Avvento del Regno, nel segno dell’Unità e della Pace provenienti da DI0
di "koan phoenix" (Paolo da Roma, "Ambasciatore di Pace per l'unità tra le Fedi")
In
questi giorni ho cominciato a
scrivere il mio “libro” (lo scrivo
tra virgolette, perché non avrà la forma tipica d’un libro moderno); esso è in risposta al Volere di
Colui che ha predisposto ogni cosa sin dal Principio per il suo preciso
conseguimento finale. Si tratta essenzialmente di un libro di testimonianza
suddiviso in quattro parti, che consistono in: avvertimenti, chiarimenti,
segnalazioni e dichiarazioni;
inclusa materia dogmatica
e riguardo alla Tradizione cristiana,
ovvero intorno alla dottrina Cattolica, così come questa ci è stata trasmessa a
partire dalle Chiese primitive e arrivando –
ove integra, ove alterata o parziale - sino a noi oggi. Attesto inoltre che il messaggio di
seguito esposto viene da DIO ed è indirizzato alla Chiesa gerarchica e ai
fedeli in Cristo; questo posso affermarlo senza bisogno di dover dimostrare
alcunché riguardo me stesso, in quanto tutti i Segni degli ultimi Tempi
biblici, menzionati e descritti dai Vangeli, dall’Apocalisse – ovvero Rivelazione
- e dalle altre Scritture, sia dell’Antico che del Nuovo
Testamento, sono evidenti sotto gli occhi di tutti. Essi sono riconoscibili e
individuabili attraverso il compimento attuale dei cosiddetti “Tempi dei Gentili”, i quali riguardano
la prima venuta e la preparazione per il pronto ritorno del Cristo. Ciò doveva
compiersi nel momento in cui l’annuncio
della lieta notizia – cioè il Vangelo - potesse arrivare a tutte le
genti, fino agli estremi confini del mondo; esattamente cioè come fu richiesto
e indicato dal Cristo ai suoi apostoli, dopo la sua resurrezione da morte e
subito prima della sua ascensione in Cielo (dagli
Atti degli Apostoli).
Quanto sarà esposto di seguito vuol essere infatti il compendio d’un messaggio
già chiaro – come dovrebbe essere - in partenza. Ognuno – nessuno
escluso - dovrebbe
pertanto considerare principalmente se stesso riguardo alla propria: coscienza,
chiamata, condotta, conversione, elezione e missione; secondo quanto gli è
stato affidato e richiesto personalmente
da DIO, e DIO solo (infatti la Chiamata di DIO
in quanto tale è sempre personale e soggetta alla Volontà diretta del Padre,
che va ricercata durante l’intero cammino di perfezionamento individuale).
Le
suddette parti del libro saranno anche i titoli dei capitoli del presente scritto, che sintetizzerò di seguito
allo scopo di predisporre i lettori all’apertura e all’ascolto del messaggio
ivi contenuto.
Gli Avvertimenti, denunciano l’apostasia – ossia l’allontanamento dalla Fede - che parte della Chiesa sta attualmente perseguendo senza possibilità di
fare ritorno, a causa della caduta a corpo libero che la sta investendo da
circa un secolo a questa parte, facendola precipitare nel vuoto interiore della
propria anima. Questo sta accadendo perché essa si trova lontana ormai dal suo
autentico Centro gravitazionale che è fisso in DIO, non però come se DIO
derivasse dall’elaborazione del proprio pensiero o dall’espletamento del
proprio compito – ad esempio quello
dell’ufficio sacerdotale - ministeriale
e religioso. Detto ciò, è importante comprendere da dove parte il decadimento
della coscienza morale e spirituale non solo della società intera –
quale parte d’un mondo destinato a
passare - ma anche della Chiesa Cattolica romana d’Occidente, il quale può essere contestualizzato storicamente a
partire dalla rivoluzione francese,
che ha portato e sventolato nel mondo la bandiera d’una falsa libertà (sublimata
questa dalla modernità materialistica attuale, che si è diffusa attraverso la propaganda
d’una concezione, oggi molto popolare, di tipo liberista e libertaria
d’applicare ad ogni soggetto sociale). Questo è il prezzo e debito al contempo della
formazione d’un’apparente democrazia
a cui si è infine approdati, che allo stato attuale dei fatti viene esportata e
imposta a tutte le nazioni allo scopo di controllarne l’economia
commercialistica e capitalistica importata dall’America del “nuovo mondo”, la quale si è sviluppata intorno ad una
politica bipartisan organizzata ad hoc sulla creazione di opposte parti
in gioco – mostrate come tali verso l’esterno - che ha come obbiettivo quello d’estendersi,
progressivamente, a tutte le sfere e i livelli del vivere d’insieme: locale,
nazionale, continentale e mondiale. Si tratta essenzialmente d’un’organizzazione
studiata nei minimi dettagli e conseguita in modo sotterraneo per governare e tenere occultamente sotto scacco il
mondo intero, a partire dalle Nazioni
cosiddette “libere” – libere anche dalla morale
religiosa in particolare - e “Unite”,
ovvero collegate finanziariamente, nonché commercialmente, tra loro. Tal
contesto è inoltre favorito dalla dialettica e abilità propria della politica
di raggirare sistematicamente le masse e le menti, allo scopo d’illudere l’uomo
di possedere in sé, per mezzo della ragione
e l’ideologia umanista moderna, un’autorità, una libertà e un valore – spacciati per propri - che nella realtà dei fatti risultano mancanti o
incompleti in essi stessi, quindi puntualmente deludenti – anche gravemente – dopo essere stati privati da dentro
dell’essenza propria che riempie tutte le cose. Si parla d’un’essenza originale
che se derivasse effettivamente da DIO non potrebbe dipendere in nessun modo e
misura dalla sola materialità
dell’esistenza (ossia da un punto di vista
meramente esterno) o dall’economia e da tutti gl’interessi commercialistici oggigiorno permeanti in lungo e in largo il nostro
sistema sociale e politico, nonché quello religioso e scientifico. DIO invece,
se veramente esiste e restando fermi sulla necessità d’arrivare sempre fino alla
prova dei fatti, non può che essere l’unico ed evidente Ente capace di legare
assieme tutte le cose da un punto di vista prima di tutto interno e originale,
restituendo cioè ad esse il pieno –
e non solo esteriore - senso e significato che le sono propri. Questo è
importante non solo per contraddistinguere correttamente tutte le cose tra loro,
ma anche per arrivare ad una comprensione più profonda di esse, come del
percorso che le porta inesorabilmente al reale compimento di sé in rapporto
all’insieme. Tutte le cose rispondendo in sé di e ad una stessa origine primordiale risultano infatti invisibilmente
e intrinsecamente collegate assieme –
a volte stupefacentemente - in
rapporto all’ecosistema o ambiente esterno in cui sono localizzate
e valorizzate singolarmente attraverso una relazione di dare-avere (rimanendo
per ora in termini strettamente fisici),
dato che fanno di esso costitutivamente parte, mai come fine a se stesse (dove l’una risulta secondo natura per e con l’altra, come anelli indivisibili e invisibilmente collegati o interlacciati tra loro lungo una catena
aleatoria – cioè libera - combinata insieme da corrispettive variabili interdipendenti; capaci queste
di generare autovalori propri
attraverso la reciprocità tra le cose, gli eventi fisici e le condizioni
esterne esistenti, e di alterare potenzialmente la propria posizione e livello
energetici nello spazio circostante).
Questo permette di modificare il proprio
stato “interfisico” o ecosistemico senza lasciare dietro di sé – da parte
ad esempio d’ogni particella - alcuna posizione vuota, vacante o senza vincoli nel
tempo, ma anzi mutando lo spazio prodotto intorno a sé conseguentemente alla
propria evoluzione fisica. Tutte le cose possono interagire con l’ambiente
esterno entro un dato range o grado quantico di libertà relativa, determinata dallo spazio (che corrisponde al reale sistema di riferimento o
d’osservazione) intorno ad esse generato,
il quale viene modificato e sviluppato mediante lo scambio tra l’ambiente
esterno e la propria corrispondente tipologia o specie energetica allo
scopo di descrivere conseguentemente una definita struttura fisica finale
sempre in mutamento e alla ricerca dell’equilibrio
tra le forze in esso interagenti. Ogni cosa determina in tal modo l’ambiente
energetico di cui fa parte, sia in termini di posizione che di forma, quantità
e qualità fisiche (dove l’una non prescinde quindi
dall’altra). Si parte naturalmente dal
mondo subatomico – o proprio della spazialità
interna fisica - per arrivare sino a
quello esterno o euclideo, visibile ai nostri occhi; sempre però volendo
rimanere – come accennavo prima - entro termini di
ricerca di senso, inteso questo come senso
compiuto in sé, anche se ancora imperfettamente. Dico ciò a causa
dell’atteso completamento, ancora in atto, dell’ultimo anello mancante della catena dell’esistenza (secondo la teoria per cui tutto risulterebbe
intimamente collegato dentro di sé),
ossia quello appartenente ad un ordine
superiore di libertà autocosciente,
non caotica e non casuale, che nella fattispecie coincide esclusivamente con la
dimensione della natura umana. Essa
si rende capace d’abbracciare l’intero Cosmo ed esistenza conoscibili
realizzando una profonda dedizione e contatto con le cose a partire da dentro
di sé, fino ad oltrepassare le Leggi stesse della Natura e ad arrivare a concepire
e perseguire in sé princìpi d’incorruttibilità
e d’eternità (indefiniti e infiniti, in quanto tali). Tal fondato prospetto dell’essenza naturale
visibile e invisibile dipende, come menzionavo sopra, ove direttamente ove indirettamente,
dall’autorità ed esistenza di DIO e non invece come risultato
dell’accentramento del sé sul proprio io
egoico (ovvero su ogni singola cosa da dover
distinguere e separare da tutto il resto), il quale risulta soggetto verticalmente
ad un piano e livello energetico superiore
o, anche, spirituale; mentre
quello inferiore o fisico si muove
lungo un asse naturale orizzontale indipendente in sé, ma come
volto ad un ordine ed equilibrio superiori (da
cui è possibile evincere una relazione tra l’asse verticale e quello orizzontale,
sia fisici che spirituali, intersecati tra loro in un punto comune di centro). Lo scopo del Disegno dell’esistenza è infatti quello d’incarnare o
sostanzializzare orizzontalmente, a
livello d’insieme, l’unità perfetta con tutto e quindi verticalmente con DIO, attraverso la Forza di legame intrinseca presente in tutte le cose esistenti, la
quale dipende energeticamente dal suo centro gravitazionale, che spiritualmente
viene identificato con il nucleo di Forza del Vero Amore; sintesi questa
perfetta d’ogni cosa venuta all’esistenza. Esso, come tale, non può che essere
la quintessenza stessa del Principio e della realizzazione, o compimento Ultimo
– da ritrovare - dell’intera esistenza (il prima
d’ogni cosa è pertanto da ricercare alle Origini invisibili delle Attività di
DIO e nell’eternità dell’Essere – volendo considerare cioè l’ipotesi d’una Sua Essenza sapienziale - che solo in secondo luogo si manifesta visibilmente
nel Divenire spazio-temporale proprio dell’esistenza fisica, sia interna che
esterna). Un’unità pertanto, quella originale, che deve fondarsi ed essere
focalizzata sia sull’Origine di tutto
– permettendo un collegamento tra le
Scienze Fisiche e Religiose - che sullo
Scopo ultimo della Creazione e
dell’Esistenza, verso cui tutto inesorabilmente tende e attraverso cui ognuno può
ricercarne il senso medesimo (in qualità
di persone umane autocoscienti e a partire dalla propria stessa vita di senso,
ricca e dinamica interiormente).
Andando
ora oltre tal contesto – usato come
spunto esplicativo - di tipo naturale
e fisico, torniamo a trattare quanto riguarda invece il discorso sulla
responsabilità della Chiesa (costituita
al suo interno tra capri e pecore, confusi insieme), sul quale c’è da dire che essa ha assunto,
storicamente parlando, una coscienza di sé sempre più distante e distaccata dalla
realizzazione del Piano divino originale
da cui è partita, il quale si differenzia da tutte le altre – solo apparenti - realizzazioni umane dal riconoscersi interiormente d’esser parte d’una umanità caduta, in attesa di essere
definitivamente salvata (in quanto,
se lasciata a sé, rimane senza vie d’uscita, finendo solo per ruotare intorno a
se stessi). Questa consapevolezza che
in passato era molto chiara e apertamente condivisa – quale che fosse la propria estrazione culturale o
tradizionale - ora non solo non lo è
più, ma ci si ritiene già “salvi” e “savi” prescindendo persino dai propri
operati e responsabilità personali, i quali dovrebbero aspirare sempre al
cambiamento del proprio cuore, mentre
questo rimane come eclissato e ovattato dal proprio ego chiuso in sé (oggi tra
l’altro, religiosamente parlando, basta aver “fede” senza voler/dover cambiare anche dentro, per potersi credere
salvati; come se le “opere” non significassero niente, mentre è proprio la Fede
a richiederle per prima, non svendendole
e pubblicizzandole meccanicamente ai
soli termini d’una semplice “professione
di Fede”). Fisserò quindi a tal
ragione, su questo punto in particolare, il preambolo di base del discorso che
intendo sviluppare più avanti; un discorso questo che è prima di tutto di coscienza, quindi riflessivo e orientato
verso la consapevolezza di sé, a prescindere dal dogmatismo religioso – il quale richiede più che altro di credere
impositivamente - al fine di
recuperare un discorso più naturale
ed umano, come cioè conviene meglio considerare
in questo particolare momento della nostra evoluzione terrena e personale (da dover riscoprire e rivalutare ancora da parte
propria, essendo questo il caso).
Una tal
incombenza, dunque, quella dell’esaltazione dell’io egoico, il quale è capace
di confinare la condizione umana entro un vicolo cieco la cui unica via
d’uscita è quella del baratro più assoluto e del dirupo finale che senz’altro
l’attende alla fine del proprio percorso. Anche nella Chiesa tutto questo si è
andato via via configurando e articolando progressivamente con il trascorrere
dei secoli (il male era infatti già insito dentro
di essa sin dai suoi inizi, mentre evangelicamente si attendeva solo che ne
potesse venir fuori al tempo della fine), ossia una volta portato a compimento il – ben noto - mistero d’iniquità profetizzato dalle
Scritture. Ciò prescindendo anche dalla sovrabbondante Grazia che si è
riversata finora sulla Chiesa
istituzionale, nonostante gl’innumerevoli errori da essa commessi (una Chiesa che in realtà è nascosta in Cielo e va
ricercata nel Corpo mistico ed
invisibile di Cristo, Signore e Re della Storia caduta umana). Troppo
spesso e troppo facilmente si tende infatti a trincerarsi fideisticamente dietro di essa, evitando d’esercitare il minimo
senso di ragione in ciò in cui si Crede. La causa del conseguente stato di
crisi in cui versa attualmente la Chiesa di Cristo in Terra (composta – come dovrebbe essere - di pietre viventi invece che di marmo, belle fuori e morte dentro, oltre che fondate sulla Parola dello Spirito invece che su studi teologici non ispirati) deve essere individuata nel progressivo
accentramento del Piano divino su di sé, essendo arrivati al punto di far
dipendere il Cristo dalla Chiesa –
e non piuttosto il contrario - dopo
averlo confinato entro mere astrazioni filosofico-concettuali di matrice
teologica che vanno ben oltre la rivelazione
e la conoscenza autentiche divine: da
una parte, affidate e, dall’altra, ad essa solo concesse. La realtà vera è
invece quella da ricercare nello Spirito Eterno di DIO, il quale agisce in ogni
uomo e donna credenti, così da poter e dover distinguere i differenti carismi affidati da DIO ad ognuno in
rapporto alla Grazia da cui essi stessi dipendono; anziché relegare questi ad
un grado di esercizio che è e rimane comunque fallibile in partenza, anche se
impartito da un ordine ecclesiastico –
tanto terreno, quanto al contempo caduto -
istituzionalizzatosi, con l’accrescere
del proprio potere, nel tempo e nello spazio, cioè nella Storia. Oggi si tende
inoltre a proferire e affermare, dovendosi confrontare con l’inarrestabile
mutamento dei Tempi, quel che si vuol sentirsi dire senza ricercare la Volontà
di DIO, ma seguendo ogni pulpito e corrente di pensiero – e di “dottrina” - dietro cui infine smarrirsi (basta
guardare all’eterodossia delle contrapposte correnti teologiche interne alla
Chiesa stessa, che risultano persino contrarie alla Legge dello Spirito di DIO,
per capire di che cosa si tratta).
Questo accade allo scopo d’aggirare le realtà che sono – di fatto - più
scomode per poter ottenere una vita fondamentalmente centrata su se stessi, in
modo da distorcere e trascendere, abilmente, ogni Verità di Fede e poter arrivare
infine a qualsiasi conclusione del caso (diversamente
da quanto significa invece chiarire ogni cosa alla Luce dello Spirito). Normalmente questo avviene volendo affermare il
proprio presunto primato e
assolutizzando le proprie idee entro concezioni filosofiche, ideologiche e
sociali, sempre più astratte e mai effettivamente sperimentabili o verificabili
in alcun modo, in quanto risultanti mancanti di modelli universali e naturali oggettivi, da poter mostrare come evidenti
a tutti. Le correnti filosofiche e dogmatiche conseguenti ad esse risultano
inoltre inevitabilmente distanti e –
come accennavo sopra - volutamente
distaccate dall’effettivo momento storico in cui è vissuto e ha operato il
Cristo, il quale ora agisce e parla sì per mezzo dello Spirito – e non della Teologia, che
appartiene invece ad un costrutto mentale e limitato della Verità - ma Quest’ultimo è stato inviato ed effuso da DIO
sul mondo intero per Grazia – verso
cioè chiunque Crede – a causa della resurrezione
ed ascensione in Cielo operate dal
Cristo (la quale a sua volta agisce ove
direttamente, ove invece indirettamente o anche inconsapevolmente, dovunque va
a posarsi). Si tende quindi, per
contro, a chiudersi nel proprio contesto ideologico, arroccandosi
sull’autoaffermazione di sé e dei
propri privilegi o presupposti logici, estremamente di parte, i quali fanno
capo – riguardo alla Chiesa istituzionale - ad un ordine giurisdizionale canonico del tutto eccentrico per definizione, che non permette
alcuna apertura a poter comprendere e rileggere appieno niente che esuli da
esso, come quanto riguarda i Tempi –
a cui vorrei riferirmi io - dell’era volgare; cioè quelli che vanno da
Cristo fino ai nostri giorni. Si è rimasti perciò come intrappolati, al di là
di quanto non si affermi all’esterno, entro un patrimonio spirituale
d’estrazione patristica, ma non anche
apostolica; che pur possedendo in sé
una sicura valenza culturale e storica, non presenta al contempo il bisogno – da parte di chi ne ha fatto uso finora – di restare anche altrettanto fedele alla Parola
originale di Cristo (modificata – opportunamente o no - nel tempo), ovvero così come ci è stata trasmessa per via Scritta – oltre che oralmente - dai Testimoni
diretti del Cristo nel momento
storico della sua manifestazione terrena (una
manifestazione resa oggi simile ad una fiaba oppure – come si sente dire - al
fatto che se pur il Cristo non fosse mai esistito, bisognava di certo inventarselo… Senza rendersi minimamente
conto di quello che si dice). Questo
succede perché si ritiene, spesso opportunisticamente, che la parola apostolica sia soggetta – nel suo
significato e forma esterna - al
mutamento dei Tempi e all’evoluzione culturale della società, come anche del
linguaggio e del progresso scientifico conquistati nei diversi secoli
dall’umanità. Non dico sia del tutto sbagliato pensare a quanto dipenderebbe appunto
dal “mutamento dei Tempi” storici,
essendo questo un dato indiscutibile, ma ciò dovrebbe comunque rimanere entro i
termini d’una crescita spirituale che arriverà a suo pieno compimento solo
negli Ultimi Tempi; frangente questo in
cui anche la parola apostolica, non
potendo far leva su se stessa, avrà bisogno d’andare oltre i Tempi dei Gentili, a cui essa è stata da
Cristo relegata. I Tempi che precedono il
ritorno del Cristo sono infatti da considerarsi come i tempi storici dell’umanità caduta – che accomuna tutte le diverse estrazioni religiose e
ideologiche - la quale risulta, a tal ragione,
incapace d’ottenere da sola una Liberazione
integrale. Quest’ultima non può che provenire da DIO e si manifesterà in modo pieno
al termine dei Giorni storici dell’umanità
caduta. Va da sé che, con il trascorrere secolare dei Tempi (camminando
cioè attraversando stadi di crescita in cui l’uomo e la donna sono tenuti a
maturare sia interiormente che esteriormente), l’evento storico cristico –
inoppugnabile storicamente - andava
perdendo sempre più in chiarezza ed oggettività di fronte all’evidente mancanza
di completezza del Messaggio apostolico primitivo a noi pervenuto
originariamente. Esso necessitava infatti di dover essere ricucito, reintegrato
e reinterpretato di volta in volta a causa, ad esempio, degli attacchi e travisamenti
eretici sopraggiunti durante l’intero arco della Storia della Chiesa e della
sua inarrestabile ascesa sempre più affermata in termini di potere gerarchico.
Ciò avveniva nonostante fosse un’altra la realtà cui dover far continuo
riferimento, ossia che la Chiesa fosse stata costituita protempore, esattamente fino al ritorno glorioso del Cristo, in cui sarebbe stata rifondata la Terra e
ristabilite le tribù d’Israele (la Chiesa però, in attesa di tutto ciò, non doveva restare
soggetta a secolarizzazione, esercitando in tal modo un giudizio e potere
temporali del tutto fine a se stessi, i quali sono risultati totalmente estranei
alla realtà Celeste). Gli attacchi
operati dai nemici della Chiesa andavano quindi a minacciare e minare sempre
più la già pericolante costituzione ecclesiastica, sussistente secolarmente
nonostante tutto, nonché andavano a confondere la Verità originale di cui si era
divenuti continuatori e propagatori per Volontà divina (questo non dovrebbe essere difficile immaginarlo, in
quanto il medesimo attaccamento e accecamento ai beni e privilegi materiali, causato
da un crescente potere religioso e istituzionale, si era già venuto a configurare
con la setta dei sadducei e dei farisei al Tempo della venuta di Cristo). Tutto questo ha comportato perciò: da una parte, l’ottenimento
certamente auspicato d’un approfondimento –
seppur incompleto - delle Verità di
Fede; mentre dall’altra, l’accentramento radicato sempre più sul potere istituzionale
e nelle alte gerarchie ecclesiastiche è arrivato ad impedire qualsiasi apertura
verso una visione più completa e definitiva –
o “tutta intera” - del messaggio cristiano,
oltre al problema di non riuscire più a vedere chiaramente la propria originale
missione cristiana e qual era, sempre in origine, lo scopo primario dell’evangelizzazione.
Con l’avanzare della Storia si arriverà persino a rinunziare alla necessità di dover
attendere il ritorno del Cristo (preciso
impegno e valore di Fede questo che veniva anticamente richiesto e professato dalle
primitive Comunità cristiane). Mi
spiego meglio. Originariamente, la seconda venuta del Cristo doveva essere addirittura
imminente – apocalittica
- mentre ora tal manifestazione finale
è stata rinviata ad un appuntamento che è arrivato fino allo scadere del “tempo
fisico” stesso o comunque al sopraggiungere del tramonto della civiltà umana sulla
Terra per cause naturali. Il sempre più crescente accentramento dell’autorità divina sulla Chiesa – anziché sul Cristo – è arrivato oggi a sostituire l’attesa del ritorno promesso del Cristo, cioè
quanto dovrebbe esclusivamente riguardare la vittoria e affermazione finale della
Chiesa nella Storia – la quale viene scambiata con
la Shekhinah o presenza sostanziale e
definitiva di DIO - sulla Terra (mi chiedo allora a questo punto: se occorresse
davvero attendere la vittoria finale e definitiva della Chiesa nella Storia,
perché mai il mondo dovrebbe interessarsi al ritorno glorioso del Cristo al
termine del “tempo fisico” sulla Terra, come se questo fosse diverso dalla
morte fisica a cui ogni uomo e donna è soggetto in qualsiasi momento della sua
vita? non è forse il Cristo – anziché la Chiesa - il Principio, il Centro e la
Fine della Storia umana? se però
l’Una non può essere intesa senza l’Altro, allora dovrebbe essere altrettanto
vero che la Chiesa non possa far a meno del ritorno glorioso del Cristo al suo
secondo ed ultimo Avvento per affermarsi nella Storia; ma tal contesto nulla
c’entra quindi necessariamente con la
fine del mondo e del tempo fisici terreni…). Questa sorta di presa di posizione e atteggiamento accentratori, maturati
da parte della Chiesa durante la Storia dell’era volgare, impediscono ad essa di potersi ravvedere dai propri
errori accumulati nei secoli e la possibilità di tornare indietro sulle proprie
convinzioni dogmatiche – o vere e
proprie decisioni intraprese autonomamente nel tempo - in modo d’aprirsi all’ascolto e poter accogliere la Verità autenticamente “tutta intera” (non intesa però come se si trattasse d’una teoria da
dover credere per essere infine magicamente salvati, senza compiere cioè la
propria responsabilità nel divenire veri
figli di DIO; parlando d’una Verità che è fatta di vita, non di teorie) e poter anche allontanare in
tal modo le ormai inevitabili conseguenze a tali e tanti travisamenti filosofici
e teologici – molti dei quali del tutto empi - elaborati durante i Tempi. Questo lo dico poiché, com’è Scritto: tanto è
stato deciso e tanto sarà anche realizzato speditamente – cioè non solo teoricamente o teologicamente, ma sostanzialmente e definitivamente - nel mondo intero e nella Chiesa,
per il loro rispettivo, atteso e richiesto da DIO, ravvedimento ultimo. Non è
lontano infatti il momento in cui si troveranno entrambi spaccati in due
opposti e contrastanti schieramenti all’interno di sé. Ciò è stabilito che si
realizzi in questo preciso Tempo e avverrà in seguito alla confusione che sta
colpendo da circa un secolo – e più - i fedeli in Cristo, a causa d’una potenza
d’inganno che imperversa sulla Chiesa e nel mondo intero; come anche l’amato e ricordato
Papa Paolo VI ha dichiarato apertamente durante il suo ministero papale,
affermando che: “il fumo di satana è
entrato dentro la Chiesa”, la quale è il
“Tempio di DIO” sulla Terra (nella nota omelia “Resistite fortes in fide”, del 29
Giugno - 1
Luglio 1972). Questo è avvenuto affinché si compissero le profezie intorno alle attese
escatologiche... La Grazia donata
originariamente da DIO alla Chiesa comincia –
non a caso - a vacillare e lasciare il posto al Giudizio, come descritto nei Vangeli e
nelle lettere apostoliche, a partire dalla Casa
di DIO. Dev’essere infatti reso manifesto il Mistero d’Iniquità già operante dal momento iniziale della
costituzione terrena della Chiesa, avvenuta –
non prima, ma - nel preciso momento della discesa ed effusione dello Spirito Santo sulla primitiva
Comunità apostolica riunita a Gerusalemme
nel Cenacolo in preghiera (insieme a Miriam e i parenti di J’shu-a; traslitterato in “Jәŝù”/Gesù). Per questo la mia posizione al riguardo diventa come quella di tromba che avvisa e invita, in queste
ultime battute della Storia umana caduta, ognuno a cominciare ad osservare quelli
che sono i Segni visibili degli ultimi Tempi,
manifesti ormai su grande scala, a cominciare dalla nascita delle ideologie
ateistiche e materialistiche moderne; come preannunziato da tutte le Scritture.
Gli avvenimenti e avvertimenti presenti
in esse fanno infatti a tali Segni esplicito
riferimento (per non
parlare, inoltre, di tutti i misfatti e scandali avvenuti, come menzionati dai
Vangeli, durante la Storia della Chiesa – non essendo inevitabili o come si
potrebbe pensare indispensabili per la Provvidenza di DIO - a causa del coinvolgimento
di essa nella politica imperiale pagana della Roma antica e dell’accentramento progressivo
del potere temporale papale sulla sua
figura – intesa in termini sempre più assolutistici e universalistici - allo scopo
d’estendere il controllo della Chiesa
romana sulle masse popolari di tutto il mondo; questo ha provocato: in
primo luogo lo scisma gravissimo occorso,
se così si può dire, tra le Chiese Ortodosse
e d’Oriente – le quali più che “Ortodosse” sono parimenti Cattoliche - nel 1054 d.C., momento
in cui la Chiesa occidentale andava a proibire il matrimonio dei sacerdoti o della sfera presbiteriale; mentre dopo
qualche secolo avveniva lo scisma d’occidente
operato dalla Riforma Protestante luterana
– del tutto legittima e unanimamente riconosciuta dalla cristianità universale come
valida - nel 1517 d.C.; in seguito, veniva a svilupparsi – avviluppandosi
infine su se stessa - attraverso le età del Risorgimento e dell’Umanesimo,
una progressiva esaltazione del sé verso
una sempre più acuta e marcata predominanza dell’ego umano nel vivere comune, elevando nello stesso momento se
stessi allo stato di unico giudice sul bene e sul male, circa la propria vita e
il proprio destino; infine nell’età moderna
si è posto – anticristianamente - l’“io
umano” al di sopra di tutto e di tutti, fino a scansare totalmente ogni forma
di culto, di morale e di Tradizione religiose, per il mero vanto d’aver
conseguito un dominio materialistico sulle cose a causa dell’avanzare della tecnologia… ma non anche secondo
DIO e in particolare con DIO al centro). Momento di crisi storica questa, estesa a livello
mondiale, in cui lo stato dell’apparente realizzazione umana e del progresso
scientifico a cui siamo giunti oggi ha spinto la coscienza umana ben oltre il
punto di vista religioso, facendo credere all’uomo di poter far totalmente a
meno di DIO, in modo da poter prescindere persino dalla Sua esistenza o no (agnosticismo
ideologico postmoderno). Tutto infatti
sussisterebbe da se stesso e non abbisognerebbe di – “alcun” - DIO
o di un Mediatore, mentre l’uomo non sarebbe altro che uno sbuffo nell’Universo
venuto ad esistere casualmente ed accidentalmente in questo mondo; senza che
ciò debba avere alcun senso se non quello che gli si volesse dare/trovare da
parte propria del tutto arbitrariamente. Tal consapevolezza permette alle
coscienze d’arrivare ben oltre il punto di vista biblico, il quale spiega per
contro che l’esistenza dell’uomo e della donna sono stati voluti da DIO essendo
presenti nel Suo Pensiero Originale, quindi sono anche Amati e sono stati formati
per diretto intervento dello Spirito di DIO che li rende “figli del Padre”. Non a caso EGLI ha scelto di porre le Sue Radici e la Sua Dimora in noi, quali “Principio, Centro e Termine ultimo” di tutte le cose esistenti. La ragione per cui si è
potuta sviluppare una simile e devastante ideologia ateistica anticristiana dipende
dal diritto di replica di cui si è avvalso l’ateismo postmoderno a causa degli
errori commessi dalla Religione nella Storia, compromettendo e smentendo in tal
modo se stessa. Inoltre oggi si è potuta acquisire, grazie alle Scienze moderne,
la consapevolezza di un’altra realtà naturale
– paradossale da un punto di vista
religioso - di cui ci ritroveremmo a far parte e ciò diversamente da quanto portato
avanti dalle fiabe religiose o da quello che si trova scritto nei Testi Sacri.
Questa cruenta realtà predicata dal mondo ateistico, che risulta disumana
secondo coscienza, mette la stessa di fronte ad una ‘sì “fatta” –da DIO?- Natura assolutamente casuale, la quale secondo
l’osservazione scientifica e a detta ad esempio dell’Evoluzionismo moderno ci avrebbe fatti spuntare fuori nello
scenario evolutivo terrestre del tutto fortuitamente, dopo essere stati da essa
crudelmente selezionati, modificati nel nostro DNA a causa di errori casuali di
copiatura genetica ottenuta per via ereditaria e soggetti a radiazioni varie a
causa di sconvolgimenti naturali (et similia). Si sarebbe in tal modo giunti infine allo stato
evolutivo denominato “homo
sapiens-sapiens” – la conformazione
cerebrale dell’uomo moderno - senza dover avere o dover ricercare in noi alcuno
scopo esistenziale di sorta. La realtà o il fatto dell’evoluzione (che non equivale
alla Teoria scientifica dell’”Evoluzionismo”) sono inoltre stati usati da parte dell’ideologia
ateistica per affermare la totale irrilevanza dei valori umani generalmente riconosciuti
sino ad oggi, così da rientrare all’interno d’un’economia naturalistica che può essere visualizzata meglio alla luce delle
ultime scoperte scientifiche e precisamente rappresentando gli esseri viventi
come di seguito esposto: in termini quantitativi,
va considerato che i batteri popolano demograficamente, oltre che con maggior
adattabilità alla vita, la Terra, in rapporto alle altre specie viventi tra cui,
al confronto, l’insignificante popolazione umana; mentre in termini qualitativi, l’uomo risulta fisicamente di
gran lunga più debole degli – altri - animali suoi simili e meno capace, rispetto a
questi, di adattarsi alle avverse condizioni ambientali in mancanza dei suoi
ritrovati – non naturali, ma solo - artificiali, che gli sono quindi necessari per la
propria sopravvivenza. Naturalmente tutto questo viene valutato, con mente
fredda da laboratorio, senza bisogno di dover riconoscere nella vita alcun
valore e senso o significato, in quanto la Natura e le cose sarebbero in sé prive
d’una sapienza e d’un carattere propri più elevati da dover ricercare (la quale più che un’osservazione dovrebbe essere una
domanda). Va da sé il potersi svincolare
anche da una Legge Morale – di fatto scomoda - fatta risuonare o, peggio, costruita di sana pianta dalla Religione, che
dimostra di essere così variabile e mutante nel tempo – piuttosto che soggetta alla crescita e maturazione della
coscienza umana - da svuotarsi d’ogni valenza propria e da potersi quindi sostituire con
una personalissima e finalmente “libera”, ossia del tutto autonoma, coscienza di
sé fine a se stessa. Risultano invece, parallelamente a ciò, ben accette le Leggi
statali e/o ritrovati social-umanistici atti a poter vivere meglio
con una coscienza di sé che rimane di
fatto incapace di gestire e controllare se stessa su scala generale, in
mancanza di governi costituiti dalla Comunità cittadina, nazionale e
internazionale, per raggiungere uno status
quo effettivamente imperante e un concetto di democrazia libertaria e liberista svuotata al suo interno da radici religiose di qualsiasi
tipo (ciò al fine di poter ricevere un “riconoscimento
statale” utile per la propria vita sociale, che risulta essere non solo predominante
nella coscienza delle persone, ma da cui non è più possibile ormai prescindere).
I Chiarimenti, si collocano in àmbito dottrinale e dogmatico,
relativamente alle indagini ottemperate dagli studiosi in àmbito Teologico, il
quale è arrivato oggi a dire a DIO chi “dio” è e persino chi
“dio” deve essere. Questo è avvenuto facendo uso di strumenti teologici
e filosofici sviluppati secolarmente attraverso l’enunciazione delle diverse
“verità” dottrinali o di Fede, che pur assumendo in sé un carattere teologale non possiedono in realtà nulla
di autenticamente mistico e
spirituale; mentre diverso è quanto risulta operato dai santi lungo il cammino –
e previsto smarrimento - di Salvezza della
Chiesa (soprattutto quella latina) nei secoli. DIO diventa infatti deducibile
teologicamente sulla base delle Scritture, della Rivelazione e della Tradizione,
per mezzo del proprio intelletto e sapienza, che sono e rimangono però appartenenti
ad una realtà caduta umana. Mi chiedo
a questo punto: che cosa ne sarà della realtà dello Spirito se è stata scelta come
chiave di volta la razionalità dello
scetticismo moderno – nelle vesti della dèa Ragione - per poter comprendere il Mistero divino – e insieme anche umano, essendo ad esso intimamente
collegato - sapendo al contempo che DIO nostro Padre è il Padre degli spiriti? Nessuno di questi dottori della Legge conosce ormai più neanche le Scritture – a meno di quanto insegnato dalla propria materia scolastica - le quali oggi fanno solo da contorno ad uno
scenario religioso e “spirituale” –
come parallelamente avvenne anche al tempo di Cristo - che viene puntualmente ridotto ad una sorta di legismo teologico, capace di eliminare la funzione propria dello Spirito (sempre che rimanga Questi l’Autore originale delle Scritture
e l’ispiratore perfetto, Sommo Custode dolce dell’anima e d’ogni verità, sia dell’umano che divino essere). Tutto
giusto quindi e tutto molto pieno di sé, mentre più volte la sapienza umana – fallace - è stata messa al muro o gettata
letteralmente a terra dalla Sapienza
divina, che continua a confondere
e sconvolgere la logica ingannevole delle vie percorse dall’umana superbia, lasciandole
e riducendole infine – da se stesse - al nulla e alla polvere della
miseria umana (momento questo che avverrà
quando ognuno giudicherà se stesso sulla propria autenticità, dopo essere stati
messi di fronte alla realtà vera).
Basta questo per far
comprendere come il presente capitolo argomenterà intorno a diverse questioni,
delicate e sottili, che faranno riflettere su tutto, soprattutto riguardo alle verità di Fede (le quali susciteranno nuove domande a cui dare
risposta) e secondo coscienza.
Passando alle Segnalazioni, il capitolo sarà volto, da
una parte, a far prendere coscienza di tali teorie teologiche e, dall’altra, a
ribaltarle completamente, sulla base della formulazione di semplici domande (rimaste finora disattese ed incomplete nella loro
soluzione finale). La prima parte del capitolo sarà orientata
alla comprensione dei Dogmi di Fede, la quale è rivolta in particolar modo al versante progressista di studiosi laici e
prelati che si ritengono – culturalmente
o per Fede - appartenenti alla Chiesa Cattolica. Vista però la confusione incalzante
a tutti i livelli conoscitivi umani, sia in àmbito sociale che religioso e
politico, la seconda parte del
capitolo sarà mirata a provocare una risposta sempre più incalzante da parte di
tutta la Chiesa, la quale risulta divisa dentro di sé in capri e pecore, allo
scopo di raggiungere e sollecitare la retta coscienza di ognuno, che sia
credente o no. Tutto questo
dev’essere fatto per preparare la venuta di nuovi
Cieli e lo stabilirsi d’una nuova Terra
in cui avrà fissa dimora la Giustizia, in
aeternum. Tal speciale momento
d’evoluzione che interesserà le coscienze dell’umanità intera sarà un punto di svolta
epocale che si realizzerà proprio in questo preciso Tempo di crisi a livello
globale, sia naturale che morale ed economica, a causa del raffreddamento della
Fede e dell’Amore, i quali hanno avuto inizio dal crollo dei valori fondamentali
della famiglia naturale. Uno degli
argomenti importanti d’affrontare sarà dunque, alla luce di tutto ciò, anche la
sessualità e l’importanza degli organi sessuali maschili e femminili
all’interno del rapporto d’amore matrimoniale.
In conclusione, Dichiaro
e annuncio, quanto dev’essere
inquadrato nel Tempo escatologico che
volge al suo compimento ultimo e definitivo; momento attuale questo –
ripeto - in cui la
Chiesa, vedendo declinare progressivamente la propria autorità spirituale e
terrena, dovrà lasciare il passo alla nascita o, meglio, rinascita della nuova e
definitiva – non istituzionalizzata e protempore - Chiesa Originale dello Spirito; la quale procede direttamente da DIO, Vero Genitore dell’umanità (da riscoprire completamente).
Questo Tempo si attuerà e
compirà per mezzo della Famiglia, ovvero la Famiglia di DIO, quale Casa – o Tempio Santo
- plasmata dalle mani stesse di DIO e riempita del Suo
Spirito; quale luogo dove DIO vuol
risiedere eternamente e che oggi viene a stabilirsi e mettere radici sulla
Terra, estendendosi sino in Cielo. Essa è infatti l’originale Shekhinah,
ovvero la Tenda del “DIO con Noi”, giunta a completamento. La Dimora di DIO –
visibile e mirabile - centrata sulla famiglia fu da DIO concepita quando ancora e per cui
venivano da EGLI distesi i Cieli (insieme
agli Angeli della Gloria divina) e si stabilivano le Fondamenta della Terra in vista
della Creazione dell’Uomo e della Donna, quali conclusione e scopo ultimo dell’Opera
Divina della Creazione di DIO. Essi sarebbero quindi stati da LUI condotti
lungo il Cammino di maturazione e
Perfezionamento di Sé al fine di poter divenire una cosa sola: tra loro e con DIO al Centro, nel Paradiso di Gan Eden
(che rappresenta il mondo e l’universo
intero, oltre al luogo in cui sono stati formati e condotti reciprocamente
l’uno verso l’altra, Adamo ed Eva). Durante
tal processo di crescita si è invece verificata la Morte in seguito allo
smarrimento e la caduta delle loro
anime nelle tenebre più cupe e nell’accecamento rimordente del Male operanti dentro
di sé, cioè nel proprio cuore, dopo aver irrimediabilmente – da se stessi almeno - corrotto e sviato le loro coscienze rimaste immature
e come vulnerabili a tutto ciò (si è perduto
in tal modo il contatto profondo della Pietà
divina dentro di sé). È venuto
così ad instaurarsi nel mondo il cosiddetto inferno in Terra (ossia la Morte eterna – o spirituale - delle proprie anime immortali, in attesa
del Giudizio finale di DIO). A causa di ciò, fino ad oggi il “falso amore” ha potuto giocare la parte da leone, divoratore della
coscienza umana, dettando in tal modo le regole sulla nostra Storia e ponendosi
in una posizione di netta e aperta antitesi, o contraddizione, nei confronti del
Vero Amore (che è quello proprio di DIO). Nella realtà autentica invece la Famiglia di DIO
doveva costituire la Trinità Originale,
ossia: DIO (verticalmente) e l’Uomo
e la Donna (orizzontalmente) uniti insieme; quali Veri Figlio e Figlia di
DIO giunti a Perfezione in se stessi
ed eternamente uniti insieme, quale manifestazione, sia fisica (orizzontale)
che spirituale (verticale), dell’Amore Corporeo e sostanziale di DIO.
Ciò si spiega e si può
comprendere nei termini in cui è lo Spirito –
non noi stessi - ad essere il Soggetto, come lo è sempre stato, della Chiesa, oltre ad
essere stato promesso da tutti i Profeti sin dalle origini affinché si compissero
i Tempi in cui Esso sarebbe stato effuso uniformemente
(senza dislivelli e preferenze) ed integralmente
(cioè in corpo, anima e spirito) su tutte le genti; andando ben oltre ogni costituzione umana fallibile, come quella clericale stessa. Quest’ultima infatti
essendo stata – come già spiegato - stabilita da Cristo come protempore, cioè destinata alla sua fine
con il ritorno del Cristo, doveva costantemente rivolgersi durante la sua
Storia al compimento ultimo e definitivo
della Volontà di DIO, che ha come scopo quello di preparare le anime alla loro Salvezza
Eterna e Liberazione conclusiva operate
dal Cristo alla sua seconda venuta. La Chiesa ha pertanto carattere spirituale
e divino in sé, in quanto fondata da DIO sulla Pietra stabile ed eterna costituita
dal Figlio di DIO fatto Carne (che viene perpetrato in ogni momento attraverso il
Sacramento dell’Eucaristia e della Confessione), ma ciò non significa che non sia allo stesso tempo anche umana e caduta in se stessa nonostante tutto, in
quanto composta di uomini caduti i
quali non possono esimersi dal tenersi pronti e restare in attesa della
Salvezza completa che si attuerà nel momento in cui sarà realizzata la Redenzione
della nostra Carne, definitivamente (questo sono le Scritture a dirlo e spiegarlo). L’Istituzione ecclesiastica è soggetta infatti anch’essa
ad errore, diversamente da quanto non
si dica e nonostante le dichiarazioni di Papa Adriano IV – messe per iscritto, in un momento storico in cui non
esisteva neppure la formulazione secondo cui il Papa poteva pronunciarsi: “ex cathedra”- sulla “non
infallibilità papale” (stabilita
solo in seguito, teologicamente). È
giunto pertanto il tempo in cui sia ricomposta e infine compiuta
definitivamente la Parola di DIO contenuta nelle Scritture – dopo averne aperto e rotto i Sigilli, da parte del
Leone di DIO – rivelando al mondo il Cammino della Provvidenza
di Restaurazione umana condotto da DIO stesso durante tutta la Storia umana caduta, in qualità del nostro
Vero Genitore Originale e Celeste. La lotta della Chiesa, come quella di tutti
i santi, riguarda la difesa del Corpo visibile e
terreno di Cristo dall’attacco satanico sopraggiunto nei secoli, in quanto la
Chiesa vivente lo incarna prolungandolo nel tempo e nello spazio, cioè nella
Storia, mentre rimane in costante attesa del pronto ritorno glorioso del Cristo
alla sua seconda venuta. La redenzione
terrena attesa da ogni anima verrà a quel punto realizzata dal Cristo allo scadere
dei Tempi biblici e dei Tempi dei Gentili,
anche se ognuno rimarrà comunque vincolato all’esercizio della propria Fede (com’è anche Scritto: “quando il Signore verrà, troverà la Fede sulla Terra?”), secondo la responsabilità e libera risposta umana.
Ho fatto menzione sopra alla presenza e attività fondamentale di tutti i santi durante
le lotte della Chiesa, ma vorrei precisare qualcosa al riguardo circa la loro sottomissione ed intima obbedienza all’autorità clericale, come del
resto è già avvenuto durante la storia dei Profeti nella prima Israele: ebbene,
ciò è chiaramente dipeso dal ben più umile ed elevato, rispetto a quello Antico, Timor di DIO, dando forza per la Gloria di DIO al proprio
infaticabile e invincibile amore prodigato
in ogni Tempo verso la Chiesa, essendo essa stata fondata sulle pietre apostoliche delle origini e
conseguentemente sulla “Fede petrina”
riconosciuta dal Cristo quale “Pietra” Viva (senza
l’articolo determinativo però de: “la
Pietra”, che è invece il Cristo) su cui
sorge e si basa la Chiesa intera. Essa ha infatti come sua unica pietra angolare lo stesso Cristo, in
rapporto alla Fede petrina da
esercitare in Lui – che nulla c’entrerebbe quindi
necessariamente con l’affermazione storica della centralità istituzionale del Papa
– in quanto solo il Cristo è
l’Unigenito Figlio del Padre, DIO. Tutti i santi però non approvarono ciò
nonostante i misfatti commessi – e in un
certo senso anche compiuti, riguardo alle empietà scongiurate dalle profezie bibliche
- da parte della Chiesa istituzionale nei
secoli, lungo il trascorrere dei Tempi dei
Gentili. La Storia della Chiesa sarebbe pertanto da leggersi in chiave di diffusione
del Vangelo, affinché questo potesse arrivare a tutte le genti sino agli
estremi confini della Terra: battezzandole nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e abbattendo per
mezzo della Croce – Gloriosa - del Cristo il muro di separazione eretto tra DIO e gli uomini (non solo quindi tra ebrei e gentili) a causa del Peccato delle Origini, quale inestinguibile – da noi stessi almeno - accusa satanica agente in noi. Ciò può essere visto anche come
l’ignoranza che abbiamo di DIO e di noi stessi, venutasi a creare nel mondo a
causa del Peccato inteso come separazione da DIO e dal Suo Amore, nostra autentica
Origine. Per questo discenderà, come compimento delle profezie bibliche, la Città della Gerusalemme Celeste, tutta
Santa, da DIO, sulla Terra, grazie al compimento della Storia di Provvidenza biblica
e la prefigurazione – da parte di DIO - di un Popolo Santo ben disposto
all’Ascolto e alla comprensione della Sua Parola Originale; dopo essere stati separati
dal veleno e inganno satanici (fuori, come dentro di noi).
Avverrà infatti, com’è Scritto,
quanto sulla separazione a livello mondiale delle anime nei due antitetici aspetti
della natura Caduta umana: quella cioè abelica
e cainica. L’una accogliente e
l’altra rigettante – interiormente - la Parola Vivente di DIO; i
quali sono raffigurati biblicamente con la separazione dei capri da una parte e delle pecore
(non però con il significato negativo
che gli diamo noi oggi, ma in quanto capaci d’ascoltare, seguire e riconoscere
fedelmente la Parola di DIO) dall’altra.
Essi possono distinguersi – in modo
generale - sulla base
della professione della propria Morale e Coscienza umana, applicate
verso le altre persone e verso l’altro
per eccellenza (che per l’uomo è la donna e viceversa), rispetto
alle necessità personali di ognuno. Questo valore universale inequivocabile, il
quale richiede essenzialmente la Conversione del cuore all’Amore di DIO, ci permette di andare oltre le
prescrizioni, i regolamenti e la dogmatica
delle religioni, per scongiurare il rischio sempre presente di presumere di
possedere in noi stessi la Sapienza di DIO e di poter prender parte esattamente
così come siamo – senza cioè dover anche conoscere
la Verità tutta intera e invertire la nostra natura caduta - alla Gloria del Cielo; non a caso essa viene
oggi troppo spesso sostituita con quella solo umana – nonché teologica - e umana
caduta.
Ora, come è Scritto, i primi – i “capri” - saranno destinati, in quanto tali, all’oscurità mordente delle tenebre, a
causa della loro impenitenza (non a
parole, ma dentro di sé). Questo
avverrà trovandosi di fronte alla Verità e alle fiamme eterne scaturenti dal Giudizio d’Amore di DIO, che risulta
essere insopportabile e che non può che essere rigettato da costoro. Esso è un Fuoco
inestinguibile che procede da DIO e consuma da dentro quanto non è destinato a
rimanere eternamente; riguardo cui tutti, nessuno escluso, ne siamo e ne saremo
infine sempre più soggetti. Il Giudizio eterno di DIO dipende infatti dalla
purezza e onestà interiore che sapremo costruire nelle nostre anime, o al
contrario, a causa della corruzione impenitente del proprio animo, che rigetta volitivamente
la Grazia e l’Amore eterni del Signore
che Viene.
Le seconde tipologie di anime – le
“pecore” - saranno invece
raccolte dai quattro angoli della Terra
(cioè fino ai suoi “confini”), dopo essere state parimenti Giudicate e organizzate
tra loro dalla Verità dell’Amore di DIO che viene a stabilirsi permanentemente
nel mondo intero. Esse saranno ricondotte dagli Angeli e dagli Eletti di DIO nel
loro precostituito – attraverso i Cieli - e ricostituito – in Terra - ovile eterno delle anime; momento nel quale si realizzerà
anche la nostra rinascita,
quando cioè il Signore del secondo avvento verrà sulla Terra. Non tutti però sono
riusciti a vederlo e a riconoscerlo, nelle sue nuove vesti umane, mentre si
trovava fisicamente ancora in Terra, al suo ritorno.
Il Figlio
di DIO non è però da riconoscersi o identificarsi nel Papa o “santo padre”, in quanto neanche il Papa può sostituirsi, in nessun modo e
in nessun caso, a DIO e al Suo Cristo, ma è piuttosto chiamato a mantenere e portare
avanti – in qualità di sovrintendente di Cristo in Terra - la missione affidatagli dal Cristo –
ma non solo a lui, quindi - alla pari di
tutti i discendenti degli Apostoli costituiti da DIO come tali sino al Tempo della fine. Quando si compirà la
Chiesa sarà – evangelicamente - tenuta a restituire i frutti della
Vigna a DIO e al Cristo alla sua seconda venuta, quale unico e legittimo proprietario d’Amore dell’umanità intera.
Devono essere naturalmente riconosciuti a tal fine i Segni dei Tempi, come sono stati riportati nelle Scritture e ribaditi
dal Vangelo del Cristo alla sua prima venuta. Il “santo padre” deve infine – per l’ultima volta, perché altre occasioni non ce ne
saranno - fare ritorno all’unità e comunione perfette con i fratelli apostolici in Cristo, i quali facendo
parte integrante del Corpo Mistico di Cristo non devono continuare ad essere
separati tra loro; questo deve adempiersi ora perché il Tempo dei Gentili volge al suo termine, mentre i Segni degli ultimi Giorni sono visibili sotto gli
occhi di tutti (lo stesso – cosiddetto -
Protestantesimo è nato proprio a causa dello scempio inescusabile della
separazione avvenuta, proprio a causa dei Papi di alcuni secoli fa, tra Oriente ed Occidente, ad opera del maligno; in tal frangente storico ognuno
continua infatti ad accusare e colpevolizzare l’altro, accentrando la Fede su
di sé e sulla propria Chiesa; del tipo: “io
sono di Paolo”, “io sono
di Apollo”). Eppure essi sanno che com’è anche Scritto: “un regno diviso dentro di sé non può perdurare”
e resistere agli attacchi furenti del tempo, cioè alla corruzione a cui rimaniamo tutti immancabilmente soggetti. Questi
sono anche gli abissi tormentosi delle tenebre umane, acque minacciose lungo cui
naviga la Barca di Pietro in mezzo al
Mare in tempesta… Rimanendo sempre
confidenti che: “il
Cielo e la Terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”.
Concludendo, vorrei anticipare l’uscita del mio prossimo libro dopo il
presente libro-rotolo, il quale
tratterà argomenti d’attualità molto importanti e anche critici in ambito: scientifico (come l’Evoluzione delle specie e la realtà
dell’Universo), sociale (come la costituzione di una nuova società mondiale) ed economico (come il
passaggio alla nuova “moneta” di scambio, che non sarà costituita dal denaro e
dall’accumulo dei propri profitti economici).
Buona lettura, dunque, e ascolto,
nell’augurio rivolto indistintamente a tutti, sacerdoti, religiosi, semplici
credenti e non, di poter entrare a prender parte del nuovo inizio o prima
Resurrezione, auspicati e finalmente manifesti nel Giorno dell’Eternità che
viene; mentre: Oggi è quel Giorno,
il quale discende da DIO e viene nel mondo per richiamare tutti ad elevarsi spiritualmente
e a comparire dinnanzi al Cristo in Cielo …
ultimo aggiornamento: 31 Marzo
2012
Se si vuole scaricare il documento vai al link
https://www.dropbox.com/s/ildnqwg977zs5oq/TESTIMONE%20DI%20DIO_final%20release_29%20Marzo%202013.pdf
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