Circa un anno e mezzo fa è stata pubblicata in Corea l’autobiografia del Rev. Moon, Un cittadino del mondo. La casa editrice, Gimm-Young, deve essere particolarmente felice di essersi aggiudicata la pubblicazione, visto che ad oggi ne ha vendute oltre un milione di copie.
In Italia il libro è stato pubblicato da Steber Edizioni, una giovane casa editrice fondata da Antonio Ciacciarelli. Nel mese di settembre, Steber ha pubblicato una prima tiratura di prova andata subito esaurita, e sta ora mettendo a punto l’edizione definitiva.
Abbiamo rivolto a Ciacciarelli alcune domande in proposito.
Cosa l’ha spinta a pubblicare l’autobiografia del Rev. Moon?
Lei sa che faccio parte del Movimento dell’Unificazione, fondato dal Rev. Moon, ma la pubblicazione del libro da parte di Steber non nasce da un ordine di scuderia o dal semplice desiderio di pubblicare la vita del fondatore. Certo, la considerazione personale che ho dell'uomo è uno dei fattori che mi ha spinto a farlo, ma i motivi principali sono due.
Il primo è che la figura del Rev. Moon è sempre stata maltrattata dai mezzi di informazione, soprattutto fino agli inizi del nuovo secolo; di conseguenza l'opinione pubblica è fortemente prevenuta nei suoi confronti. Il mettere in circolazione una pubblicazione "ufficiale" che porti un punto di vista diverso da quello prevalente significa fornire al Rev. Moon una possibilità di replica, che ha il diritto di essere conosciuta. Il diritto di far conoscere chi si è veramente, di non essere condannati senza esporre le proprie ragioni è un diritto umano fondamentale.
E l’altro motivo?
L’altro motivo è che, qualunque sia l'opinione che si abbia su di lui, è un uomo che ha inciso in modo notevole sulla storia contemporanea. E questo dal punto di vista religioso, politico ed economico. Si può essere d’accordo o meno con la sua teologia e con la sua visione del mondo, ma il peso che ha sulla società attuale è notevole ed è non solo giusto, ma necessario conoscere chi è e cosa ha fatto. In ogni caso, partendo letteralmente da zero ha costruito un movimento religioso che in pochi decenni si è espanso in tutto il mondo.
E ha costruito anche un impero economico.
Certo, e dicendo questo allude alle controversie che ha generato la potenza economica del suo movimento. Ma se è per questo ha realizzato tante iniziative nei campi più diversi, alcune delle quali altrettanto controverse… come ripeto, il primo pensiero che mi è venuto quando ho saputo di questo libro è stato: voglio pubblicarlo per far conoscere la sua versione dei fatti.
Il Rev. Moon che emerge dal libro, è diverso da quello che ha conosciuto lei?
Per alcuni versi sì. Ad esempio, il libro si apre con queste parole: “Un’intensa pioggia primaverile è caduta tutta la notte, ed è stato così bello che ho trascorso l’intero mattino passeggiando nel parco”. Faccio parte del Movimento dell'Unificazione dal 1972, ed in tutti questi anni l'immagine prevalente che mi giungeva del Rev. Moon era quella di un uomo sempre attivo, occupato ad ispirare i membri, ad organizzare eventi, a fare discorsi pubblici; quasi mai venivano comunicati momenti così sereni, contemplativi. Il libro è servito quindi anche a me per liberarmi di alcuni stereotipi che mi trascinavo appresso senza esserne consapevole.
Altri stereotipi che ha abbandonato?
Mi viene in mente un’altra grande differenza tra l’aspetto pubblico e quello privato: quando compare in pubblico con la moglie, Hak-ja, è lui a dominare la scena; ad un qualsiasi osservatore la moglie potrebbe sembrare una figura di secondo piano, una qualsiasi compagna di un qualsiasi uomo pubblico. In questo caso sapevo già che non era così, ma lo sapevo solo in teoria. L'Autobiografia mette fortemente in rilievo il ruolo svolto da Hak-ja, il rispetto che il marito ha per lei e per le sue scelte, il dialogo che la coppia sviluppa.
Emerge insomma la vita privata della coppia, che non può evidenziarsi nelle apparizioni pubbliche. Anche questo è un contributo alla conoscenza di un uomo, di una coppia, di una famiglia che, comunque la si pensi, stanno avendo un forte impatto sulla società.
Quali parti del libro preferisce?
Se devo proprio scegliere cito due punti in particolare: il primo è dato dai primi capitoli, nei quali l’autore parla della sua infanzia in toni anche poetici; il secondo punto è il racconto della sua visita nella Corea del Nord, ed in particolare l’incontro con il dittatore Kim Il-sung.
Il Rev. Moon aveva da sempre il desiderio di incontrare il dittatore; secondo la sua visione spirituale – e non solo sua – è necessario superare qualunque risentimento contro chiunque, indipendentemente dal torto che si è subito.
Il Rev. Moon, alla fine degli anni 40, era stato condannato dal regime comunista guidato da Kim a morire in un campo di lavoro. Liberato dalle forze dell'ONU durante la guerra di Corea, si era salvato. Pare che Kim Il-sung abbia cercato almeno una volta di farlo uccidere in Corea del Sud, per porre fine alle attività anticomuniste di Moon.
Nonostante questi trascorsi, il Rev. Moon, non appena incontra Kim, lo abbraccia e da quel momento i due si comportano come fratelli. Un episodio per me emozionante.
La sua casa editrice si specializzerà in pubblicazioni sul Movimento dell’Unificazione?
Assolutamente no. Stiamo vivendo in un periodo storico apparentemente, ma solo apparentemente, dominato dal materialismo. In realtà c’è una forte ricerca spirituale nelle persone. Ciò è dimostrato dal fatto, ad esempio, che l’editoria cattolica è in forte crescita, dal fatto che i corsi di studio della Bibbia sono affollati… Il mio desiderio è fornire libri che permettano a chi li legge di orientare consapevolmente la propria vita; il mio punto di vista è che non esiste una distinzione netta tra valori spirituali e – ad esempio – i valori civili. Entrambi sono espressione di un’unica verità. Esiste una scala di valori, non una contrapposizione di valori di diversa natura; e sono certo che queste strade alla fine convergono.
Vorrei mettere a disposizione di chi cerca di fare un passo avanti nella propria vita interiore gli stimoli intellettuali e spirituali di cui ha bisogno come persona, indipendentemente dal fatto che sia religioso o meno, che sia cattolico o islamico o altro. Siamo tutti diversi e la crescita di ciascuno segue una strada diversa da quelle degli altri.
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