di Giorgio Gasperoni,
Nel mese di agosto, in Corea, si è ricordata la dipartita del dott. Moon, avvenuta 12 anni fa.
Lui e sua moglie hanno fondato la Universal Peace Federation, e vogliamo qui ricordare brevemente i punti salienti della loro opera. Entrambi hanno dedicato la loro vita a promuovere la pace mondiale e l’unità tra le diverse culture e religioni.
La loro visione di un mondo unito si basa sulla convinzione che le persone dovrebbero mettere i bisogni degli altri prima dei propri, creando così una società più armoniosa e compassionevole. Questa filosofia di vita ha ispirato milioni di persone in tutto il mondo a lavorare per una pace duratura.
Sun Myung Moon ha fondato la Federazione per la Pace Mondiale il 28 agosto 1991, a seguito di colloqui con l’allora presidente russo Mikhail Gorbaciov. Nel suo discorso inaugurale, pose la questione della scelta tra il perseguimento dei singoli interessi nazionali e il raggiungimento di quelli sovranazionali per promuovere la pace nel mondo. Quando, nel settembre del 2005, fondò la Universal Peace Federation, immaginò di lavorare con le Nazioni Unite fornendo un punto di vista mancante sui temi in agenda. Sottolineò che “questa nuova organizzazione avrebbe svolto il ruolo di fermare contenziosi e conflitti in tutto il mondo promuovendo il risveglio religioso e spirituale”.
In poche parole, per Sun Myung Moon, esistono due strade o due approcci:
PACE e UNITÀ - CONFLITTO e DIVISIONE.
Un Mondo armonioso nasce dalla priorità alle necessità altrui
L’obiettivo dell’UPF è risolvere i problemi senza ricorrere alla violenza. Questa idea riflette la visione di un leader religioso con una preoccupazione spirituale universale. L’approccio adottato dal- la UPF è quindi privo di dichiarazioni dottrinali e non solleva le barriere che specifici punti di vista denominazionali hanno.
SOLO QUANDO LA SAGGEZZA SPIRITUALE SI UNIRÀ ALL’ESPERIENZA POLITICA, IL MONDO POTRÀ TROVARE LA VERA STRADA PER LA PACE
Inoltre, l’insegnamento religioso centrale di Sun Myung Moon è molto rispettoso della persona coscienziosa considerata agnostica o persino atea. La dicotomia tra “credente” e “non credente” viene troppo spesso usata per condannare: al- lontana le persone di coscienza amanti della pace, che spesso hanno elevati standard morali ed etici, ma che scelgono di non identificarsi con alcuna fede. La visione UPF offre questa spiegazione: “La sua visione prevede un futuro in cui le persone illuminate e mature di tutte le culture realizzeranno un mondo di Vero Amore. Le differenze comporranno un bellissimo arazzo di colori vivaci ma armoniosi: ogni persona e ogni gruppo culturale avrà le sue caratteristiche ed attributi ma, unito agli altri, contribuirà a creare un disegno più ampio e onnicomprensivo. È errato pensare all’unità delle religioni come al conseguimento di una credenza comune tra tutte le persone. Dopotutto, non esistono due persone che abbiano credenze pienamente identiche! Piuttosto, l’unità religiosa dovrebbe essere concepita come il raggiungimento di re- lazioni armoniose tra diversi gruppi religiosi, fondati sulla reciproca virtù e sul vero amore. Per realizzare questo ideale, i cristiani devono diventare cristiani migliori, i musulmani migliori musulmani, gli ebrei migliori ebrei, i buddisti migliori buddisti, gli indù migliori indù, e così via. Migliore significa più vicino all’ideale di vero uomo o donna. In definitiva, tutti gli uomini e le donne sono destinati a realizzare il loro pieno potenziale attra- verso la realizzazione di una equilibrata maturazione, attraverso un corretto processo di crescita: maturazione individuale, familiare e rapporto armonioso con l’ambiente circostante. Questo è lo scopo fondamentale per il quale siamo stati creati e che raggiungeremo una volta che impareremo a adempiere pienamente alla nostra responsabilità umana.” (Essentials of the Unification Principle - Thomas Cromwell, 1993). L’espressione “Vero Amore” qui sopra usata si riferisce all’amore genuino e in- condizionato: l’atto di prendersi cura incondizionatamente della felicità di un’altra persona. Tutte le persone sono afflitte da una miriade di problemi. Nessuno è escluso. Per quanto devoti e fedeli, nonostante tutte le attività filantropiche che possiamo fare, abbiamo sempre spazio per crescere e migliorare. La differenza sta tra persone “buone” e “non buone”, non tra persone di una fede o un’altra. Esi- stono persone che si sforzano di miglio- rare e persone che non si sforzano di migliorare. Nel primo gruppo c’è chi cerca disinteressatamente modi per servire e imparare dagli altri, mentre nel secondo c’è chi cerca egoisticamente di mantenere ciò che ha, aggrappandosi alle proprie idee e cercando di imporsi ingiustamente sugli altri. Tra i primi ci sono gli umili costruttori di pace e riconciliatori del mondo, mentre tra i secondi ci sono gli arroganti e gli avidi che si impegnano in guerra e distruzione per perseguire ambizioni ingiuste.” Dalla sua autobiografia, nell’ultimo capitolo, ci aiuta a capire più profondamente il suo pensiero. Sognare un mondo di pace è un’aspirazione che trascende i confini della religione, della razza e della nazionalità. Per decenni, il dott. Moon ha fatto appello a tutte le religioni del mondo affinché coesistano come una sola, a tutte le razze perché vivano unite come un’unica umanità, e a tutte le nazioni affinché si relazionino come una sola nazione globale. Tuttavia, la storia dimostra che queste divisioni si sono acuite nel tempo, con ogni nuova religione, regime o confine tracciato, portando a ulteriori conflitti e guerre. Oggi, nell’era della globalizzazione, è imperativo che queste barriere vengano abbattute per il bene del futuro dell’umanità. Uno dei sogni del dott. Moon era la realizzazione dell’Autostrada Internazionale della Pace, un’opera monumentale che collegherà continenti e popoli, fisicamente e simbolicamente. Immaginava un tunnel che collegasse la Corea al Giappone, un ponte che attraversasse lo stretto di Bering, e una rete di strade che permetta di viaggiare dall’Africa all’America del Sud, o dall’Europa agli Stati Uniti. Questa infrastruttura non solo collegherà fisicamente il mondo, ma creerà anche un ponte tra cuori e culture, unendo popoli di diversa estrazione e fede in un’unica grande comunità globale. Questi progetti rimangono prioritari sia per sua moglie che per l’UPF. In un futuro immaginato dal dott. Moon, le religioni del mondo non saranno più fonti di divisione, ma ponti di comprensione reciproca. Come l’antica Via della Seta, che non solo faci- litava il commercio ma anche l’incontro tra civiltà e religioni diverse, l’Autostrada Internazionale della Pace potrà favorire uno scambio culturale e spirituale che porterà a una nuova era di unità e comprensione globale. Una strada non è solo un mezzo per spostarsi fisicamente; è anche un vettore di idee, valori e ideologie. In questo senso, l’Autostrada della Pace cambierà il corso della storia, non solo collegando continenti ma anche unificando cuori e menti.
Tuttavia, questo sogno è spesso visto come prematuro. La risposta del dott. Moon a queste critiche è che, come uomini di fede, dobbiamo essere visionari, capaci di vedere oltre l’orizzonte e di prepararci per un futuro che ancora non è completamente compreso dal mondo. Anche se ci sono momenti in cui il mondo fraintende queste idee e fa soffrire chi le promuove, è necessario perseverare con fede, sapendo che si sta costruendo la strada verso il futuro. La realizzazione dell’Autostrada della Pace richiederà collaborazione internazionale e sacrificio. Ci saranno sfide da superare, come la necessità di conquistare la fiducia di nazioni con storie di conflitti, come la Cina e il Giappone. Tuttavia, il dott. Moon era convinto che coloro che abbracceranno questa visione con spirito e determinazione supereranno queste difficoltà per il bene di tutti. Il progetto dell’Autostrada Internazionale della Pace rappresenta più di un semplice collegamento fisico tra i continenti; è simbolo di un mondo unito in cui risorse e conoscenze sono condivise equamente. Per raggiungere questo scopo, chi possiede più risorse e conoscenze deve essere disposto a condividerle, non per profitto personale, ma per il bene dell’umanità. Questo richiede un sacrificio continuo e un amore sincero, l’unico capace di costruire un mondo veramente pacifico. In questo mondo unito, la mente e il corpo di ogni individuo dovranno essere in armonia, proprio come il mondo stesso. L’unità globale sarà possibile solo attra- verso una comunicazione fisica e spirituale, una connessione profonda tra tutte le persone della terra. Il dott. Moon ha lavorato a lungo per la riforma delle Nazioni Unite, un’organizzazione che, pur avendo contribuito alla pace mondiale, sembra oggi aver perso di vista il suo scopo originale. Egli pro- poneva di ristrutturarla, creando un’istituzione bicamerale che includesse, oltre all’Assemblea Generale, un consiglio religioso o culturale, composto da rap- presentanti spirituali e culturali di tutto il mondo. Questi leader dovranno anda- re oltre gli interessi particolari delle loro religioni o culture, e lavorare insieme ai leader politici per promuovere gli scopi spirituali e morali dell’umanità. Secondo il dott. Moon, solo quando la saggezza spirituale si unirà all’esperienza politica, il mondo potrà trovare la vera strada per la pace. Ogni giorno, egli si alzava con una nuova determinazione per realizzare questo sogno, pregando che ogni essere umano potesse diventare un cittadino globale amante della pace, capace di trascendere le barriere della religione, dell’ideologia e della razza. Anche se il dott. Moon non è più presente fisicamente, le sue idee e la sua visione di un mondo unito continuano a vivere e a crescere grazie all’impegno instancabile di sua moglie, Hak Ja Han Moon. Con la stessa passione e determinazione che ha caratterizzato il lavoro del dott. Moon, la dott.ssa Moon ha preso il testimone, guidando la comunità globale verso la realizzazione concreta di quella pace e unità tanto desiderate. Sotto la sua guida, la Universal Peace Federation (UPF) continua a svolgere un ruolo cruciale nell’unire leader e cittadini di ogni nazione, cultura e religione, promuovendo dialoghi, iniziative e progetti concreti che mirano alla costruzione di un mondo di pace. Il suo ruolo non è solo quello di preserva- re l’eredità del marito, ma di espanderla, adattandola alle sfide del nostro tempo e ispirando nuove generazioni a unirsi a questo grande sogno. La UPF, come strumento di questa visione, funge da catalizzatore per l’unità e la cooperazione globale, sostenendo e portando avanti con determinazione la missione di creare un mondo migliore per tutti.
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