1 marzo 2008

LA PACE E I POPOLI BALCANICI

Non la ricchezza, ma il rispetto per la vita può pagare il prezzo della Pace

di Rada Ristic

La pace è diventata sempre di più una cosa astratta, un’utopia. La vera pace non è mai esistita, ma di certo non per questo dobbiamo scoraggiarci, perché il tempo non finisce con il passato, né con il presente; va avanti e non aspetta nessuno. Per questo, per arrivare alla pace dobbiamo contribuire alla costruzione di un mondo migliore; soltanto migliorando il mondo arriveremo alla pace, sogno assoluto di tutti gli abitanti della terra.
Il DNA del mondo è cambiato; non esistono più delle società mono-etniche, la società mondiale del III millennio è multi-etnica e noi dobbiamo educare i nostri figli e le future generazioni alla convivenza, alla pace, alla tolleranza, cercando di combattere i pregiudizi e gli stereotipi, perché non esistono culture superiori e culture inferiori, popoli superiori e popoli inferiori. Dobbiamo riflettere sulle parole di Martin Luther King: “Noi abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma abbiamo dimenticato come si vive da fratelli”.
Dobbiamo cercare di costruire dei ponti tra i popoli, ponti che si costruiscano e non si distruggano mai. Purtroppo i nostri ponti hanno avuto un altro destino: colpiti da 10.000 mila metri, bombardati giorno e notte senza sosta per ottanta giorni e notti; questo brutto esempio deve servire per far smettere i bombardamenti come “forma di dialogo” tra nazioni, come forma di “castigo” e condanna. In un’intervista del 2001, dopo l’attacco alle Torri Gemelle, alla scrittrice americana Susan Sontag fu chiesto, tra le altre cose, cosa fosse per lei il coraggio. Lei rispose di non avere una definizione precisa di coraggio, ma di poter definire benissimo la vigliaccheria e disse che vigliaccheria è quando il pilota americano sgancia un missile per distruggere da 10.000 mila metri i ponti di altri paesi, riferendosi ai ponti della Jugoslavia. Il giorno dopo la scrittrice veniva definita come “nemico numero uno degli Stati Uniti” – ottimo esempio di “libertà di espressione e di pensiero”.
La Jugoslavia era un bellissimo esempio di come ventisette etnie diverse potessero convivere ed avere un’unica cittadinanza – quella jugoslava – grazie alla quale tutti avevano gli stessi diritti e dove la fratellanza funzionava non sulla carta ma nella pratica. Questo modello, però, ai signori della terra non andava bene e mentre la Comunità Europea veniva costituita, la Jugoslavia
veniva smembrata senza pietà, con l’appoggio di tanti paesi. Perché la Jugoslavia intera, così com’era, non poteva entrare a far parte dell’Unione Europea, ma così spezzettata potrà entrare una nazione per volta in questo “paese delle meraviglie”? La Slovenia è entrata nell’Unione Europea nel 2004 e si spera che nei prossimi anni entrino anche le altre ex-repubbliche della Jugoslavia. La strada è lunga, e alto è il prezzo pagato da questi popoli martoriati e sacrificati nel nome del nulla, solo perché vivevano in un paese comunista e il comunismo doveva essere annientato da coloro che l’hanno voluto sperimentare non a casa propria, ma a casa di qualcun altro. Purtroppo i malcapitati siamo stati proprio noi, i popoli balcanici, i popoli slavi.
Solo la forza del dialogo e la diplomazia tra le nazioni salverà il mondo, i bombardamenti lo rovineranno. Dobbiamo avere a cuore questo concetto per poter cambiare le cose, perché non la ricchezza può pagare il prezzo della pace, ma il rispetto per la vita: costruiamo questa cultura di pace e educhiamo le future generazioni al rispetto tra i popoli, poiché secondo la Bibbia tutti nasciamo con lo stesso diritto alla vita.


Rada Rajic Ristic è nata in Serbia nel 1964 e si è laureata in letteratura jugoslava e lingua serbocroata presso l'Università di Belgrado. Lavora come traduttrice letteraria e mediatrice culturale. Alcune sue poesie compaiono nell'antologia dei poeti serbi della diaspora "Il più caro fiume" e nell'antologia "Canta, popolo mio". Il suo nome appare nell'antologia "Anime in viaggio" dei poeti immigrati in Italia e nell'antologia "Tempio celeste" (Belgrado, 2001). Nel 2000 ha pubblicato la sua prima raccolta di versi "Nella valle dei desideri".
E' vincitrice del premio "Bestseller della diaspora 2000" per il miglior libro di poesia tradotta nel 2000. Nel 2001 ha pubblicato la raccolta di versi "Profumo di nostalgia". Ha vinto numerosi premi letterari sia in patria che in Italia. Nel febbraio 2001 a Roma ha ricevuto un rinocoscimento speciale dal Centro Europeo per la ricerca CESAR per la solidarietà internazionale. Ad agosto 2002 ha pubblicato la raccolta di versi "Sogno color pace". Raccolta di poesie degli scrittori serbi della diaspora in Svizzera "Il circolo degli autori della Svizzera" 2006.
Premi: Bestseller della diaspora - 2000, La pena di Kocic - 2004.

Nessun commento:

Posta un commento