Animosa discussione sull’economia
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di Antonio Saccà
di Antonio Saccà
Tutto si svolge a Il Ceppo Nuovo, Saletta Il Ceppo Ocra. Il Signor Alfa, pensionato statale, aveva sognato o riteneva di aver sognato, un incubo, la crocifissione di Gesù, ma non è questa la novità, Gesù era inchiodato alle mani spalancate e ai piedi sovrapposti da insegne fissate, e queste insegne erano, indiscutibilmente, pagamenti da eseguire, la mano destra recava nell'insegna: Fornitura di Energia Elettrica, leggibile anche se inondata di sangue; la mano sinistra: Fornitura di Gas per Uso Domestico, insanguinata ma leggibile. Ai piedi, un'insegna così gravata di sangue che il Signor Alfa, Pensionato Statale, faticava a intenderla, larghe macchie di sangue, C---minio, Condominio, gridò il Signor Alfa, Pensionato Statale, e fu come se la parola trafiggesse anche lui. E veniamo all'incredibile. Il Pittore, anzi: il Maestro Aristide Alicarnasso aveva composto nella stessa notte del sogno incuboso del Signor Alfa, Pensionato Statale, un Gesù crocifisso da liste di pagamento, con una differenza, questa: Gesù era steso su di un bancone, in ogni caso crocifisso. Cose da non crederci.
Ed invece accadute.
Appena il sole laccerò le palpebre del Signor Alfa, Pensionato Statale, costui si recò dal Professor Kappa, a Il Ceppo Nuovo, e lo trovò nella Saletta Il Ceppo Ocra, insieme al Pittore, anzi Maestro, Aristide Alicarnasso che recava il quadro del Gesù nel momento in cui il Signor Alfa, Pensionato Statale, intendeva dire del suo sogno incuboso. Cose da non crederci. Ed invece accadute. Discussioni sul destino, sul caso, sul mistero, finché il Professor Kappa chiese al Signor Alfa, Pensionato Statale, e al Pittore, anzi Maestro, Aristide Alicarnasso se in quei giorni, in quei mesi erano stati oppressi da richieste di pagamento, al che i due investigati chinarono il capo quasi confessassero un delitto. Il Professor Kappa domandò se quelle richieste fossero opprimenti, continue, dannose. Ancora una volta gli interrogati chinarono il capo vergognosi. “È diventata per voi una condizione intollerabile, un pensiero insostenibile?”. Entrambi chinarono il capo ed arrossirono, maggiormente il Signor Alfa, Pensionato Statale. “Purtroppo questa è la situazione odierna. Siamo tartassati, se mi è lecito dirlo: siamo dei poveri cristi, da ciò il suo incubo, Signor Alfa, e il suo quadro, Maestro Aristide Alicarnasso”. Il silenzio continuo le dolenti parole del Professor Kappa. “Vi è troppa disuguaglianza, Professor Kappa, i ricchi diventano più ricchi, fanno leggi a loro favore, i poveri immiseriscono, i medi impoveriscono!”, era la voce altisonante del Dottor Gamma. Il cameriere Leopoldo diede un muto segno di assenso. Il Dottor Gamma agitava un quotidiano, e continuò, sempre a voce alta: “Cresce la disuguaglianza, ripeto, occorre mutare i rapporti di forza, obbligare i ricchi a detenere meno ricchezza, redistribuirla. Ma la gente si fa ingannare, invece di combattere i ricchi se la prende con i poveri: stranieri, neri, musulmani, e si occulta dietro questi bersagli concepiti ad arte il vero male, il capitalismo così com'è. Non lo straniero! Questo è populismo, amici miei!”- “Per caso, lei, Dottor Gamma, ha letto qualche libro o qualche articolo di Thomas Pichetty, oggi in voga?”, chiese al Dottor Gamma il Professor Kappa stringendogli la mano”. “Certo, Professor Kappa, mi fondo soprattutto sullo studioso Thomas Pichetty, una celebrità, un nome mondiale...”. “Crede, dunque, che la redistribuzione equa, diciamo, risolverà la crescente disuguaglianza?”. “Questo credo, i poveri potranno acquistare di più, e tutto si risolverà!”. “E crede che i ricchi rinunceranno alla loro ricchezza?”. “Saranno obbligati da nuovi rapporti di forza, egregio Professor Kappa, nuovi rapporti di forza!”. “E dove attingono la forza che fino ad oggi i popoli non hanno avuto?”. “Cambiare i rapporti di forza, dico, aver coscienza di quel che occorre fare. È venuto il Pichetty a illustrarcelo”. “E che occorre fare, Dottor Gamma? Basta sapere per cambiare?”. “Glielo dico anche se l'ho detto, può servire: cambiare i rapporti di forza e redistribuire, più ai poveri, meno ai ricchi!”, e il Dottor Gamma fece un gesto di vittoria unendo in cerchio il dito pollice con il dito indice. “È questa, Dottor Gamma, la soluzione del suo noto amico Thomas Pichetty?”. “Sua e mia, in quanto la accolgo a larghe braccia”. “Posso rivolgerle qualche domandina, Dottor Gamma?”. “A suo piacere!”, ed il Dottor Gamma sorrise accennando un inchino beffardo. “Lei ritiene che i neri, i musulmani, gli stranieri abbattono il costo del lavoro e che lo spietato capitalista li importa per sostituirli ai nazionali guadagnandoci giacché li paga di meno?”.
“Pichettyanamente argomentando direi che avviene questo, il vampirocapitalismo paga meno e si arricchisce maggiormente. Sì, con logica pichettyana, gli stranieri attenuano il costo del lavoro aumentando la domanda di lavoro”. “Quindi occorre limitare la domanda di lavoro, la quantità di lavoratori! Renderli più preziosi, diciamo!”. “Penso convenga diminuire la quantità di lavoratori, Professor Kappa, lo darei per certo, Sì, certo”.
“Ma, Dottor Gamma, lei mi ha dichiarato che i demagoghi populisti fanno considerare un maleficio per i nazionali gli stranieri...”. “Proprio, invece di riconoscere che l'orrore è nel capitalismo lo indicano negli stranieri!”. “E però se gli stranieri aumentano la quantità di lavoratoti il costo del lavoro sminuisce”.
“Sicuro, maggiore la quantità di gente che cerca lavoro meno costa il lavoro”.
“Ma allora, esimio Dottor Gamma, per aumentare il costo del lavoro devo scemare la quantità di lavoratori?”. “In linea di principio, egregio Professor Kappa, solo in linea di principio!”. “Pertanto, in linea di principio, chi vuole allontanare o limitare gli stranieri aiuta il salario dei lavoratori nazionali debilitando il numero dei lavoratori. Si renderà conto che lei ed il suo amico Pichetty che volete un accrescimento di benessere per il popolo avete lo stesso scopo dei populisti. Lei ed il suo amico Pichetty siete dei populisti involontari, per caso?”. “Ci vuole offendere, Professor Kappa?”, ed il Dottor Gamma, che si era seduto, balzò ritto. “Non ci penso minimamente, dico solo che se lei lascia una marea di gente in un paese in cerca di lavoro non riuscirà ad avanzare il salario”. “Lei dimentica i rapporti di forza, come magistralmente ripete Pichetty!”. “Spero di vivere a sufficienza per assistere al cambiamento di questi rapporti di forza. Ma l'avverto, e lo comunichi al suo amico Pichetty e ai pichettyni che tanto nominano la lotta alla disuguaglianza che i rapporti di forza si cambiano... con la forza!”. “Ho sempre sospettato che lei non è un democratico, Professor Kappa!”. Mai visto un uomo tanto rosso in faccia e gesticolante quanto il Dottor Gamma. “E mai ho ascoltato fantasticherie sociali parolanti quali le sue. Per mille ragioni che non ho tempo di spiegarle la disuguaglianza aumenterà, questo tipo di economia imbocca la via dell'accrescimento della disuguaglianza. Se è vero che a base di questo evento c'è il modo di essere del capitalismo non si deve agire sulla disuguaglianza ma sul capitalismo. Mi vien da sghignazzare, si vuole cambiare l'effetto, la disuguaglianza, senza cambiare la causa, il capitalismo. Se muteremo le società avverrà dopo cataclismi. Lo riferisca da parte mia al suo amico Pichetty”. Quando il Dottor Gamma se ne andò palesando di avere un appuntamento urgente (forse con un'amante? Possibile), il Professor Kappa disse quel che scrivo: “In realtà, se cacciassimo gli stranieri i salari dei cittadini salirebbero, ma salirebbero pure i costi, dunque i cosiddetti populisti si rovinerebbero da se stessi; se gli stranieri rimangono come sostengono i democratici del genere Dottor Gamma con il suo amico Pichetty, il capitalismo avrebbe tanta disponibilità di mano d'opera da abbassare i salari. Lottare il capitalismo mantenendo gran quantità di stranieri è una contraddizione, gentile Signor Alfa (non so perché si rivolgesse al Signor Alfa), a meno che non li si voglia usare nel cambiamento dei rapporti di forza, il che, Maestro Aristide Alicarnasso (non so perché si riferisse al Maestro Aristide Alicarnasso) è cosa di dubbia efficacia, i più si offriranno, disperati, a minor costo. Sapete quando avremo qualche cambiamento?”, domandò il Professor Kappa. Nessuno a fiatare. “Quando vi saranno milioni di disoccupati, milioni e milioni di sottoccupati. Allora sarà necessario riorganizzare la Società. Ma ignoro se la ricchezza sociale sarà distribuita alla Società o un gruppo violentissimo la impugnerà e ne lascerà esiguamente per le masse. Se le masse non formuleranno una loro capacità di governo dell'economia, perderanno. Credere nella redistribuzione con la proprietà in mano a pochi, egregi signori, mi viene da ...”. Non continuò, il Professor Kappa. Discutemmo, noi, lui andato via, e certo a nessuno sembrò che al Professor Kappa venisse uno stimolo da soddisfare in pubblico.
Giorni dopo mi pervenne un biglietto, per conoscenza, indirizzato al Dottor Temistoche Gamma e al Professor Thomas Piketty. Ecco il testo: “Un sistema produttivo non è principalmente distributivo della ricchezza prodotta, consiste, anzi, nel modo di produrla. Se un individuo possiede i mezzi di produzione egli determina anche la distribuzione, assegnando a sé utilmente più che riesce. Credere di poter distribuire contro chi possiede è un atto violento che suscita violenza. Illusione consolatoria e falsa credere di poter distribuire a favore del popolo quanto prodotto o il ricavato del privato destinato a vantaggio privato. Questo scopo non si otterrà democraticamente. È uno scopo rivoluzionario che comporta l'eliminazione dell'uso privato dei mezzi di produzione per il profitto del detentore. O si elimina la proprietà ad uso privato (profitto) dei mezzi di produzione o l'uso privato dei mezzi di produzione impedirà la redistribuzione sociale. Chiedere ad un capitalista di produrre a vantaggio sociale invece che proprio è un assurdo. O si ha il coraggio di imporre l'espropriazione o il capitalismo continuerà il profitto contro la società.
Mi rendo conto che persone come il Dottor Gamma e il Professor Pichetty possono venire elogiate, non toccando la proprietà fanno comodo al capitalismo fingendo di combatterlo.
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