7 novembre 2019

Libertà come strumento di pace

di Giorgio Gasperoni
«La libertà e la creatività sono le capacità che consentono agli individui di realizzare gli obiettivi della propria vita, cioè di diventare responsabili per sé stessi, preservando la propria esistenza e coltivando i propri talenti, e anche per gli altri, contribuendo in modo volontario e creativo al benessere e alla felicità della propria famiglia, comunità, nazione e mondo» (1).
Vivere in un paese libero non significa fare tutto ciò che più ci aggrada, o seguire ogni impulso. Non si deve avere quest’atteggiamento. 
Se studiamo la storia, possiamo vedere che quando, nel Medioevo, l’ideale politico di libertà ha cominciato a emergere con forza, era ispirato da una visione religiosa. 
Quando, però, le persone hanno iniziato ad allontanarsi da tale visione, la libertà stessa ha iniziato a collassare. Solo quando le civiltà hanno cercato di vivere in accordo all’etica e alla morale, è stato possibile costruire società libere. Per lo stesso motivo, quando le istituzioni religiose si sono allontanate da Dio, divenendo corrotte e vivendo per i propri interessi, la libertà è venuta gradualmente a mancare. È interessante notare che oggi l’umanità si trova in un momento molto delicato. Da un lato ci sono tutte le condizioni per la creazione di una società mondiale più giusta attraverso lo sviluppo diffuso di democrazia e libertà, dall’altro tutto ciò è in pericolo e potrebbe essere perduto. 
Una società libera è una società dove le persone realizzano tre obiettivi di vita: la maturazione del proprio carattere, la creazione di una famiglia estesa (moltiplicazione non solo numerica ma vita fatta di relazioni), e una buona Governance (o Gestione) dell’ambiente. 
Un popolo libero sa essere il guardiano della propria sicurezza sia interna che esterna, ha fiducia nei suoi mezzi e non scappa dalle sue responsabilità. È una società di libertà e responsabilità.
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’Uomo e la Carta delle Nazioni Unite hanno gli stessi obiettivi: la realizzazione della pace e la formazione di cittadini del mondo. 
Sappiamo quanto sia stato difficile nel corso della storia - e quanto ancora lo sia - trasporre l’essenza del messaggio dei diritti umani dalla teoria alla pratica, che tutte le persone sono create eguali per quanto riguarda la loro dignità, e che tutti sono membri dell’unica famiglia umana, indipendentemente dalla loro cultura, religione, nazionalità, genere e lingua, così come affermato nell’Articolo 2.1 della Dichiarazione Universale. 
Tuttavia, troppe persone hanno elaborato delle false giustificazioni per escludere gli altri dalla dignità umana. 
Anche nelle “società senza guerra” si può osservare l’abuso delle differenze religiose e culturali, e l’astuto sfruttamento delle stesse, a fini di vantaggio personale o allo scopo di raggiungere o mantenere il potere politico. 
I problemi del mondo hanno una radice spirituale ed etica come afferma il preambolo della Carta di Fondazione dell’Unesco “poiché le guerre hanno inizio nelle menti degli uomini, è nelle menti degli uomini che devono essere costruite le difese della pace”. 
La libertà non è un fine in sé stesso, ma è uno strumento per raggiungere obiettivi di vita e in ultimo la piena felicità. La libertà, quindi, piuttosto che un fine in sé, è un valore strumentale, un mezzo per il compimento dello scopo della nostra vita: la realizzazione della felicità.
È del tutto legittimo che gli individui perseguano liberamente i propri interessi, siano essi di studio, lavoro o benessere materiale, a condizione che non sia trascurato il fatto che lo scopo principale o la responsabilità umana primaria è usare i talenti, il lavoro o le proprie risorse per fare cose che vadano a beneficio di gruppi sociali più ampi.
I Diritti Umani riconoscono che tutte le persone sono create uguali ed hanno pari opportunità e dignità: Dag Hammarskjöld, il secondo Segretario Generale delle Nazioni Unite, il 22 Dicembre 1953 dichiarava “...Il nostro lavoro per la Pace deve iniziare all’interno della sfera privata di ognuno di noi. Per costruire un mondo senza paura, dobbiamo essere senza paura. Per costruire un mondo di giustizia, dobbiamo essere giusti. E come possiamo lottare per la libertà se non siamo liberi nella nostra propria mente? Come possiamo chiedere agli altri di sacrificarsi se non siamo disposti a fare lo stesso?” 
Se non si entra in armonia con le leggi della natura, anche se le persone cercheranno la libertà, non faranno altro che perderla definitivamente. Più ci si impunta, e più si creeranno categorie limitate di libertà. 
Vorrei evidenziare che il messaggio che ne scaturisce è che è necessaria una grande rivoluzione se vogliamo unire il mondo e renderlo libero. Ma questa rivoluzione riguarda il carattere umano. 
La Libertà non viene dall’avere diverse possibilità di scelta ma dall’imparare a fare le scelte giuste.

Una Crescita Responsabile dipende da numerose variabili, ma deve necessariamente passare per la più completa realizzazione della libertà e del potenziale umano: per poter essere liberi di agire è necessario che ci sia una libera volontà espressione della mente. 
L’altro tema è la responsabilità che deve sempre accompagnare una persona veramente libera. Gli esseri umani possono perfezionarsi soltanto quando realizzano la propria responsabilità basata sulla libera volontà. 

Principio di libertà, responsabilità e creatività
«Ogni singolo essere umano, senza distinzione di genere o razza, è configurato per avere il più alto grado di libertà, responsabilità e creatività tra tutte le creature. Allo stesso tempo, come organismo biologico simile ad altri esseri viventi, è soggetto alle stesse leggi deterministiche della natura» (2).
Quando gli esseri umani esercitano la loro libertà applicando la propria capacità di agire, perseguono risultati concreti quali obiettivi di vita. La responsabilità ci permette di perfezionare il carattere. 

Cos’è la perfezione del carattere? 
Quando realizza la propria maturità in armonia con le leggi dell’universo, l’individuo acquisisce la saggezza necessaria a diventare il vero Gestore di se stesso, capace di dare in modo altruistico, diventare un vero genitore e un vero insegnante. 
In questo mondo così complesso e variegato, il principio di diventare un vero gestore si applica alla relazione fra le persone così come alle relazioni fra gli esseri umani e il mondo circostante. La domanda da porci è quale tipo di persona può essere considerata “Vero Gestore”. In altre parole, una persona che vive in modo altruistico e pratica il vero amore, è un vero gestore. 

Ciò che non vieta la legge, è proibito dall'onestà
La legge prescrive il rispetto dei più elementari diritti degli altri e il rispetto di un minimo di doveri sociali. Ci sono ancora molte cose che non dovrebbero essere fatte anche se non sono proibite dalla legge.
«Ciò che non proibisce la legge è vietato dall'onestà», ha affermato Seneca. Ci sono molti doveri e responsabilità verso gli altri che dovrebbero essere soddisfatti, ma quelli che non sono prescritti dalla legge, dovrebbero essere soddisfatti in modo volontario.
L’Educazione è un processo umano ampio e a lungo termine, comincia nella famiglia e continua nella scuola, nella società e sul posto di lavoro. L’educazione ha molte facce, coinvolge la crescita morale, spirituale e tecnica. L’educazione alla pace richiede che gli esseri umani imparino come rispondere costruttivamente alle frustrazioni, alle aggressioni e alla violenza. E se è veramente educazione alla pace, deve coinvolgere la cura dello spirito umano.
L’educazione morale coinvolge lo sviluppo delle virtù: coraggio, temperanza, liberalità, magnanimità, saggezza, prudenza, etc. che sono acquisite da “continue prove di correttezza e azioni moderate”. 
Ci sono obiettivi basilari a cui le persone aspirano?
Stephen Covey li ha espressi in questo modo: “vivere, amare, imparare, lasciare una traccia di sé”, che significa in sostanza obiettivi personali, obiettivi sociali e obiettivi civili. Il percorso per ottenere una vita di significato richiede che le persone imparino a mettere in pratica ciò che Peter Bertocci, filosofo, ha chiamato “una sinfonia di valori”.
L’etica ha a che fare con la costruzione della persona e non con il seguire delle regole. Regole e valori sono i mezzi per raggiungere il fine per la realizzazione di se stessi come persone morali che possano partecipare pienamente ad una vita civile. Questa è la migliore applicazione pratica del pensiero dell’inclusione. È l’idea di base della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che diviene realtà. 
Questa visione è oggi più necessaria che mai, perché in questo mondo che va verso la globalizzazione sulla base della tecnologia, gli esseri umani sono più consapevoli l’uno dell’altro. Ciò ci fornisce grandi vantaggi rispetto al passato, ma allo stesso tempo ci rende più vulnerabili se non cambiamo la nostra mentalità in modo tale da riuscire a vedere ciò che ci unisce piuttosto che ciò che ci divide. 
Soddisfare i bisogni umani primari è un presupposto fondamentale per la pace. Tuttavia i bisogni umani primari non sono solo fisici, sono anche morali e spirituali.
Il vero progresso può essere raggiunto solo quando gli sviluppi politici, economici e tecnologici vengono guidati da una visione in grado di abbracciare l’umanità intera e di garantire cura e protezione delle risorse naturali che sono un dono di Dio.
Questo ci porta alla conclusione che insegnare conoscenza razionale è diverso dall’instillare il carattere che viene dalla coscienza e dalle buone pratiche. L’autogoverno basato sulla formazione, le competenze personali e il rispetto dei diritti degli altri ha portato alla democrazia moderna. In conclusione, le società e i governi più forti e duraturi sono quelli che si basano sulla massima distribuzione di responsabilità fino ai livelli più bassi.

(1) Citazione ripresa da “Educazione del Carattere”
(2) Citazione ripresa da “Educazione del Carattere”

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