni — mette in contatto mondi, culture e bisogni e continuerà inarrestabile il suo cammino.

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