(Apcom)_2 febbraio 2009
La leader dell'opposizione birmana, Aung San Suu Kyi, ha auspicato che il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, non si rechi nel Paese fino a quando lei stessa e tutti gli altri prigionieri politici non saranno liberati. Nel corso del colloquio con l'invitato speciale dell'Onu, Ibrahim Gambari, la leader della Lega nazionale per la democrazia (LND) ha elencato diverse condizioni affinché possa essere avviato un dialogo sostanziale con la giunta militare e ha criticato le recenti condanne pronunciate dai tribunali di Myanmar (il nome attribuito alla Birmania dai militari) contro 270 dissidenti.
"La signora Aung San Suu Kyi e i membri del comitato centrale esecutivo della Lnd ritengono che Ban Ki-moon non debba organizzare un viaggio in Birmania fino a quando U Tin Oo, Aung San Suu Kyi e tutti i prigionieri politici non saranno liberati", ha dichiarato Nyan Win, portavoce dell'Lnd. In Birmania ci sono 2.000 prigionieri politici; Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, ha trascorso la gran parte degli ultimi 19 anni agli arresti domiciliari. U Tin Oo, il suo vice, è agli arresti domiciliari da sei anni. Gambari, che segue il dossier birmano dal 2006, è arrivato a Rangoon sabato per una missione di quattro giorni e, secondo alcune fonti, starebbe preparando il terreno per una eventuale visita del segretario generale delle Nazioni unite.
Ban Ki-moon era stato in Birmania lo scorso anno, dopo il passaggio del ciclone Nargis (138.000 fra morti e dispersi) per una visita a carattere "strettamente umanitario" e non aveva incontrato Suu Kyi. Nel corso dell'ultima missione di Gambari in Birmania, nell'agosto scorso, il premio Nobel si era rifiutato di incontrarlo, in segno di protesta per la scarsa incisività dell'intervento dell'Onu nei confronti del regime militare.
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