di Antonio Saccà
Il testo, in una sua parte essenziale, riguarda il passaggio dall'economia produttiva di merci all'economia speculativa, finanziaria. Il fenomeno ha grandi e gravi conseguenze, tra cui la “bolla”, gli speculatori offrono ampi dividendi, catturano il risparmio attratto dai dividendi, che però raramente continuano, finché i titoli si sgonfiano specie quando i risparmiatori sospettosi o insospettiti cominciano a ritirare i capitali, difficilmente restituibili. Le Banche falliscono, i risparmiatori perdono i risparmi, la disuguaglianza tra speculatori e risparmiatori ingannati si afferma.
Altra ragione di disuguaglianza accresciuta è la precarietà odierna del lavoro, un rapporto citato dagli Autori afferma che sei lavoratori su dieci sono, nel Mondo, saltuari, quindi meno salario, quindi accrescimento della disuguaglianza. Ma potremmo continuare: lavoro in nero, tecnologia sostitutiva dei lavoratori, accresciuta produttività quindi minor bisogno di occupati, spostamento della produzione dove il lavoro costa meno... Esistono poi altre fonti di disuguaglianza, l'educazione, la famiglia, il paese di nascita... Tutto ciò costituisce arricchimento per taluni, impoverimento per moltissimi. Disuguaglianza, appunto. Economica e non soltanto economica. La redistribuzione della ricchezza, l'educazione universale, le opportunità, costituirebbero modi per risolvere o sminuire le disuguaglianze? Ecco una questione assolutamente contraria al luogo comune: non c'è soluzione alla disuguaglianza. Gli Autori propongono rimedi, ma anche se tutti e ciascuno fossimo in condizioni di sviluppare i nostri talenti, vi sarebbe la disuguaglianza dei talenti. Certo, sarebbe una disuguaglianza “naturale”, non sociale. Ma disuguaglianza. Disuguaglianza giusta, però, non escludente. Il fitto libro sollecita questa opportuna problematica.
Maurizio Franzini-Mario Pianta: Disuguaglianze - Quante sono, come combatterle. Editori Laterza. 2016. PP. 198. Euro 14.
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