5 luglio 2023

LA CHIESA CATTOLICA TRA CRISI E PROSPETTIVE DI CAMBIAMENTO

Realtà dai molti volti ed estremamente complessa, con alle spalle due millenni di storia, la Chiesa Cattolica, presente in tutti i continenti, si trova a fronteggiare una grave crisi interna, che vede scontrarsi tendenze diverse.  

di Emilio Asti 

Sono in tanti in questi ultimi anni ad interrogarsi sulla situazione della Chiesa e sul suo futuro, alimentando parecchi dubbi e discussioni. Ciò che appare certo è che nella storia della Chiesa Cattolica, già recentemente scossa per le dimissioni di Papa Benedetto XVI, si è aperta una nuova fase, piena di incognite e foriera di sviluppi. All'inizio del III millennio la Chiesa Cattolica si trova a confrontarsi con una situazione di forte tensione tra continuità ed esigenze di cambiamento.
La Chiesa attuale, che conosce una situazione di pluralismo, inimmaginabile solo pochi decenni fa, pare caratterizzata da molte voci in competizione tra loro, ognuna delle quali pretende di essere quella corretta. La varietà di posizioni teologiche diverse, spesso contrastanti tra loro, rappresenta certamente un arricchimento, ma rischia di minare l’unità ecclesiale; in questo contesto alcuni paventano addirittura il rischio di uno scisma.

Diversi tentativi di rinnovamento incontrano la resistenza di una parte del clero che teme la messa in discussione dei propri privilegi. Alcune frange cattoliche tradizionaliste non risparmiano critiche a Papa Francesco, da loro accusato di eresia per alcune sue affermazioni. Oggetto di aspre critiche e spesso non pienamente compreso neppure da molti suoi collaboratori, questo Papa, che in molte occasioni ha dato prova di grande saggezza e tolleranza, si trova ad affrontare una situazione alquanto difficile. Il suo papato, che incarna il desiderio di una Chiesa più umile, disposta a riconoscere i propri errori e a rinnovarsi, si è subito caratterizzato per un'impronta fortemente innovativa. L'attuale Papa, che ha infranto consuetudini inveterate, cercando però al tempo stesso di preservare certi equilibri, è oggetto di attacchi polemici da parte dei settori più conservatori, i quali avversano qualsiasi tentativo di rinnovamento.

Il prestigio di cui la Chiesa Cattolica godeva alcuni anni addietro, rivendicando un ruolo di guida spirituale in molti aspetti della vita, è ora in netto declino, soprattutto a motivo dei molteplici scandali, venuti recentemente alla luce in diverse parti del mondo, che hanno visto coinvolti sacerdoti ed alti prelati, parecchi dei quali riconosciuti colpevoli di pedofilia. Ciò ha provocato sconcerto e perdita di fiducia tra i fedeli, i quali attendono dalla gerarchia ecclesiastica scelte coraggiose. In molti casi non sono stati presi provvedimenti adeguati contro i colpevoli, che spesso hanno potuto godere di immunità e protezione e purtroppo pare persistere un atteggiamento di omertà teso a proteggere i colpevoli.

In questo tempo, caratterizzato da una profonda crisi di valori, notevoli cambiamenti sociali e culturali hanno interessato anche la Chiesa, che ha visto perdere la propria influenza. La pratica religiosa è notevolmente diminuita e ora molti credenti rifiutano l’obbedienza alla Chiesa che, oltre al calo delle vocazioni, si trova a subire un costante stillicidio di fedeli e pare non riuscire a recuperare terreno; inoltre, i vari ordini religiosi, sia maschili che femminili, paiono attraversare una grave crisi. Diversi edifici ecclesiastici si trovano ora in stato di abbandono e non più utilizzabili per il culto. Parecchi sacerdoti esprimono scontento di fronte a diverse scelte della Chiesa, criticandone la mancanza di lungimiranza in varie questioni, tra le quali una delle più rilevanti riguarda il celibato ecclesiastico, già da tempo oggetto di accese discussioni. Da parte di molti sacerdoti si avverte sempre più viva l’esigenza di formarsi una famiglia, considerando che l’Ordine e il Matrimonio sono entrambi sacramenti e quindi uno non esclude l’altro; purtroppo, diversi settori del clero tuttora si rifiutano di affrontare tale problema. Pare che il valore della famiglia non sia stato chiaramente percepito, nonostante diversi documenti ecclesiastici siano stati dedicati proprio a questo tema e la famiglia sia stata definita “chiesa domestica”, oltreché “soggetto della Chiesa”.

È opinione diffusa tra numerosi sacerdoti e semplici credenti che la Chiesa non abbia saputo incarnare gli ideali evangelici. Molti tra loro, che sono stati messi ai margini e condannati al silenzio per aver espresso opinioni ritenute non conformi alla dottrina ufficiale, non paiono più disposti ad accettare un'obbedienza passiva. Alcuni teologi mettono in discussione la funzione del papato, ritenuto un'istituzione bisognosa di riforme, negandone la pretesa infallibilità, e chiedono una direzione collegiale e la concessione alle Chiese locali di maggior autonomia, questione già discussa più volte. Certe formulazioni dogmatiche, elaborate sulla base di una interpretazione superficiale della Bibbia, appaiono ora non più attuali; già Papa Paolo VI parlava di “situazioni non conformi allo spirito e al bene della Chiesa Cattolica”. Spesso il formalismo ha offuscato la spiritualità, dando eccessiva importanza ai riti esteriori. Ciò ha contribuito ad allontanare dalla Chiesa molti giovani, che, pur riconoscendo la validità del messaggio cristiano, giustamente rifiutano una struttura eccessivamente dogmatica, fondata su di un centralismo autoritario e burocratico, che, consolidatosi nel tempo, privilegia una forma di obbedienza acritica, spesso basata su conformismo e ipocrisia.

In questi ultimi anni la differenza tra la Chiesa Cattolica in Europa e quella extraeuropea, che dimostra una notevole vitalità, si è notevolmente accentuata; è inoltre aumentato il numero dei cardinali di origine africana ed asiatica, diversi dei quali contestano l'eurocentrismo che aveva caratterizzato la Chiesa, la quale, a motivo di numerosi suoi rappresentanti spinti dalla sete di ricchezze, parecchie volte pareva aver smarrito il senso della propria missione. L’evangelizzazione in passato è stata spesso condotta con metodi autoritari, e per tale motivo si era venuta a creare confusione tra l’identità cristiana e quella europea, dimenticando che l’aggettivo cattolico significa universale, al di sopra quindi delle singole nazioni e dei fattori culturali. Molti missionari a quel tempo si erano comportati da dominatori, volendo affermare, anche con la forza, la pretesa superiorità occidentale. Non occorre però dimenticare che già da S. Francesco in poi molti avevano cercato di richiamare la Chiesa, la quale spesso si fregiava della propria superiorità, alla semplicità evangelica, senza inutili ostentazioni di potere e di ricchezza, in modo che potesse trasmettere con coerenza la Parola di Dio; parecchi religiosi diedero la loro vita per la diffusione del Vangelo. Nel tempo attuale il contatto e gli scambi con le comunità cattoliche africane ed asiatiche, ancora giovani e ricche di entusiasmo, le quali esprimono nuove vocazioni missionarie, può senz'altro fornire nuovi stimoli alla Chiesa occidentale, aiutandola a riscoprire una dimensione spirituale più autentica. Ora in Europa svolgono il loro ministero molti sacerdoti e suore che provengono da Paesi extraeuropei, portatori di una nuova visione, da cui la Chiesa occidentale può ricevere ispirazione. Ciò rappresenta un segno che il clero del Sud del mondo giocherà un ruolo rilevante nel futuro della Chiesa, considerando anche il fatto che l'Occidente è ormai investito da un'ondata di secolarismo.

Nel corso dei secoli la Chiesa Cattolica, come del resto tutte le istituzioni religiose, si è purtroppo macchiata di varie colpe, denunciate apertamente da Papa Wojtyla, il quale ha chiesto perdono a nome di tutta Chiesa, nonostante il parere contrario di diversi Cardinali. Inoltre, vari personaggi, tra cui il grande scienziato Galileo Galilei, erroneamente ritenuti eretici nel loro tempo, sono stati riabilitati.

A lungo la Chiesa si è cullata nella credenza di ritenersi l'unica depositaria della verità, con la pretesa di sapere quale fosse la volontà di Dio, considerando eretiche le diverse confessioni cristiane, mostrando inoltre una mancanza di rispetto nei confronti delle altre religioni, ritenute prive di valore. Di conseguenza, molte iniziative ecumeniche sono state bloccate ed altre stroncate sul nascere. Il dialogo con l'Ebraismo e con le altre confessioni cristiane rimane spesso difficile, nonostante gli sforzi attuati da Papa Wojtyla, il cui pontificato ha profondamente segnato il nostro tempo. In occasione dell’incontro interreligioso tenutosi ad Assisi nell’ ottobre del 1986, il Papa aveva pregato con i rappresentanti di tutte le religioni, dando un notevole impulso al dialogo tra le diverse religioni per promuovere la pace. Dopo secoli di divisioni ed incomprensioni l'incontro di Assisi, inizio di un percorso di sincero dialogo, che ha dato parecchi frutti, ha rappresentato un'iniziativa estremamente costruttiva, anche se criticata da molti. Per la prima volta importanti esponenti delle grandi religioni, animati dal desiderio di lavorare assieme per un futuro di pace, si incontrarono per dialogare e pregare. In quell’occasione il Papa disse: “La pace è un cantiere aperto a tutti, non solo agli specialisti, ai sapienti e agli strateghi” e fu anche rivolto un appello pubblico per una pace universale. Fortunatamente è ormai passato il tempo in cui la Chiesa Cattolica, e pure le altre chiese cristiane, negavano qualsiasi legittimità alle altre religioni. Dopo il Concilio Vaticano II, indetto con l'intento di rinnovare la Chiesa e riconciliare tutti i cristiani, aprendo una nuova pagina nella storia della Chiesa, in cui inizia a farsi strada una visione anticipatrice di un tempo nuovo in cui le barriere che dividono le Chiese possano venire superate. Una significativa affermazione pronunciata durante il Concilio può aiutarci a comprendere meglio lo scopo principale di quell'evento: “In questo tempo la Chiesa si fa più attenta nel considerare quali sono le sue relazioni con le religioni non cristiane. Poiché ha il dovere di promuovere l’unità e la carità tra le persone umane e tra i popoli, essa prende in considerazione prima di tutto non ciò che divide gli uomini, ma ciò che hanno in comune e li spinge a vivere assieme il loro destino. Tutti i popoli formano una sola comunità. Hanno una sola origine, perché è Dio che ha fatto abitare tutta la famiglia umana sulla terra. Hanno una sola meta ultima: Dio”. Papa Giovanni era convinto che l’ecumenismo fosse espressione della volontà di Dio e per tal motivo rappresentanti delle altre Chiese cristiane e delle diverse religioni furono invitati al Concilio in veste di osservatori. Un risultato importante fu che al termine del Concilio la Chiesa Cattolica e quella Ortodossa tolsero le reciproche scomuniche. Nel contempo anche il dialogo con le Chiese Evangeliche registrava un progresso; alcuni aspetti della Riforma di Lutero, al di là della divisione che si era poi venuta a creare nella Chiesa, sono ora oggetto di apprezzamento anche da parte di molti esponenti cattolici, i quali ne riconoscono le profonde intuizioni spirituali. A partire dal Concilio anche il concetto di missione è profondamente mutato, riconoscendo che Dio può ispirare anche persone al di fuori della Chiesa; a questo proposito alcuni teologi hanno infatti parlato di rivelazione “extra biblica”, considerando che la rivelazione, come la creazione, è un processo continuo che non può arrestarsi.

L’enciclica di Papa Giovanni “Pacem in Terris”, l’ultima enciclica pubblicata nell'Aprile del 1963, pochi mesi prima della sua morte, era indirizzata, secondo le parole del Papa, a tutti gli uomini di buona volontà e non solo ai cattolici, auspicando la collaborazione tra persone di differenti ideologie in favore della pace e della giustizia. Il suo successore Paolo VI, desiderando continuare questo cammino, affermò: “La Chiesa rispetta e stima le religioni non cristiane perché sono l’espressione viva dell’anima di vasti gruppi umani. Esse portano in sé l’eco di millenni di ricerca di Dio, ricerca incompleta, ma realizzata spesso con sincerità e rettitudine di cuore. Possiedono un patrimonio impressionante di testi profondamente religiosi. Hanno insegnato a generazioni di persone a pregare”. Le aspettative suscitate a suo tempo dal Concilio Vaticano II, furono purtroppo in parte deluse, in quanto la Chiesa non ha tenuto fede alle promesse fatte in quell'occasione e il suo tentativo di rinnovarsi si scontrò con molte resistenze.

Da anni è in corso un acceso dibattito sul ruolo dei laici, senza la partecipazione dei quali, anche a parere di numerosi membri del clero, la vita ecclesiastica risulta impoverita. Già nel 1949 il Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano, tentando di aprire nuovi spazi ai laici, affermò: “Perché la Chiesa possa salvare ancora una volta la società essa ha bisogno dell'opera del laicato”, ma per lungo tempo da parte di diversi esponenti del clero nei confronti dei laici ancora persistevano preclusioni e preconcetti, sebbene parecchi di questi fossero stati proclamati beati e santi. Un’altra questione rilevante riguarda il ruolo delle donne, per lungo tempo tenute ai margini della vita ecclesiale, parecchie delle quali ora contestano la struttura patriarcale della Chiesa; anche diverse suore reclamano una maggior presenza femminile in seno alla Chiesa. A parere di molti, occorrerebbe concedere alle donne una partecipazione più ampia nella comunità ecclesiale, alla luce del ruolo che hanno assunto nella stessa vita di Gesù. Per la prima volta una carica importante è stata conferita a Suor Raffaella Petrini, nominata dal Papa Segretario Generale del Governatorato della Città del Vaticano, prima donna nella storia della Chiesa a ricoprire tale carica. Con tale gesto, il cui valore emblematico non può venire ignorato, il Papa, convinto sostenitore della necessità di una maggiore presenza femminile nella vita della Chiesa, ha voluto dare un segnale preciso, finalizzato a porre termine al predominio maschile, purtroppo ancora vigente in molti ambiti. Molto significative sono queste sue parole: “La donna è colei che fa bello il mondo, che lo custodisce e lo mantiene in vita. Vi porta la grazia che fa nuove le cose, l'abbraccio che include, il coraggio di donarsi. Se abbiamo a cuore l'avvenire, se sogniamo un futuro di pace, occorre dare spazio alla donna”. Nel suo breve pontificato Papa Luciani, in accordo con numerosi teologi, aveva messo in risalto il lato femminile di Dio, visto anche nel suo aspetto di madre.

Nel corso dei secoli la Chiesa Cattolica ha accumulato un enorme patrimonio spirituale, grazie a personaggi di grande levatura, i quali hanno cercato di incarnare l'autentico spirito cristiano. In diversi momenti tragici della storia la Chiesa è stata per molti un punto di riferimento importante, rappresentando anche un argine al dilagare dell’immoralità e della violenza. In questi ultimi anni la presenza cattolica si è rivelata preziosa in diversi ambiti, per esempio nell'aiuto ai rifugiati e agli immigrati; parecchi sacerdoti e suore, coadiuvati da laici, lavorano per alleviare le sofferenze di migliaia di persone, alle quali continuano a portare speranza e aiuto. Spesso sacerdoti e vescovi sono entrati in conflitto con i governi dei loro Paesi, condividendo la vita delle fasce più povere della popolazione, spesso a rischio della vita. Diverse volte in alcune parti del mondo la Chiesa divenne un focolaio di resistenza all'oppressione, ponendosi in prima linea nella difesa dei diritti umani, in lotta contro gli arbitri del potere e le ingiustizie sociali. Numerosi sono stati i sacerdoti e le religiose barbaramente uccisi, esempi di totale abnegazione, ancor oggi ricordati e onorati.

Pur nelle sue ridottissime dimensioni territoriali il Vaticano, il più piccolo Stato del mondo per estensione geografica, intrattiene relazioni diplomatiche con molti Stati, oltre a intensi rapporti economici e culturali in molteplici ambiti. Non bisogna dimenticare che la diplomazia vaticana diverse volte si è dimostrata particolarmente attiva nella soluzione dei conflitti, cercando di trovare una soluzione equa che possa soddisfare le parti in conflitto. I molti viaggi papali, al di là del loro valore religioso, hanno rappresentato un'opportunità per incontrare governanti e potenti della terra e discutere con loro di questioni che trascendono la mera dimensione religiosa, chiedendo a tutti i governi un impegno per il bene comune e il rispetto dei diritti umani fondamentali.

Consapevoli della necessità di un cambiamento, sempre più credenti auspicano una revisione profonda della struttura ecclesiastica, intesa nel suo significato etimologico di incontro di “chiamati” e come popolo di Dio in cammino, in modo da far rivivere la spiritualità cristiana originaria, quando la Chiesa era solo un esiguo numero di persone mosse dalla fede, disposte a mettere a rischio la propria vita. In questo contesto un ruolo notevole possono svolgere diversi movimenti ecclesiali, che, diffusi in molti Paesi, riuniscono tanti giovani, animati dal profondo desiderio di un serio impegno a favore della giustizia, affinché i valori spirituali cristiani non rimangano insegnamenti predicati solo a parole, ma divengano una pratica quotidiana, in grado di trasformare il mondo. Una Chiesa che si limitasse a predicare l'insegnamento di Cristo ma poi non si sforzasse di incarnarlo, sarebbe un’istituzione poco credibile. Tali movimenti si fanno interpreti del desiderio di molti credenti, i quali auspicano una Chiesa che sia soprattutto una comunità fraterna, animata da fiducia e speranza, la quale possa portare una soluzione ai gravi problemi del mondo attuale, mettendo da parte rivalità personali ed inutili pregiudizi. Ciò non dipende solo dal clero, ma chiama in causa tutta la comunità cristiana, in cui ogni singolo fedele è chiamato ad impegnarsi a tal fine. Per molti credenti la religione si è ridotta ad un'attitudine dietro la quale spesso mascherano il proprio egoismo e un atteggiamento di chiusura, incapace di comprendere le istanze altrui. A che serve infatti accostarsi ai sacramenti e ripetere a memoria le preghiere se poi il nostro comportamento si basa solo sul rendiconto personale, ignorando il grido di dolore di molti? Ogni credente, di qualsiasi condizione, deve sentirsi chiamato ad impegnarsi, nell'ambito delle proprie possibilità, per la salvezza del mondo.

Nell’interesse di tutta la comunità cristiana è altamente auspicabile che la Chiesa riesca a compiere un salto di qualità, riformando le proprie strutture, molte delle quali ancora legate al passato. Già ora nella Chiesa, che pare andare incontro a profondi mutamenti, diverse cose hanno iniziato a cambiare. Parecchi segni fanno presagire un nuovo modello di Chiesa, che, al di là delle definizioni sia aperta alle più alte ispirazioni e proiettata verso nuovi orizzonti, in grado di riscoprire l’autentico insegnamento di Gesù, superando pregiudizi e chiusure che spesso impediscono di accogliere nuove intuizioni teologiche. Don Primo Mazzolari disse: “Lo Spirito è come il vento. Soffia dove vuole e fa sorgere ovunque profeti e testimoni della verità. Ogni uomo può divenire un testimone. Sono le stesse Beatitudini a stabilirne le condizioni, al di là di ogni etichetta e di ogni esclusione”. Alla luce di ciò si può affermare che la religione debba essere cammino e non immobilismo, ricerca e non credenza cieca, azione sincera e non rituale esteriore, non pessimismo, ma fiducioso ottimismo e cuore aperto; Infatti, lo scopo della religione, intesa nel suo significato più autentico, è infatti quello di insegnare a vivere in accordo con la volontà di Dio per affrontare le sfide del nostro tempo in spirito di verità e servizio, al fine di preparare un futuro luminoso per l’umanità. Già il Concilio Vaticano II aveva ricordato che la Chiesa è un popolo di Dio in cammino “alla ricerca della città futura e permanente”.

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