di Emilio Asti
Di questi tempi è frequente sentir parlare di migranti e profughi, sono infatti ancora molti coloro che sono costretti a fuggire da conflitti e persecuzioni.
È questo il tema di un racconto intitolato “Egizio”, appena pubblicato, basato su una storia vera, molto attuale e ricca d’insegnamenti. È la storia di un adolescente egiziano di fede cristiana copta, che, in seguito a vicende drammatiche che coinvolgono anche la sua famiglia, si trova costretto a fuggire dal suo paese per sfuggire agli attacchi dei fondamentalisti islamici, che già avevano cercato di uccidere la sua famiglia. Il suo viaggio è una sorta di esodo che, tra alterne vicende, lo porta in Italia dove finalmente, dopo tanta sofferenza, potrà iniziare una nuova vita. Nonostante le vicende avverse e le dure peripezie il protagonista non perde la fiducia, che lo sosterrà nell’affrontare tutte le prove. Questa dolorosa vicenda ha significato per lui una maturazione spirituale che l’ha portato ad una comprensione più profonda del mondo e dei suoi innumerevoli drammi.
Le parole del protagonista “Sogno un mondo dove le persone possano vivere in pace”, pur nella loro semplicità, racchiudono un profondo significato e c’invitano al rispetto di ogni essere umano, indipendentemente dalla razza e dal credo religioso, nella consapevolezza che la riconciliazione e il dialogo rappresentano l’unico cammino per costruire la pace.
In un momento in cui le cronache quotidiane sono piene di notizie drammatiche questo libro rappresenta una testimonianza eloquente che trasmette un messaggio molto importante per tutti ed attuale.
Durante la presentazione di questo libro a Roma l’1 ottobre, che ha visto la partecipazione di vari giornalisti e docenti, l’autrice Letizia Lozzi, da tempo impegnata nel dialogo interculturale e in progetti umanitari, ha sottolineato il valore dell’accoglienza e del dialogo tra culture diverse e la necessità di lottare contro i pregiudizi e le paure che spesso ci bloccano nel cammino verso l’autentica comprensione della realtà attorno a noi. In questo senso siamo tutti chiamati, in modi diversi, a dare il nostro contributo per rendere migliore il mondo.
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