Del Dr. Riccardo Venturini
É molto emozionante sedersi ad un’Assemblea Generale dove accanto, davanti, dietro sono seduti i rappresentanti di tutti i Paesi del Mondo. Pensare che riunirsi, dialogare, parlarsi e ascoltarsi è possibile, è quasi un sogno. Questa volta trasformato in realtà. A New York all’Assemblea annuale dell’UPF ci siamo trovati in 192 a rappresentare ognuno il nostro Paese per favorire ogni intervento possibile per promuovere iniziative di pace nel mondo. Perché New York, perché è anche il luogo rappresentativo delle Nazioni Unite e perché è oggi una città cosmopolita e dinamica, un luogo dove si sono incontrate persone, uomini e donne, impegnate a recuperare e diffondere i valori di pace.
L’evento più significativo è stato la creazione di un Global Peace Council (Consiglio Globale della Pace, che a New York ha tenuto la prima riunione) con un obiettivo fondamentale: deliberare in modo rappresentativo il progetto di azioni della Universal Peace Federation per diffondere in maniera concreta le iniziative di pace nel mondo.
Il 2008 è appena incominciato e i conflitti in atto nel mondo sono ancora molti. Dobbiamo essere capaci di fare uscire le nostre energie, le nostre risorse e trasformarle in azioni di pace da portare e da agire nei vari angoli del mondo. Una prospettiva questa che è proprio inclusa negli scopi del Global Peace Council, per scendere in campo e offrire strumenti per il dialogo, per il rispetto e per l’ascolto, l’uno nei confronti dell’altro. Dobbiamo superare i nostri limiti e avere il coraggio di partecipare, di parlare e di sostenere l’importanza di avere una fede (nel rispetto delle altre), di avere una famiglia, di avere una identità e di avere una propria idea del mondo. Dobbiamo trovare in ognuno di noi la forza di portare avanti iniziative di pace, ed è per questo che siamo coinvolti nella UPF! La nostra vita è breve! Esistono oggi circa 900 diverse religioni (ognuna con un proprio nome) e dopo avere condotto un’indagine sui nomi si è giunti alla conclusione della “vera vita”, intesa come unica e giusta per ognuno. Ovvero che la vita e la fede che ognuno saprà dimostrare possono convivere insieme nel mondo senza limitare o condizionare gli altri.
La vita è un processo, una evoluzione, con delle relazioni automatiche e conseguenti, una successione verso uno scopo. Ma la vita vera parte da Dio, proprio a San Marino dalla fondazione è impresso a chiare lettere il principio della nostra esistenza: Relinquo vos liberos ab utroque homine. Non si tratta solo di un’idea di Dio. Ma si riconosce un pensiero di libertà che è dentro l’uomo, che cresce libero e si mantiene libero insieme a Dio. Senza condizionamenti economici o implicazioni di potere. Ma soprattutto nel rispetto ognuno dell’altro e della comunità nei confronti dell’esterno.
Tutto questo a New York è stato approfondito e divulgato, dal discorso profondo che il Reverendo Moon ha rivolto ai delegati, così come pure dai singoli interventi, ed è emerso come lo scopo della UPF, così come il ruolo di ogni Ambasciatore di Pace sia di imparare ad ascoltare gli altri per poi restituire ad ognuno il principio della “vera vita” vissuta con la propria famiglia nella fede per il proprio Dio. Perché sono le azioni che facciamo che lasciano sulla terra i messaggi e i significati più forti. Il valore della nostra vita è immenso sta a noi fare in modo che ognuno possa diventarne ogni giorno più consapevole proprio per la migliore crescita della collettività.
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