7 dicembre 2016

Etica e valori nello sport

di Carlo Chierico

Nel convegno tenutosi la mattinata di sabato 28 maggio presso l'Urban Center di Monza, si è messo bene a fuoco, grazie agli interventi dei molti e autorevoli relatori che vi hanno partecipato, la tematica “Etica e valori nello sport”. Organizzato dalla UPF, l'Universal Peace Federation, insieme al Comune di Monza e il Comitato brianzolo della UISP, l'Unione Italiana Sport per Tutti, il convegno ha trattato un tema particolarmente sentito oggi. Nel nostro paese si dice che manchi la cultura sportiva. E quando il problema è culturale significa che il malessere è diffuso e ha radici profonde. Di conseguenza anche la soluzione del problema deve avere la stessa profondità. 
Lo scopo del convegno era quello di valorizzare l'importanza dell’etica, l'utilità sociale e il valore educativo e formativo dello sport per i giovani. Gli interventi sono stati tutti molto apprezzati e accompagnati da continui e frequenti applausi dal numeroso pubblico presente. Quando Ettore Fiorina ha letto alcuni brani del libro "Attaccante nato" del compianto giocatore di serie A Stefano Borgonovo, la commozione è salita alle stelle, per poi toccare il culmine quando ha preso la parola Alessandra, la giovane figlia di Stefano, che porta avanti la Fondazione intestata al papà, i cui scopi sono la promozione della ricerca scientifica e l'aiuto ai malati di SLA, la Sclerosi Laterale Amiotrofica, di cui è stato vittima lo stesso Borgonovo, ma anche lo sviluppo di attività per la diffusione dello sport specialmente tra i giovani.

Molte sono state le "buone pratiche" condivise. Queste infatti rappresentano un'occasione di contaminazione positiva, perché imitabili e riproducibili. Per esempio, si è ascoltato Angelo Vailati e Vittorio Cernuschi, rispettivamente allenatore ed atleta della squadra degli Sharks, che partecipa al campionato nazionale di hockey in carrozzina; Milena Rossi e Ottavio Stilliano, della squadra di baseball “I Patrini”, composta da giocatori non vedenti; le loro parole sono state di una forza dirompente, dimostrando come lo sport possa e debba essere sempre inclusivo, davvero per tutti. 

Il convegno è stato aperto con l'introduzione di Silvano Appiani, Consigliere Delegato allo Sport del Comune di Monza e con i saluti istituzionali della parlamentare europea Lara Comi, che simpaticamente aveva detto che anche in politica lo sport è momento di unità e condivisione tra tutti, portando l'esempio della squadra di calcio femminile delle parlamentari italiane, che si esibiscono per beneficenza e che presto, si augura, possano venire anche a Monza. 

Anche gli altri due deputati presenti, gli on. Roberto Rampi e Laura Coccia, hanno toccato gli ascoltatori con la loro testimonianza, dimostrando come la politica possa essere espressione concreta delle esigenze dei cittadini e quindi mettersi al servizio della comunità. Laura Coccia, venuta appositamente da Roma per l'occasione, esperta nella tematica, che segue attraverso l'impegno in politica, è stata sportiva praticante a livello internazionale, pur con disabilità, e ci ha raccontato degli inizi della sua attività agonistica, quando ancora erano chiamati “handicappati”, e degli sforzi che ha dovuto fare per conquistarsi lo spazio meritato, esempio per tutti.

Particolarmente interessante anche la relazione di Fulvio Fiorin, ex giocatore professionista di calcio e allenatore delle giovanili del Milan, incentrata sul tema “formazione e performance: vincere attraverso i valori”, che ha dimostrato come i valori positivi siano aggreganti negli sport di squadra e possano portare a risultati sportivi di primo piano. Alessandro Casati, allenatore e atleta del Rugby Monza, ha illustrato il progetto, diventato realtà nel carcere di Monza, di far giocare a rugby i detenuti, un'esperienza nata come attività ludica ma ben presto diventata didattica per i benefici che ne hanno avuto gli stessi detenuti, e di grande soddisfazione per gli organizzatori e la direzione.

Significativa è stata anche la presentazione del lavoro che la UPF di Monza sta portando avanti da oltre dieci anni, il Trofeo della Pace, con i tornei interetnici di calcio a 7 maschile e pallavolo femminile. L'edizione 2016 ha visto partecipi gli studenti del CPIA, il Centro Professionale Istruzione Adulti, frequentato da giovani profughi e richiedenti asilo, che poi hanno giocato le partite insieme alle altre squadre. Il progetto vede coinvolti un totale di circa 150 giovani di tante nazionalità, culture e religioni diverse, e dà la possibilità di praticare lo sport preferito e di fare amicizia con coetanei residenti sullo stesso territorio, di fatto concretizzando l'idea di integrazione, o meglio ancora interazione se non addirittura di pace, grazie alla pratica sportiva.

L’idea che lo sport sia portatore di Pace tra i Popoli è radicata nell’UPF monzese perché è stato uno dei capisaldi dell'attività del fondatore della UPF International, il leader religioso Rev. Sun Myung Moon, scomparso recentemente, assoluto sostenitore del fatto che il calcio, oltre ad essere uno sport che sviluppa una competizione, in cui naturalmente c'è chi vince e chi perde, possiede anche il potenziale adatto per influenzare significativamente le nazioni e incoraggiare la loro cooperazione nella direzione della pace. Ciò è dimostrato dalle varie iniziative a tal propositivo, come la Peace Cup, torneo amichevole internazionale di calcio, e la creazione di campi di calcio al confine tra la Palestina ed Israele, dove i ragazzi di entrambe le nazionalità scelgono di andare a giocare insieme, come avversari leali su un campo di pallone.

Tornando al convegno, c'è stato modo di ascoltare anche due amministratori locali, entrambi Vicesindaco e Assessori allo Sport: Simone Sironi del Comune di Agrate Brianza ed Elio Talarico del Comune di Lissone. D'altronde le buone pratiche, esempi nell'ottica dell'etica e dei valori nello sport, non possono che iniziare a livello della politica amministrativa locale. Naturalmente il successo dell'iniziativa apre la strada ad altri convegni ed eventi sul tema.

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