Le famiglie dei sofferenti psico-fisici, conservano sempre una grande dignità: ma sono dimenticate!
di Franco Previte
Perché non viene promossa una Indagine Parlamentare sulla situazione in atto dell’assistenza psichiatrica in Italia ed “altro”? (Punto 17 della n/s Petizione registrata col n. 1 dal Senato della Repubblica e col n. 9 dalla Camera dei Deputati del 15 aprile 2008).
E’ una grande possibilità, fin’oggi, gettata al vento dal Governo Monti e dai Consessi Parlamentari!
La n/s società sta perdendo la fiducia nelle Istituzioni, perché quest’ultime hanno forse dimenticato che le ingiustizie sociali hanno spesso originato eversioni da precisi codici etico-culturali. E’ la storia che ce lo insegna!
E’ diventato di “moda” reclamare ogni sorta di qualsivoglia diritto, con cortei, dimostrazioni di piazza, cartelli, recriminazioni “urlate” come stiamo assistendo oggi gennaio 2012, ma non abbiamo visto questo “tipo di cortei” inneggianti la carenza di interventi di natura legislativa-economica-sanitaria delle famiglie inerenti lo status sociale dei disabili fisici ed in particolare quelli sull’handicap mentale!
Le Famiglie tutte che conservano una grande dignità: sono, comunque, totalmente dimenticate!
Qualcuno ha giustamente e molto argutamente osservato sugli avvenimenti quotidiani: che per vivere c’è bisogno di verità, per sopravvivere c’è bisogno di soldi, che a parità di possibilità, tutelare una vita umana è molto più importante che idolatrare gli animali domestici (che noi ampiamente rispettiamo!).
Infatti le persone sofferenti una invalidità ed i loro familiari assistono alla continua riduzione delle loro possibilità di condurre in ogni senso una vita dignitosa, mentre, anche, le provvidenze economiche per il 2012, non ancora pubblicate, saranno aumentate di qualche centesimo, alla “faccia degli sprechi pubblici” cari “Professori”!
Il “problema” della disabilità fisica in Italia è “dimenticato”, quello dell’handicap mentale “esautorato” e su quest’ultimo in ambito europeo “difetta” di un vincolo giuridico da me fortemente richiesto con Petizioni e Ricorsi alla “Corte Europea per i Diritti dell’Uomo” di Strasburgo ed al Parlamento Europeo, dove ad un approccio di diritti umani faccia seguito quello di una normativa legislativa comunitaria uguale e con la stessa valenza ed applicabilità in tutti gli Stati dell’Unione Europea.
Quel POLITICO (oggi, temporaneamente, poco in auge!) che diceva che gli Organismi Comunitari vanno rifatti, “denunciava” una assoluta verità!
L’opinione pubblica è fortemente e molto preoccupata per il quasi continuo giornaliero evolversi di eventi delittuosi di vario genere, sul cui sfondo emerge l’alterazione della mente.
Tutto ciò ci porta a considerare questa “disfunzione” un malattia che distrugge il morale ed il fisico e che affligge soprattutto i giovani causando una vera e propria calamità sociale, sia in Italia, in Europa e nel mondo.
La situazione si riversa anche nel campo lavorativo dove l’OCSE ha affermato a fine dicembre 2011 nella ricerca “Sick on the job, myths and realities about mental helth and work” preoccupante l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità mentale (anche nell’adolescenza) che per la UE i costi sarebbero pari al 4% del PIL.
Non si possono considerare “tempi normali”, l’aggressività tra parenti consanguinei dove spesso ci scappa il morto, le violenze negli adolescenti, nelle strade, gli stupri molto ricorrenti: queste sono vere emergenze sociali dettate spesso da menti psichicamente instabili.
Dicono i latini “Lectio schola aliquem auditum ire”, ma le Istituzioni imparano la lezione?
Nonostante i vari solleciti, da parte dell’Associazione “Cristiani per servire”, affinché venga portata all’Ordine del Giorno dei lavori parlamentari le Petizioni della stessa giacenti da ben tre legislature nel Parlamento Italiano per la discussione esame e conseguente stesura di un articolato o di uno strumento legislativo ad hoc, a tutt’oggi nulla si è verificato quanto proposto ed auspicato, mi permetto dirlo, anche, ai Ministri Professori
http://digilander.libero.it/cristianiperservire/News2011/050911.htm
Quell’invocato provvedimento è “sparito misteriosamente” dall’agenda parlamentare e dalla 12° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati dall’aprile 2005 e l’on. Pier Ferdinando Casini deve ancora rispondere, anche, al mondo cattolico e della sofferenza e dire dove è finito quel Testo Unificato “Burani-Procaccicni” approvato da parte di tutte le componenti politiche).
Con l’opinione pubblica e le famiglie dei psico-fisici chiediamo ed attendiamo che i tempi di attesa non si dilungano ulteriormente e che la Istituzioni sappiano rispondere e corrispondere con solidarietà e concretezza alle democratiche richieste dei cittadini che anelano alla tutela dei diritti dei psico-fisici ed alla sicurezza quotidiana per tutti (che, purtroppo, ogni giorno vacilla!).
Il non voler risolvere questa “patata bollente”, è molto scomoda, perché basterebbe così poco per rimediare al “problema” che si rileverebbe molto utile sul piano umano e sociale.
Finora è una sconfitta delle Istituzioni che da troppo tempo non hanno valutato quanto urgente e necessaria è questa “problematica”, la cui non considerazione e valutazione va a danno delle famiglie e della società.
Ed in ultimo, purtroppo, dobbiamo constatare l’assenza quasi totale, salvo casi eclatanti, del servizio pubblico radio-televisivo su questo “argomento” visto che è l’audience o lo share costituiscono il parametro per valutare un argomento.
La malattia mentale non è ritenuta tale per costituire “eccellente priorità”.
Ma ciò suggerisce un’osservazione, i cui risvolti costituiscono il trionfo della contraddizione:
1.) se “servizio pubblico” significa una serie di obblighi e di doveri che l’Azienda di Stato che lo esercita deve rispettare nell’interesse della collettività;
2.) se “servizio pubblico” significa che la sua programmazione deve avere standard di qualità particolarmente elevata;
3.) se “servizio pubblico” impone un concreto pluralismo, nel senso di riflettere il più concretamente possibile ciò che si confronta o si scontra nella realtà; se “servizio pubblico” vuol dire tutto questo:
allora ogni priorità, come quella del disagio mentale, và posta in rilievo nell’informazione più autentica e reale!
Questo dovrebbe essere l’obiettivo rivitalizzante per considerare grave ed urgente questa “priorità” pluralistica, per conciliare l’Azienda di Stato, il Governo Monti ed il Parlamento con il cittadino-sofferente nel rispetto dell’uomo debole ed indifeso che rischia sempre più di veder dissolvere la sua dignità nell’egoismo più sfrenato, nel relativismo sempre più imperante e nell’indifferenza sempre più acuta.
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