21 novembre 2019

COSENZA: CONVEGNI ED INCONTRI

di Antonio Saccà

Ormai è diventata una consuetudine felice recarmi a Cosenza per vedere persone amiche e per discutere i miei libri e situazioni sociali. In questi giorni ho trascorso momenti di notevole rilevanza per ciò di cui abbiamo parlato e per le persone incontrate. Cosenza è una delle città con maggiore effervescenza culturale e mentalità imprenditoriale diffusa, gente che magare ha difficoltà ad operare ma che vuole operare. A differenza di altre città meridionali sconfortate e rassegnate i cosentini possono sentirsi sconfortati ma non rassegnati. Tutt’altro. Perché stare a Cosenza è vibrare di
animazione, oltretutto sono accolto da una persona o meglio un personaggio che tiene le fila di molteplici situazioni imprenditoriali con una instancabilità che risolve tutte le intrigate vicissitudine serenamente. Questo personaggio è Sante Blasi, presidente delle piccole e media imprese della Calabria e di altre istituzioni. Ed è proprio per l’invito a partecipare ad un convegno condotto da Blasi che è iniziata la mia sosta a Cosenza. Si trattava di discutere sulla cosiddetta moneta aggiuntiva vale a dire una moneta che i comuni potrebbero aggiungere di loro iniziativa a chi non ha un reddito sufficiente in maniera da favorirne i consumi.
È una tesi sostenuta in passato da un docente molto animoso, Auriti, il quale sulla scia delle teoria di Ezra Pound ritiene che le banche odierne di emissione private prestano alla stato quanto coniano, stampano dietro interesse, sicché in certo qual modo tutta l‘economia viene falsata perché la società, il popolo devono risanare gli interessi, che Pound denominava usurari, alle banche, insomma il sistema economico avrebbe un vizio d’origine, il debito che lo stato e quindi i cittadini soffrono verso le banche private di emissione, in certo senso fatichiamo e lavoriamo per risarcire il debito originario. Ciò non avverrebbe se i comuni dessero direttamente senza prenderlo dalle banche denaro. Queste
tesi sono state esposte con forte convinzione dai partecipanti del convegno, Francesco Marasco, Angiolino Cozza, Sergio Basile, con una espansione del tema che coinvolgeva l'intero sistema capitalistico, il ruolo delle banche, l'economia reale... Personalmente ho ritenuto e ritengo che elargire denaro gratuitamente per rimediare i bisogni può a sua volta distorcere l’economia e suscitare inerzia nel popolo, a meno che queste largizioni si rivolgano ad un numero minimo di cittadini che sono impediti di lavorare, nel qual caso la formula avrebbe scarso impatto nella società e non avrebbe di sicuro effetto sui grandi fenomeni che stanno avvenendo nel capitalismo. A mio avviso il grande fenomeno storico del capitalismi attuale, come ho scritto in molte occasioni, consiste nella diminuzione di lavoro dovuto alle nuove tecnologie, la robotica e l’intelligenza artificiale, che elimineranno una grandissima quantità di lavoratori, sicché eventualmente i comuni dovrebbero dare una enorme quantità di denaro gratuito, il che mi appare inconcepibile assai più opportuna una eventuale soluzione che cambi il sistema produttivo ad esempio diminuendo l’orario di lavoro per dare lavoro a tutti oppure creare imprese per l’occupazione e non per il profitto gestite dagli stessi lavoratori magari mettendo a capo un vero e proprio manager. Ne veniva effervescente discussione sul ruolo delle banche private di emissione, sull’usura di queste banche, sulla necessità che le istituzioni pubbliche locali consapevoli dei bisogni dei cittadini intervengano, sulla improbabilità che il capitalista accetti la definizione dell’orario di lavoro, con una consistente dialettica da parte di Basile e Marasco… A mia volta ribadivo che appunto perché il capitalista non accetterà l’orario di lavoro diminuito e licenzierà gli operai ci troveremo ad avere a che fare con milioni di disoccupati e non mi sembra che la carità comunale sia utilizzabile ma piuttosto un cambio di sistema. Tenuto conto che il capitalismo del profitto, licenzia ed usa le macchine al posto degli uomini. Le tesi che sembravano inconciliabili e ad un passo dalla contraddittorietà in realtà convergevano su un punto decisivo, la società che non può lasciare alla deriva i cittadini. Che si diminuisca l‘orario di lavoro o si creano imprese per le occupazioni o si utilizzino le nuove tecnologia per elargire i benefici all’intera società e anche a chi non lavora in fondo in tutto ciò vi è uno scopo comune, si prende atto che la società così com’è non può continuare e che essa in un modo o nell’altro deve provvedere alla evidenza ormai certa della disoccupazione di massa. Personalmente sono per la diminuzione dell’orario di lavoro o per l‘impresa degli operai al fine dell’auto occupazione e non per il profitto del capitale che ritengo ragione di tutti i mai perché oggi il profitto esiste senza l’occupazione ma se si ritiene che aumentata la produttività con i mezzi tecnologici ma con fuori dal sistema produttivo molti lavoratori, e quindi bisogna ricorrere ad un sostegno pubblico magari con modi da studiare, niente da opporre giacché, e in ogni caso, non è concepibile una società che produce di più con meno lavoratori e lasci migliaia e migliaia di persone in condizione di miseria. È stato, questo incontro retto da Sante Blasi, tra i più coraggiosi e investigativi sulla condizione reale dell'economia a cui ho preso parte, senza cercare soluzioni di scarso rilievo, tangenziali, e senza mascherare la gravità della situazione. Gli incontri organizzati da Sante Blasi di solito vengono ripresi, eccellentemente, da una coppia “televisiva”, migawebtv.it, di Gabriella Ruggeri e Michele Rucchetto, dei quali ho visitato il piccolo, limpido Studio che hanno da poco suscitato.

L’altro convegno aveva una ragione d’essere celebrativa, il decennale dell’Associazione LIBERAMENTE quindi la libertà della mente. Associazione attualmente presieduto da Rosanna Labonia. E’ stata una cerimonia di impegno sociale nell’enumerazione delle iniziative che l’Associazione ha svolto in questi dieci anni, viaggi, presentazione di libri, attività salutistiche e soprattutto un amalgama dello stare insieme nel potenziamento della cultura, dell’arte e della salute, non un semplice stare insieme associativo per ammazzare il tempo, tutt’altro: per valorizzare il tempo. A tal proposito opportuno dire che nell’Italia meridionale tanto denigrata è viva ancora una memoria vissuta del passato greco, romano che stupisce in un’epoca che sembra vivere nel presente e non ha memoria storica. Nel meridione la Grecia è viva, il mondo classico è vivo, la memoria della cultura vive, le professioni tecnologiche non hanno estinto le professioni umanistiche, la cultura non ha un significato solo scientifico tecnologico utilitaristico, si respira la civiltà umanistica, vi sono residui classici. Ed è un pregio di queste associazioni che il passato sia presente. Di questo umanesimo “classico” hanno detto concordemente Mariolina Cucunato Sanelli, Franco Barcello, Luigi De Rse, Rosanna Labonio, Sante Blasi... La serata oltre a svolgersi in un bell'edificio della biblioteca del comune di Rose (Cosenza) con al piano terreno un piccolo museo per gli arnesi del lavoro del tempo andato e al primo piano la magnifica biblioteca è poi continuata nel concerton del soprano Anna Bentrovato, dalla voce energica, estesa, e della pianista Anna Rita Ruffo, melodiosa, in una festività che come dicevo coniuga la cultura ai rapporti umani.
Accennavo a degli incontri, un amico di Sante Blasi e mediatamente mio amico, Salvatore Muraca, mi aveva accennato in passato che voleva condurmi da un imprenditore locale e questa volta ci siamo recati. In una collinetta di Rende salendo per giravolte nella campagna ed entrando in un cancello privato e salendo ancora tra alberi e fichidindia si giunge ad una villa che più garbata, elegante, limpida non se ne può immaginare. Intorno una bellissima campagna alberata e la vista dell’intera collina declinante, fitta di fronde, un mare vegetale. La villa, colore ocra, al suo interno è rasserenante, vasti saloni, gonfi tappeti, mobili antichi lustri, un bel pianoforte, una cucina limpida che sembra venuta fuori dai quadri olandesi del '600, è la ricchezza unita al buon gusto, nessuno sfarzo esibito. ma appunto, dicevo, la ricchezza unita al buon giusto. e l'indimenticabile veduta sulla scoscesa collina alberatissima che gonfia di salute la vista ed il respiro. Di tutto questo è artefice Salvatore Gatto, che a quanto vengo a saper possiede supermercati ristoranti e ha avuto ben 3000 dipendenti, e per quel poco che ho conversato è un vero imprenditore, animato dal fare e voler fare, sì, un imprenditore del Sud, che, a vederne l'abitazione e il modo gradevole di accogliere non è un fanatico del denaro ma rende il denaro mezzo del saper vivere.
Non potevo concludere la visita a Cosenza privandomi di un piccolo paradiso terrestre, la Fattoria Stocchi, di Rende. Il breve giardino di ingresso pendente di fiori e di fronde, accoglie come una intimità nascosta, poi vi è una piccola zona coperta con piante dal fogliame gigantesco, all'interno la stessa sobrietà elegante di Villa Gatto, un'atmosfera anni trenta anni cinquanta, adattata. Stavolta la padrona di... casa è una donna, che sembra nata per quel posto, elegante e signorile come è Nuccia Doninelli, restare in quel luogo, conversare con Nuccia Doninelli, isola dal mondo corrente. Che strana condizione, paradisi privati, ed una vita pubblica tanto impervia. Ma più mi reco al Sud, la mia Terra, più mi convinco che la rigenerazione verrà da queste persone. Ripeto, vi è un umanesimo indomabile, prima o poi risorgerà.

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