Chiara De Notaris
Mai avrei immaginato, all’inizio del viaggio, quale fantastica esperienza mi stava attendendo.
Mai dimenticherò gli occhi di quei bambini, i sorrisi di quei ragazzi così straordinariamente uguali a noi, con i nostri stessi sogni, le nostre stesse paure, le nostre stesse speranze, speranze di pace.
Paesaggi meravigliosi, luoghi colmi di un’essenza vibrante, mistica, fantastica, da sempre luogo delle più violente contese; coacerbo di religioni, spesso complici dei conflitti stessi.
Spero di poter, un giorno, tornare e trovare che non ci sono più barriere a dividere persone di due mondi diversi ma tra loro irrimediabilmente vicine.
Daniela Gasperoni
L’esperienza in Israele e Palestina è stata sicuramente unica, l’aver potuto incontrare giovani studenti di scuole superiori e universitari e molti altri giovani mi ha sicuramente aiutato a capire meglio la situazione.
Israele è una parte del mondo molto vicina ai cuori degli italiani e alla nostra storia e questo viaggio mi ha legato molto di più ai posti storici dove Gesù è cresciuto ma anche alle persone che ora ci vivono. Parlando con diversi degli studenti è emersa una volontà di pace che però purtroppo ai vertici non è ancora possibile. Quello che mi ha colpito di più è stato il veder giovani di 18 o 19 anni dover far il militare e dover portar dei fucili e dalla parte degli arabi di dover essere sempre giudicati o temuti per la loro appartenenza araba
Speriamo di poter portar avanti i progetti anche in Italia per aver sempre più scambi con la società civile.
Stefano Bianchini
Vivere questo viaggio in Israele e Palestina insieme ad altri giovani italiani, e poter incontrare ed essere accolti calorosamente da tanti giovani e persone diverse nelle varie comunità arabe e israeliane, sono stati per me i punti più importanti di questa esperienza.
Beatrice Bailetti
La prima sensazione che ho provato al mio ritorno, è stata quella di essere cambiata. Tutti i viaggi lasciano un segno ma questo in particolare mi ha fatto “crescere dentro”. Questa esperienza mi ha messo di fronte ad una realtà che non potevo immaginare e che cozzava con l’idea che mi ero fatta attraverso i comuni sistemi di informazione. Questi sicuramente non avrebbero mai potuto trasmettermi le gioie, le paure, la forza delle idee delle persone che abbiamo incontrato. In particolare ascoltare e discutere della situazione con ragazzi come noi mi ha fatto capire quanta determinazione e volontà di cambiare le cose ci possa essere tra loro, come quanto rigide e ancorate possano essere certe opinioni, come le differenze siano sicuramente una ricchezza ma possono anche rappresentare un grosso ostacolo. Questa diversità è sicuramente la prima cosa che colpisce passando da una parte all’altra nel giro di poche centinaia di metri. È incredibile vedere da un lato la vivacità dei colori, dei suoni e delle forme, e dall’altro riconoscere la regolarità e la sicurezza di uno stile di vita occidentale. Mantenere il necessario distacco e l’oggettività che permette di conoscere e comprendere, è difficile oggi raccontando così come è stato viverlo a contatto con i bambini, i ragazzi e gli adulti con i quali abbiamo condiviso l’unicità di questa esperienza.
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