4 luglio 2023

Emergenza e circo mediatico

Tragedia che (purtroppo), accade, e Consiglio dei Ministri che trovi nei luoghi della emergenza, verrebbe da dire.

Il 9 marzo scorso il CdM si è tenuto a Cutro in Calabria, luogo semisconosciuto sciaguratamente salito agli onori della cronaca per la recente strage dei migranti. 

Beninteso non è la prima volta che il Consiglio va per così dire in "trasferta", questa mediatico evento, tramutatosi poi in una sorta di circo dell'emergenza già Prodi nel lontano 11 gennaio del 2007 per primo scelse Caserta per la riunione dell'esecutivo, per discutere e presentare sulla crescita del Sud e per le riforme, anche Berlusconi nell'aprile del 2008, davanti alla grave emergenza rifiuti a Napoli, tenne una riunione del Cdm nel capoluogo campano.

Altra riunione fuori sede dell'Esecutivo fu in occasione del terremoto in Abruzzo del 2009 e Berlusconi convocò il Consiglio dei ministri a L'Aquila.

Infine, anche l’esecutivo gialloverde presieduto da Conte è stato convocato nel 2019 presso a Reggio Calabria per affrontare la questione dell'emergenza sanitaria della Regione.

Per inciso si ricorda che la Costituzione stessa, consente di portare il Consiglio dei ministri occasionalmente altrove e al presidente del Consiglio di "eleggere come luogo di lavoro un'altra sede".

Quindi tutto normale? Beh, non proprio, sorge spontanea la domanda se queste iniziative siano efficaci ed utili a risolvere le straordinarie urgenze, o siano solo una ennesima passerella mediatica.

A mesi di distanza e con il dovuto rispetto alle 91 vittime annegate, bilancio dolorosamente incompleto, opto per la seconda ipotesi, per una serie di pesanti indizi.

Iniziamo con la colpevole assenza del Governo da Cutro nei giorni successivi alla tragedia, ed il grande ed ammirevole ruolo di supplenza, svolto con grande   pathos, ed empatia, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che con la sua presenza a Cutro ha supplito alla mancanza pressoché totale dell’Esecutivo.

Altro indizio stupefacente, la freddezza burocratica, la distanza manifestata dai membri del Consiglio all'arrivo a Cutro,  sia nei confronti degli abitanti della cittadina, sia la mancata visita nei confronti delle 60 vittime raccolte nelle bare bianche presso il Palamilone di Crotone, sia verso i loro familiari, a tal fine si ricorda la celeberrima definizione del Ministro degli interni Piantedosi che riferendosi ai 35 migranti, che il governo ha costretto a restare a bordo della nave dell'Ong tedesca Humanity, parlò di "Carico residuale". 

A seguire vi è stata una lunare quanto muscolare conferenza stampa della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in cui il tema centrale è stato: "il Governo ha fatto tutto il possibile, quindi non vi sono stati sbagli". 

A parte la palese e tragica evidenza del contrario, ha molto colpito il tono polemico nei confronti dei giornalisti, che svolgevano il loro lavoro, facevano domande e chiedevano chiarimenti. 

Per terminare la narrazione del grande circo mediatico a Cutro, alcune considerazione sulle fantomatiche “nuove” misure varate contro scafisti e trafficanti con provvedimenti che già esistono, già ci si immagina la minuziosa caccia agli scafisti per tutto il  Globo Terraqueo.

Ma è chiarissimo come l’emergenza dei migranti stia producendo da una parte, una confusionario ed ideologico impeto legislativo che in assenza di collaborazione e condivisione, anche europea, avrà effetti quasi nulli e dall'altro lato si  nasconde la graduale erosione di garanzie e tutele che lo Stato riesce a riconoscere nei confronti delle persone migranti tra cui troviamo donne e bambini, con la pia illusione che un fenomeno, complesso ed internazionale come la migrazione, possa essere affrontato e gestito con  un decreto legge sui flussi regolari di migranti e il contrasto all’immigrazione irregolare, emanato in un vertice ministeriale di qualche ora.

Queste eventi, sopratutto la loro gestione, ci raccontano molte cose del nostro paese, come sosteneva G. Crainz "Non solo e non tanto per la nostra capacità o incapacità di misurarci con l’emergenza, con i disastri che ci travolgono, ma più ancora la nostra frequente rimozione dei doveri fondamentali di un paese",  ed in questi eventi diventa visibile  il declino del paese, messo in atto  da una classe politica in senso lato e trasversale,  spesso veramente misera, in cui predomina il dire e l'apparire sul fare, mentre la politica, quella vera, utile e lungimirante va  scomparendo.

E a Cutro cosa accadrà? Ora che è finita l'emergenza, e terminato lo spot ministeriale, ci si ricorderà del silenzioso eroismo degli abitanti della cittadina, saranno già sparite telecamere e microfoni e tutto, anche per demeriti dell'informazione, sarà lentamente rimosso, con i 91 morti ridotti purtroppo a "fantasmi della memoria" e la vita riprenderà come prima. in Inghilterra dicono "business as usual".

Pietro Masiello - http://www.pietromasiello.com/

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