Riconciliazione Coreana, Libertà religiosa e Nuove alleanze per la pace in Africa e nel Mondo
Condoglianze per la scomparsa del Primo Ministro Shinzo Abedi Vittorio Patanella
Trecentocinquanta leader mondiali appartenenti alle 157 nazioni che intrattengono relazioni diplomatiche con le due Coree hanno partecipato in presenza o virtualmente al secondo Summit 2022 e alla International Leadership Conference.
Sponsorizzato da Universal Peace Federation (UPF), l’evento ha avuto per tema "Verso la pace nella penisola coreana e per una cultura mondiale di pace” e si è svolto presso il Jamsil Lotte Hotel di Seoul dall'11 al 15 agosto 2022.
Nel corso dell’incontro i partecipanti hanno ribadito il loro impegno per la pace nel mondo e in particolare nella penisola coreana. Hanno affrontato il tema del diritto alla libertà di religione e hanno sollecitato un impegno maggiore per la formazione dei giovani del continente Africano, che sta emergendo come potenza globale.
Nel discorso di benvenuto Thomas G. Walsh, chairman di UPF ha espresso la speranza che l'attenzione e le prospettive di pace per la penisola coreana possano suscitare un interesse internazionale sempre maggiore e che “le divisioni del mondo possano riconciliarsi in un’umanità unita e in una cultura di pace globale”.
Particolare emozione ha destato la cerimonia in ricordo del Primo Ministro Shinzo Abe, durante la quale i convenuti hanno espresso il loro cordoglio per la scomparsa dell’uomo politico. UPF ha dedicato in suo onore un video e un omaggio floreale.
"Mio nonno diceva sempre che la pace è l'unica cosa della quale le persone non possono fare a meno", ha affermato lo Sceicco Mansour Diouf esponente della Murid Brotherhood del Senegal, aggiungendo che "dovremmo sentirci tutti come fratelli...". Auspicio che è stato accolto con grande apprezzamento da parte dei leader religiosi e da tutti gli altri partecipanti.
La Riconciliazione della penisola coreana è stato il tema principale del Summit, in omaggio al Reverendo Dottor Sun Myung Moon e alla Dottoressa Hak Ja Han Moon.
Fondatori di UPF e nati entrambi nell’odierna Corea del Nord, i coniugi Moon hanno dedicato tutta la loro vita per questa nobile causa e per la pace nel mondo.
Il 14 agosto in una cerimonia tenutasi presso l'HJ Global Arts Center, fuori Seul, alla presenza di più di trentamila partecipanti, è stato commemorato il Decimo anniversario della dipartita del Reverendo Moon, “un pioniere della pace e della riunificazione” come ha ricordato Yun Young-ho, Direttore Generale Internazionale di UPF.
La Protezione della libertà di religione nel mondo
Mike Pence, ex Vicepresidente americano ha affermato nel suo videomessaggio che la libertà di religione è la “prima delle libertà” perché è “il fondamento della vera grandezza di una nazione”
La libertà religiosa è “l’argomento più importante del pianeta” ha affermato Newt Gingrich, Presidente della Camera degli Stati Uniti dal 1995 al 1999. Presuppone l'esistenza di Dio, che sia Lui a dare all'umanità i suoi diritti e questo stabilisce la base della libertà”.
“La libertà religiosa è un elemento chiave per la sicurezza”, ha dichiarato Mike Pompeo, Segretario di Stato americano dal 2018 al 2021, ricordando che durante il suo mandato lasciava sempre la Bibbia aperta sulla sua scrivania per trarne ispirazione. Le nazioni che minacciano gli altri Paesi come la Cina e l’Iran, ha aggiunto, “hanno la presa della morte” anche sulla libertà di religione.
Dal Giappone, l'avvocato Norishige Kondo della Federazione delle Famiglie per la Pace Mondiale e l'Unificazione (FFWPU) ha parlato della situazione surreale dei media nazionali giapponesi, collegata all’assassinio del PM Abe, che hanno già tolto dalla narrazione il vero assassino e stanno inducendo l’opinione pubblica a credere che il vero colpevole sia la Federazione. Ha aggiunto che coloro che stanno alimentando questa campagna mediatica sono gli stessi che si sono macchiati delle violazioni dei diritti umani nei confronti di più di quattromila membri della Federazione, attraverso rapimenti, confinamenti e conversioni forzate. Nel 2014 questa storia di abusi è stata presentata al Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite con riferimento alla Convenzione ONU dei Diritti dell’Uomo, che ha fatto richiesta al governo giapponese di prendere i provvedimenti del caso. L’avvocato ha terminato il suo intervento affermando che “nel Paese c’è davvero una grave crisi della libertà di religione”.
Ha fatto seguito la testimonianza di Toru Goto, un membro della Federazione che è stato rapito dai “deprogrammatori” e segregato per più di 12 anni dalla sua famiglia, che non condivideva la sua scelta religiosa. Dopo il suo rilascio è stato ricoverato in ospedale per cinquanta giorni a causa del suo grave stato di denutrizione.
In seguito a quei fatti Goto ha sporto denuncia contro i suoi rapitori, ma alla querela non sono seguiti né arresti né indagini. Ha quindi intentato una causa civile contro i deprogrammatori, che ha vinto, ottenendo un cospicuo risarcimento.
Gli attuali attacchi dei media nazionali giapponesi alla Federazione hanno fatto riaffiorare i suoi timori che “questa piaga tossica dei rapimenti, delle reclusioni e delle conversioni forzate possa riemergere, nonostante la Costituzione giapponese garantisca i diritti umani fondamentali e la libertà di religione”.
Jan Figel, Inviato speciale per la promozione della libertà di religione dell’Unione europea dal 2016 al 2019, ha osservato che mentre l'84% della popolazione mondiale dichiara di aderire a una religione, il 79% vive in Paesi “che pongono ostacoli alti o molto alti all’esercizio di questo diritto”.
Per Massimo Introvigne, direttore del Centro studi sulle nuove religioni (CESNUR), il pregiudizio religioso genera tre mali: "L’intolleranza, la discriminazione e la persecuzione”.
Altri oratori della sessione sono stati il pastore Paula White-Cain della City of Destiny Church; il Vescovo Don Meares della Cattedrale dell’Evangelo; Tom McDevitt del Washington Times, sostenitore della libertà religiosa; e Hee-Taek Chung, presidente del quotidiano Segye Ilbo di Seoul.
Le Risoluzioni
I partecipanti al Summit sono stati invitati a firmare tre documenti: la Risoluzione per la Carta Universale della Pace; la Risoluzione per istituire un Comitato consultivo IAPD-Africa in collaborazione con l’Unione Africana, per promuovere la cooperazione interreligiosa; e una Dichiarazione sul Valore Universale della Libertà Religiosa, a tutela di questo diritto per tutte le persone.
In aggiunta è stato firmato un Protocollo d’Intesa tra la Comunità degli Stati del Sahel e del Sahara (CEN-SAD), l’UPF, l’International Association of Youth and Students for Peace e la Sunhak Educational Foundation per promuovere la formazione professionale e l'educazione del carattere dei giovani africani.
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