1 marzo 2008

“Il valore della persona”

Dostojevskij diceva che una società va giudicata a seconda
del trattamento che riserva ai malati di mente

Dr. Felice Previte
Cristiani per Servire

La storia dell’umanità è segnata da sforzi tesi a garantire la dignità degli esseri umani e la sua evoluzione significativa , in breve, affonda le sue radici nella “Magna Charta Libertatum”, nella “Petition of Rights”, nella “Bill of Rights”, e nei tempi a noi vicini e prossimi, per quanto riguarda l’Italia, dalla “Costituzione Italiana” del 27 dicembre 1947, dalla “Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo” della Nazioni Unite del 10 dicembre 1948 e dalla “Costituzione Europea” del 13 ottobre 2004.
Questi “Documenti” costituiscono traguardi molto importanti sulla via del riconoscimento all’individuo-persona dei diritti fondati sulla morale e sulla ragione con la difesa della persona e della famiglia, pilastri centrali delle politiche sociali.
Questi diritti dell’uomo, che costituiscono il valore della persona, sono per definizione :
1.) che tutti gli uomini nascono liberi ed uguali ;
2.) che tutti gli uomini hanno diritto di godere della vita e della libertà
In sintesi questi diritti furono proclamati nel 1776 dal Congresso degli Stati Uniti dell’America del Nord, mentre in seguito questi concetti nel 1791 la Francia li introdusse nella Costituzione e più tardi da altre Nazioni.
Riandando ai tempi passati, la definizione della schiavitù data da Aristotele era condensata nel fatto che schiavo è colui che non ha legami e quindi può essere utilizzato dovunque e nei modi diversi, un concetto dello sradicamento che noi chiamiamo libertà, quindi l’uomo libero è colui che ha legami, responsabilità ed obblighi verso gli altri, verso la famiglia
Mi sia concesso di ricordare che il diritto in senso giuridico s’intende quel complesso di norme che regolano la società civile, od una parte di essa, nei rapporti fra i suoi membri, come quello per esempio nel campo della sofferenza ed in condizioni di disabilità o handicap dell’uomo, nell’inserimento della vita sociale, del diritto a vivere in mezzo agli altri, di interagire con il mondo esterno e con altre persone.
Quindi è essenziale per l’uomo d’oggi il privilegio, non il libertinaggio, di essere autonomo.
Infatti non vi è scuola od orientamento pedagogico, progetto educativo od intervento sociale che non miri a dare una maggiore e più vasta autonomia all’individuo-persona. Ma tutto è relativo.
Il relativismo, cioè il lasciarsi portare in ogni dove da venti di dottrina molto imperanti, appare come l’unico ed indiscutibile atteggiamento all’altezza dei tempi moderni.
Si va costituendo una “imposizione” del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultimo obiettivo solo il proprio io e le sue voglie, incluse le azioni che compiono le Istituzioni.
Tuttavia va affermandosi, è da augurarsi in maniera del tutto provvisoria, una cultura di delirio verso gli animali domestici, verso i quali nutriamo un rigoroso rispetto, ma non possiamo non considerare che sono stati promossi nella serie A della considerazione giuridica e nella rivoluzione etica che costituisce una nuova moralità, un’ipocrita idolatria che supera anche il centralismo dell’uomo, riscontrando un ridimensionamento per quella parte di umanità sofferente che dovrebbe essere in vetta alla classifica delle priorità assoluta, per cui appare sempre più evidente la necessità del rispetto delle buone regole e dei diritti fondati sull’etica e sulla ragione.
Non è sufficiente pensare a pseudo soluzioni di attenzione relativa ad interventi da destinare al sociale, se non si aggiungono misure adeguate a dare risposte esaurienti anche a quelle necessità di natura psichica che logorano progressivamente le resistenze dei “malati”, dei loro congiunti e della società.
Dostojevskij diceva che una società va giudicata a seconda del trattamento che riserva ai malati di mente.
Ora in Italia come in ogni Stato avvengono fatti od episodi originati o riconducibili a menti psichicamente instabili causati dal disagio mentale assai diffuso, specie fra i giovani e gli adolescenti, per la insufficienza di strutture adeguate alla prevenzione,cura ed eventuale inserimento sociale.
In ugual misura non è pensabile che “costoro” riconosciuti tali, autori di tragedie umane, possano stare “fuori” o “rientrare” tranquillamente nelle famiglie e conseguentemente nella società, perchè in tale maniera resta completamente indifesa ed in “balia” di costoro che si devono ritenere, loro malgrado, socialmente pericolosi.
Ancora una volta auspichiamo che le Istituzioni si facciano carico di questi urgenti e gravi problemi in cui l’opinione pubblica è da tempo preoccupata, invece di formalizzarsi in inutili e dannose litigiosità che non servono né a loro né ai cittadini, perché la libertà di essa finisce dove comincia il libertinaggio della politica
E’ una sintesi di riflessione sul concetto del valore di libertà, di azione, di proposizione, cioè sull’origine della connivenza civile, sul senso della vita, del rispetto della dignità umana e sul valore della persona:

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