Vorrei riportare un’esperienza significativa tenutasi alcuni anni fa in Israele e Palestina. Tante donne europee, insieme a donne israeliane e palestinesi, hanno dato vita ad una serie di eventi molto significativi. Era il maggio del 2004. L’iniziativa era denominata “Donne di Pace”. L’organizzazione dell’evento era stato promosso dalla Women’s Federation for World Peace (Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo.
A quaranta giorni dalla realizzazione della Marcia per la Pace al Parco dell’Indipendenza di Gerusalemme organizzato da Women of Peace, “Donne di Pace” hanno continuato nel loro lavoro di riconciliazione e di riappacificazione e continueranno ad operare in quella terra di Palestina in preparazione ad una serie di eventi che avranno luogo nei mesi di luglio agosto e settembre.Il 28 maggio 2004 si era conclusa a Gerusalemme l'iniziativa "Donne di Pace" (Women of Peace), alla quale hanno partecipato oltre 600 donne provenienti da 33 nazioni, tra cui l'Italia e San Marino, affiancate da altre centinaia di donne israeliane e palestinesi. Scopo dell'iniziativa, che si è sviluppata dal 21 al 28 maggio, è stato il portare un messaggio di pace e di riconciliazione tra Israeliani e Palestinesi. La 6a iniziativa di Pace per il Medio Oriente (MEPI) è stata organizzata dalla Women's Federation for World Peace (www.wfwp.org ) e l’Universal Peace Federation (www.upf.org, A differenza delle precedenti, questa iniziativa di pace è stata attuata da sole donne, per mettere in rilievo il loro ruolo d’operatrici di pace. Il programma era quello di portare un messaggio di pace sia a livello personale sia ufficiale. Hanno visitato migliaia di famiglie palestinesi ed israeliane colpite in un modo o nell'altro dalla guerra, ed hanno portato il loro sostegno ad alcune significative attività locali nate per superare la divisione tra i due popoli: Contributi sono stati donati alla Scuola Israelo-Araba, in cui sono educati senza discriminazione, ed al rispetto ed all'accettazione reciproca, bambini dei due popoli. Centocinquanta donne hanno poi visitato e portato il loro sostegno economico all'Ospedale Hadassah, creato da due donne - madre e figlia - con lo scopo di aiutare ed ospitare le persone sofferenti e bisognose, indipendentemente dalla loro appartenenza all'uno o all'altro popolo.Una delegazione ha potuto portare cibo e contributi economici alla popolazione di Gaza. Il giorno 26 maggio si è svolta una commovente Cerimonia di gemellaggio “Bridge of Peace” (ormai consolidata iniziativa per il superamento delle divisioni tra popoli, etnie e nazioni da secoli nemiche), tra donne di varie nazionalità. Molte di queste erano arabe ed israeliane.In quell’occasione è stata anche firmata la dichiarazione allegata. Il giorno 27 maggio è stata effettuata la Marcia della Pace, conclusasi come le precedenti nel Parco della Indipendenza di Gerusalemme, dove le partecipanti sono arrivate attraversando proprio le strade che sono state teatro di alcuni dei più gravi e recenti attentati. Durante il tragitto c'è stata la visita ufficiale alla Moschea di Al-Aqsa, aperta appositamente per accoglierle. L'Imam della Moschea ha rivolto loro un sentito discorso di apprezzamento per la loro attività. Con tale Marcia le partecipanti hanno voluto ricordare che l'unica soluzione possibile al conflitto arabo-israeliano consiste nella comprensione e nel perdono reciproco, sia per le vittime sia per i terroristi. Solo il perdono e la riconciliazione, sostenuti dalla preghiera reciproca potranno, infatti, permettere di trovare una soluzione ad una situazione che appare senza via d'uscita.“La pace è troppo importante per essere lasciata in mano solo ai politici”.Questa è stata l’affermazione di Sua Eccellenza Abdurrahman Wahid, ex presidente della Indonesia, durante la manifestazione per la pace realizzata a New York (di fronte al palazzo di vetro delle Nazioni Unite) il 3 ottobre 2003 in occasione della fondazione del Consiglio Interreligioso ed Internazionale per la Pace (IICP).Women of Peace è stata proprio una risposta della società civile a questa dichiarazione. “Donne di Pace” sono andate di casa in casa per ascoltare, consolare, condividere, pregare, medicare le ferite di due popoli, di due nazioni.Hanno potuto vedere e sperimentare tanto dolore, tristezza, sofferenza ed, in molti casi, hanno riscontrato la mancanza di speranza di riuscire a porre fine alla violenza e alle distruzioni. Le vittime di entrambe le popolazioni hanno ferite aperte e profonde e vivono nella sofferenza e nella angoscia.Lo sforzo di riconciliare i due popoli è l’unica via per alleviare ed eliminare la loro pena e l’unico metodo per affievolire il desiderio di vendetta.L’odio è stato seminato dagli estremisti di entrambi i popoli nei cuori dei bambini fin dallo loro tenera età.La paura e la minaccia dell’aggressione è palpabile nell’aria ed è tanto pesante.In qualità di donne, sorelle e figlie di Dio abbiamo sentito forte la sua chiamata di diventare Vere Donne di pace, di essere profondamente motivate a dedicare il nostro impegno di cuore per portare armonia tra questi due popoli.In questa esperienza abbiamo capito quanto un cuore di madre sia in grado di sacrificare se stesso e unirsi ad altri cuori, superando la mera logica della ragione.I nostri sforzi ed il nostro sacrificio erano indirizzati a piantare un seme nel cuore di quelle donne affinché possa poi dare i suoi frutti, anche dopo il nostro ritorno nelle nostre nazioni.Abbiamo voluto smuovere il cuore di quei popoli affinché potesse dare loro la possibilità di fare la stessa cosa che abbiamo fatto noi, andando di casa in casa.Un Cuore di Madre per la Pace: questo è stato il motto del nostro incontro al Parco dell’Indipendenza. Abbiamo avuto la testimonianza di molte persone che hanno dedicato la loro vita alla realizzazione della Pace e la testimonianza di coloro che hanno perso i loro cari a causa delle violenze in atto.Molti sono stati gli autobus pieni di donne arrivate dalle città vicine.Alla fine abbiamo potuto vedere molti abbracci di riconciliazione tra Palestinesi ed Israeliani, tra bianchi e neri, tra tedeschi ed ebrei, tra nativi americani e bianchi, tra britannici ed indiani, tra coreani e giapponesi, tra arabi ed ebrei.Un impegno spontaneo a dedicarsi alla pace e diventare operatori di pace.”Susan Fefferman “Le donne, essenzialmente, sono madri che sacrificano la vita e percepiscono una pena immensa quando vedono divisione, risentimento, odio e spargimento di sangue tra i loro figli. Siamo venute qui per prendere questa posizione e manifestare questo cuore di madri nei confronti di tutte le persone di questa terra, confortando coloro che hanno avuto esperienze di sofferenza, ascoltandoli e comprendendo la loro pena, stringendoli in un abbraccio d’amore e versando lacrime con loro.In questo modo abbiamo potuto vedere molti ed intensi momenti di riconciliazione.Molte sono le cause spirituali di questo conflitto. La fondazione posta dalle donne del mondo intero servirà per risolvere le cause di lotta tra i figli di due fratelli, Isacco ed Ismaele, entrambi eredi del loro padre Abramo.Non eravamo qui per trovare soluzioni politiche. Volevamo trasmettere sentimenti di speranza dove c’era disperazione, offrire la comprensione e il sostegno di madri laddove si percepiva di essere incatenati ad una spirale di violenza senza fine.Noi donne europee ci siamo ricordate della manifestazione organizzata di fronte al Muro di Berlino nel 1987, quando sembrava non esserci più alcuna speranza. Abbiamo preso atto che quelle condizioni di vittoria interiore, sono state le decisive concause per il crollo del Muro di Berlino e della Cortina di Ferro.Sono state più di 3000 le persone che, a Gerusalemme, hanno accolto il nostro appello rivolto a tutte le donne (quali madri, figlie e spose) che cercano e che condividono l’impegno per la pace. Molte sono state le donne israeliane e palestinesi che hanno condiviso la loro esperienze di dolore e sofferenza e che hanno testimoniato di come queste sofferenze siano state alleviate proprio da questi momenti di riconciliazione e di perdono. Siamo convinte che l’opinione pubblica in genere, non sa comprendere questa visione interiore di azione per risolvere i conflitti, ma in silenzio i cuori delle migliaia di persone che abbiamo incontrato, ed anche il nostro cuore, sono stati profondamente toccati dall’amore e dalla cura speciale che Dio ci ha concesso in questo periodo trascorso qui in Palestina.Le lacrime che insieme abbiamo versato saranno la testimonianza della cura e dell’amore di Dio.La storia è fatta anche di piccoli gesti e di piccoli atti simbolici e significativi. Questo è stato il nostro piccolo, ma significativo, contributo al processo di pace per questa terra di Palestina.
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