Giornata della fratellanza umana, convegno su libertà di religione, credo e coscienza
“LIBERTÀ DI RELIGIONE, CREDO E COSCIENZA: FONDAMENTO PER LA DIGNITÀ E LO SVILUPPO UMANO”
È il tema della tavola rotonda svoltasi martedì 7 febbraio 2023, in modalità online.
di Vittorio Patanella
Organizzata da Universal Peace Federation (UPF) e dall’Associazione Interre- ligiosa per la Pace e lo Sviluppo (IAPD), la riunione ha voluto celebrare la Settimana Mondiale dell’Armonia tra le Fedi e la Giornata della Fratellanza Umana.
Sono intervenuti: Agata Distefano, Psichiatra; Don Valentino Cottini, Sacerdote Diocesano di Verona; Francesco Canale, Pastore Evangelico “Equippers Church”; Luis Miguel Perea Castrillon, Vescovo Chiesa Episcopale Anglicana (A.E.C.E.); Nader Akkad, Imam Grande Moschea di Roma; Tenzin Khentse, Monaco Buddista Tibetano; Sergio Coscia, Responsabile Federazione delle Famiglie (FFPMU) Torino;oMichele Cavallotto, coordinatore nazionale IAPD; Maria Gabriella Mieli, Relazioni Esterne UPF Italia, moderatrice.
Con questa iniziativa la IAPD ha inteso sostenere l’appello dell’ONU per diffondere il messaggio di armonia interreligiosa e cooperazione per la cultura della pace. Michele Cavallotto ha affermato che ogni religione e spiritualità provengono da Dio e la libertà di religione è alla base dei diritti umani universali. Ha citato la Dichiarazione dei Diritti Umani Fondamentali e della Dignità Umana sottoscritta da 510 parlamentari di 193 nazioni alla “Seconda Conferenza della Speranza” nel dicembre 2022, che chiede di superare le violazioni delle libertà fondamentali come la libertà di religione, coscienza e pensiero.
Agata Distefano ha parlato della storia di Psichiatria democratica, che affrontò la realtà dei manicomi e dei disagi dei malati psichici. La relatrice ha spiegato che questi malati erano culturalmente e socialmente alienati, soprattutto nei Paesi del primo mondo, a causa di un’organizzazione sociale basata sulla produttività economica. Negli anni ‘60 in Italia, centomila persone vivevano nei manicomi, dove si praticava la contenzione fisica e l’elettroshock. Tuttavia, sull’esempio dei paesi anglosassoni, Gorizia divenne la fucina del movimento culturale e sociale che continuò nell’ospedale psichiatrico di Trieste. Questo movimento portò alla progressiva chiusura dei manicomi e all’abolizione degli ospedali psichiatrici in Italia nel 1978, il primo paese al mondo a farlo. Oggi, nonostante le strutture territoriali e l’atteggiamento generale verso il malato siano migliorati, l’80% degli ospedali psichiatrici applica ancora la contenzione fisica. La relatrice ha concluso sottolineando l’importanza del rispetto dell’umanità, della fragilità della persona e della sua libertà nel trattamento dei malati psichici.
Don Cottini ha sottolineato l’importanza della libertà per la dignità umana, che deve essere intesa sia come libertà fisica da schiavitù e coercizione aperte o occulte, sia come libertà spirituale dalle forme subdole di coercizione del pensiero e della coscienza. Egli ha enfatizzato l’importanza di rispettare la Dichiarazione universale dei diritti umani, in particolare gli articoli 1 e 18, che riguardano la libertà di religione e di coscienza.
Don Cottini ha criticato la “dittatura della verità” delle religioni, dell’ateismo e dell’agnosticismo teorico, che pretendono di avere un monopolio sulla verità. Ha anche condannato il proselitismo esasperato, affermando che la Chiesa cresce per attrazione e testimonianza, non per proselitismo. Solo rispettando la libertà di religione si può costruire uno “spirito di fratellanza” universale, come indicato dalla Dichiarazione dei Diritti Umani e sottolineato da Papa Francesco e altri leader religiosi.
Francesco Canale ha sottolineato l’importanza della coscienza personale e del rispetto reciproco per poterci comportare in accordo alle nostre più profonde convinzioni e in modo corretto nei confronti degli altri.
Il pastore ha inoltre ribadito l’importanza della verità come strumento per la libertà, ma ha anche sottolineato il pericolo di rappresentare una verità unica. Quando ci ostiniamo a imporre le nostre opinioni agli altri, rischiamo di fare danni.
Il peccato è la causa della schiavitù, come ha sottolineato Gesù, ma il peccato non va inteso solo come trasgressione, bensì come separazione dal nostro Creatore Celeste, la quale ci impedisce di avere una coscienza completa e di conoscere la verità.
È importante accettare le differenze tra di noi e promuovere una cultura del rispetto reciproco, perché solo così potremo costruire un mondo migliore per tutti.
Durante l’evento celebrativo, Gabriella Mieli ha letto un messaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite riguardante l’Armonia delle Fedi e la Fratellanza Umana. Successivamente, Luis Miguel Perea Castrillon ha affermato che ognuno di noi, esponenti di diverse fedi, deve trovare personalmente la propria risposta alla relazione con il Creatore, senza essere mediati da alcuna autorità religiosa. Ha poi criticato la pretesa di possedere la verità esclusiva e la salvezza, poiché la verità appartiene a ciascuno di noi e viene vissuta in modo personale.
Nader Akkad ha ricordato che la convivenza comune richiede il rispetto e il riconoscimento della libertà di pensiero e di credo degli altri, e che la fede porta il credente a vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare. Ha citato il concetto di libertà riportato nel documento sulla ‘Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune’, sottolineando che ogni persona ha il diritto alla libertà di credo, di pensiero, di espressione e di azione, e che la diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua è una volontà divina. Ha condannato la costrizione della gente a aderire a una certa religione e cultura, nonché l’imposizione di uno stile di civiltà che gli altri non accettano. La libertà di credo sancita nel Sacro Corano e nel documento sulla ‘Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune’ ci dà un segnale molto forte che la libertà è essenziale per vivere come esseri umani.
Tenzin Khentse fa notare che, nonostante ogni persona abbia scelto di aderire a una fede religiosa diversa, questo non dovrebbe impedirci di sentirci tutti fratelli e di arricchirci reciprocamente con le parole e le tradizioni degli altri. Ogni diversità, infatti, è una differente espressione del modo di essere umano e, se compresa e accettata, può contribuire a realizzare la vera libertà interiore. Khentse sottolinea la bellezza di tutte le religioni, che purtroppo a volte vengono utilizzate per creare pregiudizi e conflitti anziché diffondere pace e fratellanza. L’essere umano tende infatti a discriminare, perseguitare ed escludere socialmente chi è diverso, invece di imparare a rispettare e conoscere l’altro. Secondo il monaco buddista, la soluzione per liberarsi dalle proprie limitazioni interiori e raggiungere la felicità è quella di considerarsi malati e cercare il giusto medico, ovvero intraprendere un cammino spirituale consapevole e attivo.
Durante il suo discorso, Sergio Coscia ha sottolineato l’importanza della libertà di religione e di coscienza come parte integrante della dignità umana. Ha evidenziato come la violazione di questo diritto costituisca una vera e propria offesa alla dignità di ogni essere umano e come, in quanto credenti, ci si senta particolarmente toccati dalle ingiustizie e dalle sofferenze causate dalle persecuzioni religiose e dalle discriminazioni dei credenti di altre fedi o dei propri fedeli convertiti ad altre religioni.
Infine, Coscia ha esortato i credenti a dimostrare che sono una grande famiglia sotto lo stesso Cielo, dimenticando ciò che li differenzia e valorizzando ciò che hanno in comune. Ha sottolineato come la tolleranza non sia sufficiente e come sia importante trasformarla in accoglienza, come il dialogo debba diventare condivisione e come la propria fede incrollabile debba essere trasformata in amore puro.
La tavola rotonda è terminata con una sessione di domande e risposte tra alcuni giovani presenti e i relatori.
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