1 novembre 2010

Dossier sui Diritti Umani a cura di Giorgio Gasperoni Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

Il 10 Dicembre del 1948 fu firmata a Parigi la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Prese forma dall'indignazione suscitata per le terribili conseguenze dovute alla Seconda Guerra mondiale; questo documento costituisce la base delle Nazioni Unite insieme al suo stesso Statuto del 1945.
Il documento riveste un'importanza fondamentale in quanto sancisce universalmente i diritti che spettano ad ogni essere umano. Naturalmente, con dei distinguo da parte di nazioni non democratiche che affermano che la Dichiarazione, essendo una enunciazione di Principio dell'Assemblea, non è giuridicamente vincolante per gli Stati membri dell'organizzazione dell'ONU.
Comunque, la Dichiarazione condensa un intenso percorso storico fatto di dibattiti filosofici sull'etica e i diritti umani nelle varie epoche storiche e nelle varie regioni del mondo.
Indubbiamente, la dichiarazione ha subito un'influenza fortissima dei principi etici classico-europei a partire dal Bill of Rights (1689), alla Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti (4 luglio 1776), alla Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1979 durante la Rivoluzione Francese. I diritti civili e politici di queste dichiarazioni precedenti sono molto presenti in quest'ultima Dichiarazione.
Per arrivare alla versione definitiva c'è stato un ampio dibattito che va dal 21 settembre all'8 Dicembre 1948, fra i quali si sono distinti i Dr. R. Cassin, Dr. Malik, Dott. Chang.
Il primo articolo della Dichiarazione universale dei diritti umani recita:
«Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti.
Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.»
Durante l'intenso dibattito intercorsone gli ultimi mesi del '48, il rappresentante del Brasile, Austregésilo de Athayde, aveva suggerito che il primo articolo della Dichiarazione iniziasse in questo modo: "Creati a somiglianza ed immagine di Dio, essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza".
Del resto, il Preambolo alla "Dichiarazione d'Indipendenza" degli Sati Uniti d'America faceva riferimento al Creatore, "Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità". Anche il Preambolo alla "Dichiarazione dei Diritti dell'uomo e del cittadino" francese recita, "In conseguenza, l’Assemblea Nazionale riconosce e dichiara, in presenza e sotto gli auspici dell’Essere Supremo, i seguenti diritti dell’uomo e del cittadino". Riconoscendoli come "naturali, inalienabili e sacri".
Il rappresentante del Brasile nel sostenere la sua tesi all'interno della Commissione dei Diritti Umani aveva fatto notare per di difendere i diritti espressi nella dichiarazione era importante che non risultassero troppo generici. Nel Preambolo ci doveva essere un riferimento a Dio come l'origine assoluta di tutti i diritti. Questo avrebbe riconosciuto l'importanza delle grandi correnti spirituali per mantenere e sviluppare la cooperazione internazionale... Il lavoro della Commissione sarebbe stato molto più in sintonia con la volontà e speranze dei popoli e, invece di essere solo un'espressione arida della filosofia agnostica, avrebbe rispettato la fede religiosa della maggior parte dell'umanità.
Il rappresentante del Libano, Charles H. Malik voleva un esplicito riferimento a Dio nel primo articolo per affermare che gli individui sono dotati di alcuni inalienabili diritti dategli dal loro Creatore. Il rappresentante francese, René Cassin non fu d'accordo, perché come sosteneva lui, tutto ciò avrebbe ridotto la portata universale del documento.
Il rappresentante cinese, Pen-Chung Chang, voleva aggiustare la Dichiarazione dalla prospettiva confuciana che riconosce il "cielo" ma non ha il concetto di Dio. Quindi ha chiesto che fossero omesse le parole "Dio" e "per natura".
Molto probabilmente, a distanza di più di 60 anni, è giunto il tempo di aggiungere Dio e i valori assoluti senza il pericolo di perdere l'accezione universale. Un buon esempio di questo è l'elegante testo del Preambolo della Costituzione polacca che recita: "Per coloro che credono che Dio è l'origine della giustizia, bellezza, e bontà e molti altri valori, e per coloro che potrebbero non credere in Dio ma allo stesso tempo apprezzano questi valori...". Nel 2000 il Rev. Moon ha proposto alle Nazioni Unite di inserire un Consiglio Interreligioso al loro interno. (La proposta viene riportata a parte su questo numero)
I sostenitori della legge della natura sostengono che i diritti umani non risiedono in documenti legali ma sono parte integrante della nostra natura in quanto essere umani, una natura che è superiore e precede tutti i decreti legali. Le tradizioni religiose sostengono che tali diritti naturali sono caratteristiche dateci da Dio.
I sostenitori del positivismo sostengono che gli unici diritti accettabili sono quelli riconosciuti dai documenti legali. "I diritti non sono un qualcosa preesistente per natura che potremmo scoprire come ad esempio i cromosomi o i continenti. I diritti sono un qualche cosa che noi creiamo tramite delle convenzioni. Perciò, la domanda non è quali diritti hanno le creature ma piuttosto quali diritti noi vogliamo avere".
Benedetto XVI nel suo messaggio nel Giorno Mondiale della Pace, 1 Gennaio 2007, affermava che solamente se radicati nella natura dataci da Dio, i diritti attribuiti a lui possono essere affermati senza paura di contraddizione. Conseguentemente, è importante che le agenzie internazionali non perdano di vista la fondazione naturale dei diritti. Questo eviterebbe il rischio di scivolare, sfortunatamente sempre presente, verso un'interpretazione positivistica di tali diritti.
La protezione dell'amore e della vita, libertà di coscienza e responsabilità, ed anche la proprietà e molti altri diritti inalienabili, non esistono semplicemente perché qualcuno li ha scoperti ho riconosciuti oppure sono stato stabiliti per legge. Al contrario, amore, vita e libertà di coscienza, e responsabilità, così come la proprietà esistono da sempre. Questo ha creato l'esigenza nei popoli di fare delle leggi per proteggerli.
L'esistenza di costituzioni scritte le quali esprimono la volontà sovrana dei popoli e delle loro famiglie in termini di giustizia e legge naturale, è la protezione più efficace dall'abuso del potere, dalla distruzione della libertà, e la debolezza umana di coloro che ci governano.
Concludo questa analisi sui diritti umani con una dichiarazione del Dott. Miguel Angel Cano, di Etica e Pace: "ogni essere umano, senza distinzioni di genere, razza, etnicità, classe o condizione sociale ha la stessa speciale dignità, parte della sua natura o conferitagli da Dio, che distingue gli esseri umani dal resto dell'altre creature, lo stesso valore cosmico, unico ed eterno il quale è innato ed intrinseco alla loro condizione umana. Perciò, tutti meritano la stessa considerazione e il più grande rispetto".

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