di Antonio Saccà
Tutte le riserve sulle migrazioni, e sui torbidi modi con le quali avvengono, sovente ad utile di malfattori. Talvolta chi li dichiara viene stimato razzista, impropriamente, anzi, erratamente, ma se qualcuno è un effettivo razzista e spregia la pura e semplice diversità, mai, sarebbe rinnegare la Natura che in tal modo ci ha dato la vita. In nome di che la pelle bianca varrebbe e non la pelle nera o gialla, secondo quale criterio se siamo tutti figli della Natura e tutti umani!
Il razzismo consente a chi non vale di darsi qualità non in nome del valore individuale ma del valore di un insieme indefinibile, la razza. Ma se tu individualmente non vali, non vali, l'insieme non può far mutare chi sei tu.
Non esistono razze inferiori o superiori, esistono individui che valgono o non valgono.
Ho posseduto per alcuni anni prima della morte affligentissima una Resus, scimpanzé nano, dispettosa, acrobatica, affezionatissima, vorace, mi stava abbracciata al collo e addormentava il suo testolino tra i miei capelli. Ho ben conosciuto donne nere, una, maestosa, dello Zaire, del Camerun, le flessuose eritree, le agili etiopi, mai ho confuso una donna africana con una scimmia africana, erano talmente belle nella loro distinzione, bisogna avere una cataratte nello sguardo per considerare scimmia una donna. Che errore, sono magnifiche le donne nere e magnifiche le scimmie, nelle loro attribuzioni. Ed è così vitale apprezzarne la diversità!
Connotare come scimmia una donna nera! Com'è possibile? Una donna è una donna, una scimmia è una scimmia. Si vuole degradare quella donna a scimmia? Ah, ma allora spregiamo! E chi è spregiato perché dovrebbe sopportare l'oltraggio? Si era malcondotta, aveva colpe abiette, quella donna? No, era soltanto una nera. Assolutamente inaccettabile che per il fatto di essere nere o neri si venga giudicati spregiabili. L'immigrazione deve essere vagliata ma non secondo il razzismo.
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