14 luglio 2023

IL SOGNO INFRANTO DELLE GIOVANI DONNE

di Elisabetta Nistri 

Suor Maria Rosa Venturelli è una religiosa con una formazione teologica a Roma. Dal 1977 lavora come insegnante e responsabile del movimento africano cristiano “I Giovani della Luce”. Ha viaggiato molto per lavo- ro, visitando diversi paesi come Austria, Spagna, Portogallo, Germania, Togo, Uganda, Sudan, Egitto e Sicilia. Ha avuto un’esperienza significativa in Sardegna. 

Dal 1989 al 2007 ha aperto una nuova sede Comboniana a Varsavia e successivamente è stata richiamata a Roma. Ha perfezionato i suoi studi in storia della Chiesa e beni culturali presso la Pontificia Università Gregoriana. Ha lavorato nell’archivio storico del suo istituto e ha svolto il ruolo di postulatrice generale. 

A Roma, si dedica ai migranti come vicepresidente dell’associazione Comboniana “Servizi Emigranti e Profughi” e si impegna nella lotta contro la tratta di persone sia in Italia che nell’Unione Europea. 

Recentemente ha celebrato i suoi cinquant’anni di consacrazione missionaria Comboniana. Durante il lockdown ha avuto l’opportunità di riflettere sulla sua vita attraverso esperti che ha evangelizzato l’anno scorso, contribuendo alla sua crescita come persona. Ha anche pubblicato il libro “Storia di cinquanta anni di vita missionaria”. 

Suor Maria Rosa Venturelli è impegnata attivamente nella lotta contro la tratta di persone. Inizialmente coinvolta nell’assistenza ai migranti provenienti da Mosca e San Pietroburgo in Polonia, ha successivamente continuato a lavorare in questo campo dopo il 2007. 

Tra le sue esperienze, ha dedicato otto anni come volontaria presso il centro di identificazione CIE di Ponte Galeria vicino a Fiumicino. In questo luogo, dove le ragazze vittime di tratta, senza un regolare permesso di soggiorno, erano ospitate in un ambiente privo di alberi e con spazi in cemento, la presenza di Suor Maria Rosa era fondamentale per offrire sostegno e conforto. 

Pur riconoscendo che la tratta di persone è un problema complesso e di vasta portata che non può essere risolto completamente, Suor Maria Rosa crede che sia possibile offrire supporto alle vittime. Le ragazze provenienti da diverse nazioni e con diverse lingue, spesso di religione pentecostale, trovavano conforto nella preghiera. Suor Maria Rosa considerava importante pregare con loro e soprattutto essere presente e ascoltarle. 

Gestire le emozioni dopo il lavoro al centro era difficile a causa delle storie di sofferenza e impotenza ascoltate. Tuttavia, Suor Maria Rosa sottolinea l’importanza di coloro che si occupano della tratta, sia nel definire le leggi, sia nell’offrire sostegno e conforto alle vittime. 

Suor Maria Rosa Venturelli condivide alcune azioni positive che stanno svolgendo a Roma. Invita le persone a leggere e guardare un film che tratta della schiavitù e a informarsi su questo problema. Nonostante la frenesia del mondo odierno, Suor Maria Rosa ritiene che sia importante dedicare tempo per conoscere e creare una cultura sulla schiavitù. 

In secondo luogo, invita le persone ad avere gli occhi aperti e a guardare negli occhi gli altri quando camminano per la strada o si trovano in qualsiasi contesto, religioso o profano. Sottolinea che uno sguardo potrebbe essere una richiesta di aiuto e che lo sguardo trasmette l’intimità che risiede in ognuno di noi. Invita a osservare l’ambiente circostante e a scambiare qualche parola, perché ciò potrebbe aprire un percorso di rinascita. Questo consiglio è basato sulla sua esperienza personale. 

Suor Maria Rosa racconta una storia in cui una donna le si è avvicinata per chiederle aiuto per una ragazza colombiana che era vittima di traffico umano. La ragazza era coinvolta in un’attività di sfruttamento lavorativo in cui un uomo italiano portava le ragazze in Italia con la promessa di lavoro, ma le sfruttava. Grazie alla segnalazione, la ragazza è stata trasferita in una casa-famiglia a Roma, al sicuro dagli sfruttatori. È stato un processo che ha richiesto il coraggio della ragazza stessa nel parlare della sua situazione. Suor Maria Rosa sottolinea l’importanza di riconoscere e affrontare il problema, e invita tutti a essere attenti e a riconoscere i segnali di aiuto, cercando di coinvolgere persone che possono aiutare in un percorso di rinascita. 

In conclusione, Suor Maria Rosa enfatizza l’importanza di informarsi sulla schiavitù, di avere gli occhi aperti per riconoscere i segni di aiuto e di agire concretamente per aiutare le vittime. 

IL FENOMENO DELLA TRATTA SI È EVOLUTO,

ORA VEDIAMO RAGAZZE

CHE ARRIVANO CON BAMBINI NATI DA VIOLENZA. 

La Suora afferma che è importante promuovere l’animazione per sensibilizzare sul tema della schiavitù. Tuttavia, ha riscontrato difficoltà nel parlare della tratta degli esseri umani con i parroci, poiché molti temono che possa spaventare le persone. Nonostante ciò, sono state organizzate due serate di animazione presso una parrocchia di Santa Lucia. 

Nelle scuole, è stata sperimentata un’attività coinvolgente per gli studenti: anziché leggere un libro, i ragazzi si dividono in piccoli gruppi per ascoltare testimoni che raccontano le loro esperienze. Questa attività è stata molto interessante e ha incluso la partecipazione di ragazze che sono uscite dalla tratta. È stata sconvolgente constatare che i giovani, di età compresa tra i 17 e i 18 anni, spesso non comprendono la pericolosità della prostituzione di strada, pensando che le ragazze coinvolte desiderino farne parte. 

La Suora ritiene fondamentale essere presenti nelle scuole per aiutare i ragazzi a comprendere questa realtà e sensibilizzarli sulla tratta di persone. 

La formazione degli uomini è fondamentale in ogni contesto. Spesso, infatti, sono gli uomini i clienti che hanno problemi e cercano uno sfogo. È indispensabile coinvolgere tutta la società, uomini e donne, per affrontare la situazione. Ridurre il numero di clienti può limitare il fenomeno della tratta. Non esistono soluzioni facili, ma dobbiamo affrontare questa sfida insieme. 

Il fenomeno della tratta si è evoluto, ora vediamo ragazze che arrivano con bambini nati da violenza. È necessario adattare i luoghi di accoglienza a questa nuova realtà. Inoltre, il transessualismo rappresenta una forma di tratta ancora poco conosciuta. Dobbiamo considerare queste ragazze come nostre sorelle e utilizzare parole che le avvicinino a noi, in modo da combattere insieme questo fenomeno.

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