di Franco Previte
Nell’ultimo “atto” altalenante del teatrino della politica e della “recita” del Governo Monti, ricorre spesso la parola riforma, necessità dove lo Stato Sociale dovrebbe essere presente ed operante verso la moltitudine di sofferenti, specie i malati psichici racchiusi negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, oggi presenti nella “scena” del sistema legislativo.
Alcuni personaggi politici oggi hanno rivolto, non si capisce bene se per “apparire” negli schermi oppure per far “valere” la loro solidarietà ed il loro sguardo alla
“ri-scoperta” degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, altri alla “dura vita” nelle carceri italiane.
Non vi è nulla da eccepire, salvo quello di constatare da Paese libero, le varie e libere scelte di espressione del n/s pensiero o del n/s modus vivendi.
Il decreto legge del Governo sul sovraffollamento delle carceri è passato al vaglio del Senato della Repubblica con 226 voti, 40 contrari 8 astenuti, compreso la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.
Comunque con 175 voti favorevoli, 66 contrari e 22 astenuti, il Senato della Repubblica ha approvato l’emendamento della Commissione Giustizia per la chiusura dei 6 Ospedali Psichiatrici Giudiziari fissata al 31 marzo 2013.
Nel Testo viene stabilito che ciascuna Regione deve stabilire un specifico accordo con l’Amministrazione Penitenziaria per trovare una o più strutture sanitarie atte al ricovero dei tutt’ora “degenti” negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.
E così per un “pugno di voti” il Legislatore si libera la coscienza da una “dimenticanza" che dura da ben 34 anni. Bisogna sapere che la legge 180 e 833, quelle leggi che hanno chiuso i manicomi, ne avevano inteso la totale chiusura compreso quelli privati e gli OPG, tutti in contrasto con l’etica civile, in difformità con l’art.32 della Costituzione e per il mancato adeguamento alla normativa civile.
Fin dal 7 ottobre 1998 con la Petizione (di “Cristiani per servire” con l’Opera don Guanella e don Orione) assegnata col n.520 alla 12° Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica e con il n. 714 alla 12° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati avevamo richiesto, tra “altri”, interventi di ristrutturazione edilizia degli edifici OPG secondo linee moderne confacenti, onde neutralizzare i disagi che gli “utenti” potevano subire o provocare con non più di 4 degenti per camera, in difformità la totale chiusura degli stessi.
Debbo ricordare che la Petizione è l’espressione della volontà dei cittadini che esercitano il principio della sovranità popolare e permette a chiunque di segnalare le necessità, le esigenze, le aspirazioni della gente ed aggiungo per il bene comune.
Purtroppo l’ “appello” da noi lanciato alle Istituzioni ha sempre trovato un silenzio, che reputo tutt’ora in itinere, che non piace alla logica dell’etica pubblica e che ci induce a supporre che passeranno tanti 31 marzo 2013 quanti quelli trascorsi, prima di concludere la totale chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari!
Nel Rapporto del dr. Alvaro Gil Robles “Commissario Europeo per i Diritti Umani”, nella sua visita in Italia dal 27 ottobre al 6 novembre 1995 al cap. 122 si legge : “Dopo aver esposto le mie osservazioni al Ministro della Giustizia e ai Direttori delle carceri nel corso della mia visita, ho avuto il piacere di apprendere che una lettera indirizzata nel mese di luglio ai direttori regionali dell’amministrazione penitenziaria li invitava a sviluppare dei protocolli con le amministrazioni locali e regionali per favorire il reinserimento nella società dei malati internati negli OPG. Tali sforzi potranno agevolare e certamente accelereranno la liberazione di numerosi malati, mantenuti in detenzione per ostacoli di natura amministrativa. Mi auguro che saranno la prima tappa di una riflessione più globale sul sistema psichiatrico e che permetteranno di offrire un numero maggiore di posti letto negli istituti psichiatrici che possono ospitare in modo continuo (con ricovero diurno e notturno) i malati cronici di lunga durata che non possono trovare una soluzione di vita nel loro ambiente familiare o nelle strutture diurne”.
Ma dove sono stati i politici fin oggi? Forse a stabilire, volta per volta, se è il caso di diminuire le provvidenze economiche di cui usufruiscono quali “rappresentanti del popolo”, alla faccia dei sacrifici che compie il popolo italiano, anche, nella crisi economica in atto?
Non è sufficiente mettersi dalla parte di chi soffre, o far finta ed essere promotore di salute, di conclamare pseudo solidarietà, di vane parole.
Reputiamo essere una condizione di necessità la mobilitazione delle coscienze, soprattutto di quella politica che ri-conosca la “malattia”, dove curarla e dove costituire possibili piani d’intervento terapeutici per aiutare, anche, le famiglie coinvolte e succubi in queste difficoltà.
Interpretando il pensiero dell’opinione pubblica auspico che quella “chiusura degli OPG” avvenga alla data prefissata per non gabbare ancora una volta i malati psichici detenuti (o come tali!), come pure in primis il passaggio delle competenze dal Ministero di Grazie e Giustizia al Ministero della Salute, in attesa di una normativa definitiva sugli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.
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