Media e social tra conflitti e cultura della pace
di Redazione“La penna è più potente della spada: Media e Social tra Conflitti e Cultura della Pace” è il tema del webinar inaugurale dell’Associazione Internazionale Media per la Pace (IMAP), tenutosi il 10 maggio 2023.
Organizzato in occasione della Giornata Mondiale della Libertà di Stampa, istituita dalle Nazioni Unite nel dicembre 1993, l’incontro è stato promosso da Universal Peace Federation (UPF) e IMAP.
Gli intervenuti sono stati: Carlo Zonato, Presidente UPF Italia; Vittorio Patanella, Coordinatore IMAP; Marco Lombardi, Direttore Scuola di Giornalismo, Università Cattolica di Milano; Marino D’Amore, Docente in Social Media e Social Network, Università Niccolò Cusano; Marco Respinti, Giornalista, Saggista e Docente, Direttore Responsabile “Bitter Winter”; Maria Pia Rossignaud, Direttrice Media Duemila, Vice Presidente Osservatorio TuttiMedia; e Maria Pia Turiello, Criminologa Forense, Mediatore nell’Alta Conflittualità, Moderatrice.
Il presidente Zonato ha aperto l’incontro presentando la UPF e illustrando la sua evoluzione recente, che ha visto l’inaugurazione di progetti a livello mondiale in diversi settori della vita sociale. Ha sottolineato l’importanza dell’Associazione Internazionale Media per la Pace e il ruolo fondamentale di una stampa libera e responsabile nell’edificazione di una cultura di pace.
Il webinar è proseguito con la presentazione di IMAP da parte del coordinatore Patanella. Il progetto, inaugurato durante il Summit 2020 a Seoul, si avvale di una rete internazionale di professionisti e studiosi che promuovono la libertà di stampa, l’indipendenza dell’informazione, la responsabilità sociale dei media e l’etica giornalistica. Patanella ha sottolineato l’importanza dell’informazione e della comunicazione nel contrasto ai totalitarismi e nella diffusione dei diritti umani, promuovendo società pacifiche e inclusive. Ha menzionato il sostegno di IMAP agli obiettivi delle Nazioni Unite e le iniziative della World Media Association, fondata negli anni ‘70, che ha ispirato il progetto. Maria Pia Turiello ha poi parlato dell’importanza dei media nelle situazioni di conflitto e delle sfide che gli inviati di guerra affrontano nella verifica delle fonti e nell’accesso alle aree di combattimento. Ha sottolineato l’importanza di valutare l’origine delle informazioni per sviluppare un’opinione consapevole e critica. Infine, ha citato la carta dell’UNESCO sottolineando il ruolo cruciale dell’educazione alla pace nella costruzione di una cultura di pace.
“Da 500 anni affrontiamo il tema della libertà di stampa perché viene sottratta di fatto. È importante trattare l’argomento per tutelarla. Il legame tra potere e media e il modo in cui vengono controllati sono punti di partenza fondamentali”, ha spiegato il professor Lombardi. Ha evidenziato il numero elevato di giornalisti morti, incarcerati e dispersi secondo il rapporto annuale di Reporters sans frontières. Il giornalista cerca la verità e rende trasparenti luoghi opachi per gli interessi che nascondono. Il giornalismo investigativo e d’inchiesta è essenziale. Ha parlato dell’incertezza dell’opinione pubblica, che rende possibile la diffusione di fake news e la manipolazione. Il pubblico si schiera e diventa fan di fonti incontrollabili per ridurre l’incertezza. Questa situazione richiede una consapevolezza responsabile da parte degli operatori dei media e del pubblico, che devono acquisire nuove competenze per essere fruitori consapevoli nel mondo complicato della comunicazione.
Per Marino D’Amore, la disintermediazione è un concetto fondamentale per la libertà di stampa e la comunicazione. Oggi possiamo comunicare direttamente con le fonti dell’informazione, evitando il filtro degli opinion leader e avendo accesso a diverse fonti. Tuttavia, tendiamo ad approfondire solo le posizioni in cui crediamo già, alimentando la manipolazione da parte dei media. L’ipersemplificazione porta a una visione parziale e distorta dei fatti, cercando di toccare l’aspetto emotivo del pubblico. La derealizzazione e la post-verità raccontano il mondo in modo non veritiero, ma mirano a coinvolgere emotivamente il pubblico, offrendo una conoscenza distorta e parziale della realtà. Gli eventi diventano notizie quando rispondono a determinati parametri come il conflitto e la polarizzazione, spingendo il pubblico a schierarsi da una parte o dall’altra. D’Amore sottolinea la necessità di un lavoro culturale di alfabetizzazione e formazione che valorizzi la differenza e l’alterità, non solo nell’ambito digitale ma anche nell’approccio alla cultura.
“Come giornalista, ritengo che il brand sia ancora importante. Anche se non possiamo essere certi al cento per cento, ricevere una notizia da un brand affidabile, come una testata storica con giornalisti eticamente legati a regole e norme, fa sicuramente la differenza rispetto a riceverla da una fonte potenzialmente meno affidabile”, ha affermato la dottoressa Rossignaud. Ha parlato del progetto NewsMedia 4 Good dell’Osservatorio TuttiMedia, di cui è vicepresidente, e della crisi epistemologica e culturale derivante dall’uso delle parole da parte degli algoritmi, mentre gli esseri umani raccontano storie che possono essere interpretate soggettivamente. Auspica un riequilibrio dello storytelling che consideri l’innovazione in corso come l’intelligenza artificiale generativa. Un’altra manifestazione della crisi epistemologica e del caos attuale è l’invenzione di foto da parte delle macchine e la possibilità che l’intelligenza artificiale generativa venga scambiata per un oracolo. “Come esseri umani, dobbiamo perseguire un’educazione alla pace in un contesto culturale in grado di mediare tra tutte le differenze sociali, economiche e culturali. Non abbiamo bisogno di un oracolo, ma di una macchina che semplifichi la nostra vita”.
“IL MALE TRIONFA QUANDO LE PERSONE BUONE NON FANNO NULLA. LE PAROLE POSSONO OPERARE SIA PER IL BENE CHE PER IL MALE.”
Secondo Marco Respinti, la penna è più potente della spada, perché le parole scritte sono armi potentissime. La libertà di espressione e di stampa è spesso limitata e le parole temute quando sono fedeli alla verità. Il relatore sottolinea che la verità è irrinunciabile e i giornalisti devono servire fedelmente come custodi della verità.
Il relatore sostiene che i giornalisti devono concepirsi come servitori leali e fedeli di quella che lui chiama “Madonna Verità”. Riconosce il potere enorme che i giornalisti hanno nelle loro mani e li esorta a fare una scelta consapevole: essere soldati della luce o armigeri delle tenebre. Se desiderano essere obiettivi e sinceri, devono schierarsi e servire la verità.
Citando Edmund Burke, afferma che il male trionfa quando le persone buone non fanno nulla e che le parole possono operare sia per il bene che per il male. Respinti sostiene che i giornalisti devono scegliere se essere portatori di luce o agenti delle tenebre e che la loro obiettività richiede uno schieramento.
Il webinar si è concluso con una sessione di domande e risposte con l’invito a IMAP di organizzare ulteriori occasioni di riflessione su queste importanti tematiche.
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