14 marzo 2019

Breve riflessione sul Summit a Città del Capo

Riflessione sulla situazione dell'Africa, sulla scia della 2a Conferenza del Summit Africano a Città del Capo, alla fine di novembre 2018 (con circa 1000 partecipanti, provenienti dalla regione e dall'Africa sub-sahariana), un impressionante mix di politici, leader religiosi e tradizionali capi tribù.

di John Brady*
In Africa, l'apparente autogoverno delle maggioranze locali sarebbe dovuto venire prima; prima che la lunga crisi d’identità potesse essere affrontata: chi sono gli africani del 21° secolo? E cosa vogliono?
Ovviamente, gli africani autonomi di oggi si stanno riprendendo dalle umiliazioni del dominio straniero, che ha caratterizzato così tanto il XX secolo. Allo stesso tempo è altrettanto ovvio che tornare alla mentalità dell'Africa prima del dominio straniero (quasi prima del 20° secolo) non è un'opzione. Nel XXI secolo, le carte dell'Africa sono state, di recente, mescolate irreversibilmente.

La seconda conferenza del Summit africano a Città del Capo, ha evidenziato brillantemente questa ricerca di una nuova dignitosa identità. Dal nipote di Nelson Mandela che sorregge con orgoglio l'eredità di suo nonno - come faro per tutta l'Africa nel XXI secolo, a Madre Moon dalla Corea (ospite della conferenza), integrando perfettamente quell'eredità nella sua visione di pace per ognuno e ogni membro della famiglia dell'umanità.
È emerso che la forza dell'anima dell'Africa non viene fuori, a patto che l'attenzione sia dirottata dalle lotte per il potere politico e/o gli interessi economici; l’abilità dell'Africa è nel suo unico grande cuore - che è innatamente spirituale - abbraccia amorevolmente tutte le religioni e denominazioni - naturalmente per quanto riguarda tutti come parte di una grande famiglia allargata; la saggezza africana sta nell'integrare la dignità e l'onore degli antenati, in collaborazione con persone responsabili del presente.
In sintesi: attraverso questa conferenza al vertice, la visione e l'impulso di Madre Moon hanno incoraggiato in particolare gli “opinions leader” dell'Africa australe, ma anche l'intero continente, a sollevarsi ulteriormente con dignità per prendere il posto che le spetta - a livello degli occhi del mondo - in partnership con la comunità mondiale delle Nazioni Unite, in questo 21° secolo.

* John Brady – partecipante affascinato dal 2° Summit Africano a Città del Capo.

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