6 marzo 2014

Gli Obiettivi del Millennio: il 2015 sta arrivando, a che punto siamo?

Obiettivi Finali e Cause Collimano?

di Giorgio Gasperoni

"Quando a più di un miliardo di persone vengono negate i requisiti  minimi della dignità umana… i settori privati devono lavorare insieme ai governi e ad altri protagonisti per affrontare le crisi della fame, delle malattie, del degrado ambientale e dei conflitti che stanno bloccando lo sviluppo del mondo”.
Ex Segretario Generale delle NU, Kofi Annan.

“Dobbiamo integrare le istituzioni formali con le reti della politica informali, portando insieme istituzioni internazionali, società civile e organizzazioni private, governi nazionali, per raggiungere gli stessi obiettivi”.
Ex Segretario General Kofi Annan, “Noi i Popoli: Il Ruolo delle Nazioni Unite nel 21° Secolo”.

Si tratta di obiettivi essenziali, derivanti dai divari crescenti tra paesi ricchi e paesi poveri e dall'incapacità dei primi di aiutare e sostenere lo sviluppo dei secondi.

Crescita e sviluppo, diseguaglianza e governance globale. In questo doppio binomio è insito il significato più profondo delle sfide che attendono l’umanità, specie nell’ambito dell’agenda post-2015, in altre parole quella che dovrà essere modulata dopo gli attuali «Obiettivi del Millennio». 

Il premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz in un convegno organizzato dall’Italia al Palazzo di Vetro lo scorso gennaio ha affermato: “Disinnescare subito la bomba atomica della diseguaglianza”.

Un tema che dovrebbe stare a cuore tutti. Ma a che punto siamo da quando nel 2000, 189 paesi hanno firmato la Dichiarazione del Millennio? In questo numero esaminiamo l’impegno di ogni nazione che si è impegnata a dare il proprio contributo.

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