5 luglio 2023

L’IMPATTO DEL PNRR sul sistema educativo italiano e la sfida dell’uso delle nuove tecnologie

Tempo di PNRR per tutte le scuole italiane 

di Mirella Sale* 

Il 28 febbraio è scaduto il termine per l’adesione e per la proposta da parte delle Istituzioni Scolastiche di progetti di massima da inserire in Scuola Futura, la piattaforma dedicata, creata per l’occasione dal Ministero per l’Istruzione e il Merito. Innumerevoli sono le proposte progettuali e formative finora inserite dagli Istituti scolastici italiani destinate a studenti della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado. 

Le progettazioni inserite vertono in merito ai più disparati ambiti: dalla robotica, al coding, dalla stampa 3D all’utilizzo di software per la creazione e la gestione di web radio, dalla creazione di redazioni di giornali virtuali alla implementazione di ambienti immersivi con o senza visori per la sperimentazione di progetti didattici educativi nel metaverso in cui realtà virtuale e realtà aumentata coesistono e si compenetrano.

Per la prima volta, inoltre, viene richiesta alle Istituzioni Scolastiche non solo una lista di materiali, software, dotazioni tecnologiche, devices e arredi per la creazione di ambienti didattici innovativi ma anche una progettazione legata ad un cambiamento metodologico sostanziale che deve costituire l’ossatura e l’innervatura. Tale progettazione impegna pro- fondamente le Istituzioni Scolastiche innanzitutto in una necessaria ricognizione dell’esistente delle proprie dotazioni tec- nologiche e soprattutto delle proprie necessità formative specifiche: non si tratta quindi di acquisti di materiale didattico ma di ripensare in chiave ologrammatica, crossmediale e metamediale l’intero sistema metodologico di insegnamento. 

Esistono molte proposte formative online sia su piattaforme pubbliche come S.O.F.I.A. che su piattaforme private. Questo ambito è affascinante e coinvolgente grazie alla tecnologia, ma è importante mantenere l’aspetto umano al centro, valorizzando la mediazione e la relazione umana nell’apprendimento. 

La rapida evoluzione dei software interattivi guidati dall’Intelligenza Artificiale, come ChatGPT e AI CoPilot, semplifica le interazioni tra persone, prevedendo le scelte e precompilando le risposte scritte. Questo cerca di soddisfare la crescente richiesta di efficienza, ma comporta anche una marginalizzazione dell’essere umano, mettendo in secondo piano l’im- portanza delle sue peculiarità a favore della perfezione e della velocità offerte dall’Intelligenza Artificiale. 

A questo punto alcune riflessioni sono doverose 

La prima evidente è l’equiparazione proposta tra la perfezione dell’esecuzione delle attività da parte dell’IA e il valore assoluto di bontà, bellezza e bene. L’apprendimento umano si basa sulle peculiarità dell’azione, che coinvolgono l’errore e la progressiva individuazione di soluzioni. Questo processo richiede tempi e spazi adeguati alla capacità umana di apprendere e consolidare informazioni. 

La lentezza e le imperfezioni, che sono intrinseche all’essere umano, sono in contrasto con l’idea di una velocità cre- scente, efficienza e perfezione in ogni azione. Questa velocità annulla la riflessione, la metacognizione, l’intuizione, il pensiero critico e la creatività. 

Il valore dell’errore nell’apprendimento è essenziale e la conseguente riflessione sulle possibili soluzioni è fondamentale per l’autostima e per uno sviluppo equilibrato a livello affettivo, cognitivo, etico, valoriale e comportamentale. 

La ricerca spasmodica della velocità e della perfezione indica una grande paura del silenzio e del vuoto. L’horror vacui tecnologico tende a colmare ogni spazio e tempo, limitando l’immaginazione e la creatività. 

La creatività che nasce in modo pacato porta serenità, mentre la creazione senza ritmi adeguati può generare dipendenza, conflitto con la tecnologia, depressione e creatività non appagante. La creatività e il senso del bello richiedono contemplazione, silenzio, vuoto, meditazione, oblio, infinito, senso dello zero individuale e proporzioni continue del sé, oltre al rispetto per il creato. L’arte, la letteratura e la musica emergono dal confronto tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande. 

La velocità di calcolo ed esecuzione dell’Intelligenza Artificiale crea un falso senso di onnipotenza e una dipendenza reale. Gli esseri umani tendono ad adattarsi alle soluzioni più comode e veloci e si accontentano del concetto di perfezione tecnica, limitando così la capacità di gestire autonomamente la ricerca di soluzioni in modo critico. 

Le pericolose derive e gli assiomi come “è vero perché l’ho trovato su internet” o “è perfetto quindi è giusto, bello, buo- no, vero”, insieme alle necessarie azioni di debunking, evidenziano l’importanza di un addestramento continuo sia per noi stessi che per gli altri. 

Umberto Eco, già nel gennaio 2014, in un articolo intitolato “Caro nipotino mio”, affrontava questi e altri pericoli legati all’uso delle nuove tecnologie. Egli sottolineava la necessità di memorizzare il maggior numero possibile di informazioni per non perdere questa peculiare capacità umana, attraverso un allenamento costante, rinforzo e gratificazione. Perdere memoria e curiosità significa diventare “diversamente umani”. 

Internet non può sostituirsi alla conoscenza, né il computer può sostituirsi al nostro cervello. 

Come educarsi ed educare all’uso delle nuove tecnologie? 

Una soluzione possibile, ma non l’unica, potrebbe essere una formazione continua per i docenti al fine di garantire un elevato livello di qualità nell’insegnamento e nell’apprendimento, sviluppando competenze e conoscenze sulle nuove metodologie e tecnologie educative. 

Tuttavia, è essenziale valutare gli insegnanti in modo meritocratico e motivarli di conseguenza con migliori retribuzioni. Inoltre, non bisogna dimenticare il ruolo importante svolto dal personale scolastico, come i DSGA (Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi), il personale ATA di segreteria, i collaboratori scolastici e i tecnici informatici. Queste figure, spesso dimenticate negli articoli sull’istruzione, contribuiscono in modo indispensabile e sostanziale alla concreta realizzazione di tutte le attività didattiche all’interno delle scuole. L’attività formativa visibile condotta dai docenti con gli studenti si basa anche sul lavoro invisibile e costante di questo altro personale scolastico, spesso precario, sottopagato e an- cora non adeguatamente valorizzato. È importante riconoscere e valorizzare il loro contributo fondamentale. 

La digitalizzazione scolastica semplifica gli adempimenti burocratici e migliora le metodologie didattiche. Il fattore umano è fondamentale nell’insegnamento: il modo di essere dell’insegnante ci attrae verso una materia. Un docente trasmette più del sapere: il saper essere è prioritario rispetto a conoscenza e competenza. Richiede un processo di consapevolezza evolutiva con errori, soluzioni, autenticità e partecipazione attiva nel percorso di insegnamento e apprendimento. Occorre recuperare i valori della lentezza e dell’errore. 

L’introduzione delle nuove tecnologie nelle scuole tramite i finanziamenti europei del PNRR mette in discussione il sistema di insegnamento/apprendimento. Non si tratta solo delle dotazioni tecnologiche all’avanguardia, degli ambienti immersivi, delle stampanti 3D, dei robot o dei software, ma del fatto che vengano installate in edifici scolastici principalmente costruiti tra la fine dell’Ottocento e gli anni ‘70/’80, spesso trascurati per mancanza di fondi per la manutenzione. 

Inoltre, per la prima volta, la completa autonomia scolastica nella progettazione, ricerca, sviluppo e sperimentazione vie- ne superata dal Decreto Ministeriale 218/202214 e dal Piano Scuola 4.015. Questi documenti indicano in modo obbliga- torio l’acquisto di dotazioni tecnologiche e un cambiamento metodologico nell’insegnamento che, secondo alcuni costi- tuzionalisti, potrebbe violare i diritti costituzionalmente garantiti alla libertà di insegnamento dei docenti e all’autonomia degli istituti scolastici. 

L’impatto dell’innovazione è dicotomico: tradizione e modernità coesistono nell’ambiente di apprendimento. L’integrazione normativa per la formazione dei docenti è completamente assente. La formazione attuale dei docenti è poliedrica e copre ambiti diversi. Negli ultimi decenni, la formazione è passata da raccomandata a collegata alle progressioni di carriera, ma non obbligatoria. È strutturale ma non strutturata, lasciando agli insegnanti la scelta degli approfondimenti. Nessun governo ha indicato un ambito prioritario di formazione nel tempo. I fascicoli personali e i CV dei docenti riportano attestati di vari percorsi formativi, come corsi sportivi e informatici, normativa scolastica, primo soccorso, valutazione, inclusione, contrasto al cyberbullismo, educazione civica e altro ancora. È difficile trovare un percorso di formazione uniforme e lineare nel medesimo ambito di insegnamento o nella classe di concorso. 

Ciò che sembra un ostacolo all’efficienza dell’insegnamento nasconde in realtà una ricchezza inestimabile: la varietà di provenienza, formazione, metodologie, approcci, emozioni e relazioni che arricchisce il processo di apprendimento e l’infinita creatività dei percorsi formativi nel nostro paese. Nonostante la tecnica, la velocità e l’efficienza possano sem- brare il modo migliore per ottimizzare l’educazione, emergono l’irrinunciabile trasversalità della relazione, la mediazione e l’autentica personalizzazione, creative, emozionali, imprevedibili e irrinunciabili nel contatto umano. 

L’intelligenza artificiale imita l’uomo, ma l’uomo è capace di fare molto di più, di creare a immagine e somiglianza di Dio. 

La tecnica è uno strumento per l’uomo, non il contrario 

Sarebbe auspicabile che le molteplici potenzialità dell’Intelligenza Artificiale siano delimitate da un quadro etico e valo- riale inclusivo, un’etica degli algoritmi che non discriminino, non facciano previsioni e non ostacolino lo sviluppo umano per tutti, specialmente per gli studenti, indipendentemente dalla loro origine, condizione socioeconomica o bisogni educativi speciali. Le diverse necessità e abilità degli studenti richiedono un’attenzione umana, accoglienza, adattamento, individualizzazione e personalizzazione da parte del sistema scolastico. 

INTERNET NON PUÒ SOSTITUIRSI ALLA CONOSCENZA, NÉ IL COMPUTER PUÒ SOSTITUIRSI AL NOSTRO CERVELLO. 

Durante il periodo di lockdown, le nuove tecnologie hanno dimostrato come sia possibile migliorare e potenziare la collaborazione tra insegnanti, studenti e famiglie. Hanno aperto nuove possibilità metodologiche e comunicative e hanno consentito di mantenere intatta la relazione affettiva e relazionale alla base del processo di insegnamento e apprendimento. Durante questo periodo, è emerso anche un aumento dei casi di dipendenza e depressione tra studenti e adulti. Si è resa sempre più necessaria la collaborazione con gli psicologi delle scuole per rispondere alle crescenti richieste di sostegno psicologico da parte degli studenti e delle famiglie. È fondamentale implementare percorsi di formazione e di interazione tra docenti, studenti, famiglie ed enti locali per migliorare la collaborazione e stipulare accordi educativi territoriali e di comunità. 

La corretta crescita di un individuo dipende dalla combinazione di vari fattori, con la fiducia che riveste un ruolo fondamentale. La fiducia reciproca tra famiglie e scuola fornisce ai giovani gli strumenti necessari per crescere in modo sano ed equilibrato. Quando le famiglie non si fidano o non si affidano ai programmi formativi proposti dalle scuole, possono purtroppo svilupparsi numerosi problemi affettivi, cognitivi e relazionali.

* Mirella Sale - Dirigente scolastico

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