di Giorgio Gasperoni
Nato a La Spezia, Francesco Felice Previte Presidente dell’Associazione “Cristiani per servire” ha sempre svolto fin dal 1994 una intensa attività in favore dei malati mentali che definisce “desaparecidos della nostra civiltà”.
Prima di procedere nell’intervista, il Previte ci sottopone una possibile legge-quadro che “suggerisce” alle Istituzioni.
Proposta di legge-quadro Nazionale di riforma dell’assistenza psichiatrica.
Tutela della salute mentale.
Art.1. Ogni cittadino, in attuazione dell’art. 32 della Costituzione Italiana, ha diritto alla tutela della salute ed al pieno rispetto della sua dignità di persona malata psichicamente, quale cittadino ad ogni effetto globalmente riconosciuto nella sfera giuridico-personale di uomo.
Art.2 Viene autorizzato il trattamento sanitario obbligatorio, anche in assenza del consenso del paziente riconosciuto malato mentale, almeno in determinate condizioni con le garanzie di rispetto dello stesso considerato persona non padrona delle proprie azioni e dei suoi familiari che , in caso di crisi, non sono in grado di interagire.
Art.3 Devono essere realizzate strutture territoriali di riabilitazione di lunga durata per i casi più difficili da riabilitare, onde evitare che sulle famiglie gravino un carico insostenibile di disagio, costi e pericoli. La competenza di istituire Servizi di Riabilitazione territoriali, che consentono di rilevare precocemente comportamenti anormali di pazienti conosciuti od ignoti, è una competenza regionale, ma l’aspetto sanitario è solo una parte perché quello sociale è altamente importante per i sostegni economici alle famiglie che si gravano dell’assistenza ai pazienti con handicap mentale.
Art.4 Gli articoli 1,2,3 della presente legge si applicano anche nella prevenzione in età scolare dei disturbi del comportamento e delle psicopatie onde consentire di affrontare le psicosi ed in particolare la schizofrenia in modo migliore e d efficace.
Art.4 Viene istituito il Fondo Speciale Economico (Dopodinoi) nel quale confluire quelle parti di patrimonio, risparmi o beni che in eredità andrebbero ai malati psichici che restano soli. Anche se la legislazione italiana prevede il curatore, tutore, amministratore di sostegno che si assumono l’onere di amministrare i beni del malato psichico, viene autorizzata l’amministrazione da parte di un Ente Pubblico, in quanto quest’ultimo sarà sempre operante ed attivo con una naturale continuità che la persona fisica non è in grado di garantire. Per i pazienti indigenti occorre una prestazione di natura assistenziale da parte dello Stato-Regione-Provincia-Comune .
Art. 5 Fatto salvo quanto previsto dall’art.2 della presente legge, viene autorizzato un servizio di pronto intervento a domicilio anche se richiede un notevole sforzo organizzativo, ma forse meno oneroso rispetto alla degenza ospedaliera ed una diminuzione del costo economico-sociale.
Art.6 Viene attivata la ricerca scientifico-farmacologica sulle malattie mentali.
Art.7 Aggiornamento degli assegni di assistenza.
Art.8 Riconoscimento della deducibilità dal reddito complessivo agli effetti IRPEF delle spese socio-alberghiere sostenute dalle famiglie i cui familiari dimessi dagli O.P. sono stati ricoverati in strutture religiose, cattoliche e private.
Art.9 Chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.
Art.10 Chiusura degli Ospedali Privati.
Art.11 E’ proibito il ricorso all’elettroshock, allo shock insulico, alla lobotomia, ai psicofarmaci in particolare di quelli “retard” che hanno prodotto tragedie umane inaccettabili e lesive della persona, ai legacci, cinghie di contenzione e braccialetto elettronico.
Art.12 Aumento dei posti letto da 15 A 30 anche per i minori.
Art.13 Riqualificazione Operatori Sanitari.
Art.14 L’uso di parte del gettito dell’8 %o dell’IRPEF a sostegno di progetti di strutture moderne capaci di accogliere e curare i malati mentali, con, oltre i finanziamenti previsti dal SSN, l’utilizzazione di una parte dei proventi derivanti dalle gare di appalto per le licenze UMTS i telefonini di generazione.
Art.15 Indagine Parlamentare per conoscere lo stato in atto di questo grave ed urgente disagio sociale.
Art.16 Dotazione di strutture oltre gli spazi verdi
Art.17 L’immissione di un Testo Unico per raccogliere le diverse normative sull’handicap oggi troppo frammentarie.
Art.18 Richiesta Relazione trimestrale del Ministro della Salute sulle iniziative a livello nazionale e regionale.
Art.19 Indizione di una “Giornata Nazionale di Informazione sulla malattia mentale.
Intervista.
D. Il disagio psichico in Italia non è “valutato” dalle Istituzioni. Il clamore, poi, dei fattacci che succedono nella società, sono disattesi e per i quali nessun provvedimento legislativo viene adottato. Che ne pensa ?
R. Per valutare meglio la realtà del disagio psichico, dobbiamo tornare indietro, di dodici anni.
Bisogna considerare che le finalità e le conclusioni individuate dalla 12° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati su “Indagine conoscitiva sulla chiusura degli Ospedali Psichiatrici” del 16 luglio 1997, sono state “licenziate” al fine di assicurare uno strumento agile di controllo politico e parlamentare, ma sono state “dimenticate” troppo facilmente, così come non si conosce dove è andato a finire quel Comitato Permanente che doveva continuare l’azione iniziata con quella Indagine Conoscitiva e con il precipuo indirizzo di “mantenere costante attenzione sui problemi connessi con disagio mentale” come aveva sottoscritto la Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati.
Tutto questo, per il momento, non è avvenuto e quanto affermo è attestato negli Atti Parlamentari della 12° Commissione Affari Sociali della 13° Legislatura.
In sostanza sono passati 11 anni da quel 7 ottobre 1998 da quando con l’opera don Guanella e con l’Opera don Orione ho presentato una Petizione al Parlamento Italiano ( anche a quello Europeo ) per la riforma dell’assistenza psichiatrica, una legge-quadro, specialmente per sopperire alle esigenze delle famiglie in cui insistono sofferenti il disagio psichico.
Sono passati 31 anni dalla chiusura dei “manicomi” (legge 180/1997 e 833/1997 e tutto, ripeto, è rimasto allo stato delle Conclusioni di cui sopra.
D. In breve, cosa chiede la Associazione alle Istituzioni?.
R: Per il disagio sociale costituito dalla malattia mentale, chiediamo: servizi specifici in strutture adeguate.
D. Forse la politica non vuol “vedere, “ascoltare”, “sentire”?
R. Certamente dimostra di essere molta sorda!
Nei trascorsi 31 anni sono state “scaraventate” centinaia di migliaia di famiglie e di sofferenti nella disperazione e nell’angoscia a vivere giorno dopo giorno notte dopo notte direttamente il rischio ed il dramma conseguente con la presenza in esse di un malato di mente, subendo sulla propria pelle le conseguenze di preannunciate lucide follie anche all’uomo della strada e al cittadino qualunque“episodi” che avvengono ancora oggi quasi quotidianamente , “costringendo” alcune famiglie, in alternativa, ad accollarsi onerosi costi di ricovero in strutture private, rimedio che è peggiore del male.
La famiglia italiana e la pubblica opinione è turbata, indignata, preoccupata.
Lo scriva pure, ma è la verità!
E lo abbiamo detto in ogni dove : al Governo Prodi prima ed ora più e più volte all’On. Berlusconi.
Forse non informano il Presidente Berlusconi, ma questa non è giustificazione.
Ancora una volta, Signor Presidente, debbo dirLe che ci sono cittadini che non devono essere più lasciati soli al loro destino, come Lei dice. sono anch’essi cittadini come i terremotati od i disagiati sociali. La famiglia, Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, non può esprimere la propria protesta, il proprio dissenso, il proprio rammarico, né con dimostrazioni di piazza o bloccando pubblici servizi, né alzando bandiere in cortei vocianti od in pseudo proverbiali “digiuni” per rivendicare problemi di enorme rilevanza, come il disagio psichico, che a volte, purtroppo, altera l’equilibrio della famiglia stessa. Sarebbe auspicabile un Suo personale intervento a dirimere questo grave ed urgente disagio sociale.
D. Cosa deve fare lo Stato Italiano.
R. A meno di interpretare l’attuale assenza di una legge-quadro, da me da molto tempo auspicata, come una normale carenza di interpretazione da parte degli Organi Legislativi, questo atteggiamento non deve e non può impedire che si possa “suggerire” eventuali miglioramenti o adeguamenti come nei 19 articoli di proposta di legge di cui sopra.
Con molta umiltà, ma fermezza, vogliamo “consigliare” il Governo Berlusconi l’apertura di un Tavolo Tecnico a Palazzo Chigi per iniziare l’iter per una legislazione adeguata ed efficace, chiara e libera da forme burocratiche che ne sviliscono l’applicazione e non “diluendo” la responsabilità sia degli Enti Locali, che dei “soggetti”, provvedendo al ruolo integrativo a livello economico qualora l’Ente Locale risultasse inadempiente per carenza di fondi.
D. Come affrontare il “bubbone” malattia mentale?
R. Ripeto, con una legge-quadro per incarnare quei principi innovativi delle Conclusioni di quella “Indagine conoscitiva” del 16 luglio 1997, sopra citata, da troppo tempo “dimenticata”.
E’ necessaria una legge-quadro per :
a.) tutelare la dignità e la salute dei sofferenti psichici ;
b.) adottare servizi specifici in strutture adeguate;
c.) garantire la sicurezza di tutti i cittadini.
D. Come proseguire nell’applicazione di quella legge-quadro che Lei auspica ?
R. A mio parere l’Ente Pubblico, che dovrebbe porre in essere quella legge-quadro nazionale di riordino dell’assistenza psichiatrica, è la Regione nei modi che in breve suggerisco :
1.) censire i “soggetti”, poi costruire idonee strutture sia per accogliere i “malati” e sia le terapie;
2.) secondo il principio di sussidiarietà dovrebbero essere coinvolti gli Enti Locali Territoriali, come attesta al punto 40, la Risoluzione n. 2006/2058 INI del Parlamento Europeo ;
3.) si è indicata la Regione solo per motivi di funzionamento, in quanto gli Enti Territoriali non possono essere in grado di svolgere un compito così delicato;
4.) il coinvolgimento della Regione si formalizza a livello economico, sociale, assistenziale e decisionale ;
5.) al primo posto vanni indicate le cure terapeutiche, affidate a specialisti di comprovata esperienza, coadiuvati da personale ausiliario;
6.) la Regione deve programmare la creazione di strutture di accoglienza degne della persona-malata nel rispetto della sua dignità. Quindi nessuna delega a strutture alternative per la funzione di cura ed assistenza. L’eventuale delega per necessità a strutture private, deve sottostare al controllo degli Organismi di tutela.
D. Quale Organismo è necessario?
R. Nel difficile processo di riorganizzazione un ruolo rilevante e molto importante potrebbe svolgere la famiglia, la quale dovrebbe impegnarsi a fornire al “congiunto bisognoso” tutti quei mezzi che giovano alla sua salute e nello sforzo di aiutare gli handicappati psichici non può essere assente la comunità ecclesiale sia a livello Diocesano che Parrocchiale.
In ultima analisi la n/s Associazione ha sempre cercato di considerare e far considerare il “problema” di primaria importanza nonostante si siano spente le luci e sia calato il sipario su quello che è e de ve essere ritenuto un vero dramma in un clima di vera emergenza per la comunità tutta di fronte alla quale sono auspicabili opportune modifiche legislative.
D. Cosa direbbe, in breve, al Presidente Berlusconi se lo incontrasse.
R. Signor Presidente, il popolo italiano non dimentica quello che ha fatto per l’Italia, per come ha mantenuto la promessa nella rimozione della spazzatura a Napoli , per i terremotati dell’Aquila, per il G8 e quant’altro.
In mezzo alle Sue innumerevoli incombenze, per i malati psico-fisici, le loro famiglie e l’opinione pubblica, ci sarà una risposta tanto da lasciare un segno positivo dopo tanti anni di indifferenza?.
Inoltre attendiamo che risponda al nostro appello per considerare l’inalienabilità del diritto alla vita di ogni paziente disabile , ancor più grave se agonizzante od in fase terminale ed in età avanzata, come si va “ventilando” nelle corsie ospedaliere e chiarire quel “budget del ricoverato”.
Il mondo della sofferenza deve trovare nella società e nelle Istituzioni un concreto sostegno per l’esercizio al diritto del riconoscimento delle loro reali condizioni, diritti ribaditi nel Preambolo della Costituzione Europea e ribaditi dalla recente “Convenzione sui diritti delle persone con disabilità” e ratificata in toto dal Suo Governo con il disegno di legge n.2121 art. 2° del 20 febbraio 2009.
Col silenzio, Signor Presidente tutt’ora in itinere non si può che supporre di incamminarci sulla strada dell’imbarbarimento e dell’inizio della fine della nostra civiltà, in questo momento di perversione, di depravazione, di egoismo sfrenato , ritenendo doveroso, essenziale e non procrastinabile il chiarimento di quanto potrebbe essere nello spirito di quel “budget del ricoverato” che rappresenta una pura eutanasia e la negazione del diritto alla vita!
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