7 novembre 2022

Le potenzialità dell’Africa

La via del progresso sta nelle soluzioni sorprendenti e innovative che gli africani stanno trovando da loro stessi.

di Giorgio Gasperoni

L’Africa è un continente in movimento. È spesso difficile da notare perché l'attenzione occidentale sulla governance e gli aiuti stranieri oscurano il dinamismo individuale e l’adattamento sociale informale che ha guidato l’Africa negli ultimi dieci anni di sviluppo. Dayo Olopade1 ha viaggiato attraverso l'Africa subsahariana per scoprire come la gente comune affronta le sfide nella vita di ogni giorno. Ha scoperto un’Africa inaspettata: resistente, gioiosa, e innovativa; un continente d’innovatori del ‘fai da te’ e leader di comunità appassionati. Nel 2015 ha partecipato in Marocco come membro dell’African Leadership Network, un gruppo pan-africano presente e attivo in 39 paesi. Il tema della riunione era incentrato sulla sfida dei confini: un tema particolarmente azzeccato. I due terzi del gruppo non erano mai stati in Marocco.

Uno dei partecipanti, un uomo d’affari, le disse: "Quando ero piccolo, ci dicevano che l'Africa inizia a Limpopo [fiume, vicino al confine settentrionale del Sud Africa] e termina al Sahara". Ma, quanto meno agli occhi dell’Economia Globale, la regione di Medio Oriente e Nord Africa ha differenze inconciliabili con l’Africa sub-sahariana.

Alcuni uomini d'affari del Sud Africa, facendo riferimento all’ "Africa", ne parlano come se non fossero loro stessi residenti in quel continente. Un sentimento simile prevale in alcune zone della società nordafricana. "Noi arabi ci sentiamo diversi, e non legati all’Africa sub-sahariana", dice Ayman Khaman, uno studente universitario marocchino che frequenta l’African Leadership Academy a Johannesburg. "La gente in Marocco ritiene di dover piuttosto allearsi con i francesi e gli spagnoli".

Nel frattempo, il brand dell'Africa è in aumento. "Ci sono persone che fanno un lavoro straordinario in tutto il continente. Quello che manca è la connessione tra loro", spiega Acha Leke, co-fondatore e direttore per McKinsey in Africa. Ma, come sempre in Africa, ciò che conta è essere locali: con la crescita dell'Africa vengono attirati investitori, sia esteri che nazionali e la difficoltà principale è la mancanza di talenti nei posti chiave che questa crescita comporta.

Le imprese stanno operando in modi creativi per riempire posizioni di alto livello. Un esempio è quello di creare programmi di formazione manageriale interni alle aziende, come Diageo, Coca Cola e McKinsey stanno facendo. Un altro approccio è individuare aree del continente in cui i talenti esistono, e trasferirli in paesi in cui vi è una carenza di competenze. C'è una tendenza emergente verso leader pan-africani. È ancora raro ma lentamente figure di questo tipo stanno emergendo.

Con la crescita del continente alcuni africani, che se ne erano andati in cerca di migliori opportunità all'estero, stanno esprimendo la volontà di tornare. Economie come quella del Kenya stanno crescendo ad un ritmo veloce, il che costituisce sempre più un richiamo per i talenti della diaspora.

Mentre il settore privato continua a svilupparsi, le aziende devono affrontare le sfide del reclutamento a lungo termine dei migliori talenti. Gli incentivi sono dei buoni stimoli, e il potenziale per crescere professionalmente c’è, sempre secondo i dati raccolti. Questo offre alle aziende locali un vantaggio rispetto alle imprese straniere, e spiega perché molti keniani e sudafricani decidono di lavorare per le organizzazioni locali. I nigeriani, invece, hanno mostrato una preferenza per le società multinazionali.

La Relazione fra l’Europe e l’Africa

La Universal Peace Federation (UPF) supporta pienamente l’esame di coscienza che l’Europa e l’Occidente stanno facendo su ciò che in passato è successo in Africa.

Quando gli africani consolideranno la fiducia in loro stessi, mostreranno di essere in grado di realizzare grandi cose per conto proprio e di essere sempre meno dipendenti dall’Europa o altre potenze esterne. L'Europa deve però continuare ad avere un cuore benevolo nei confronti dell'Africa, aiutandola in ogni modo a risolvere i suoi problemi e raggiungere i suoi sogni.

Se gli europei saranno aperti e onesti riguardo ai loro difetti e alle loro carenze verso l’Africa e manterranno un atteggiamento benevolo verso di essa, la naturale grande capacità di perdono del popolo africano porterà a cancellare la cattiva eredità permettendo il ricordo indelebile del solo bene fatto, facilitando un percorso di armonia e rispetto reciproco.

L'esperienza UPF con l'Africa ci porta a credere che per far avanzare la collaborazione in modo positivo, particolare attenzione debba essere data alle aree di emancipazione dei giovani e delle donne. Queste sono probabilmente le aree di cui l'Africa può beneficiare maggiormente dell’aiuto europeo.

In questo numero del giornale portiamo diversi contributi che analizzano luci e ombre del continente africano.

1 Dayo Olopade, Scrittrice di origine nigeriana, cresciuta negli Stati Uniti.

Link al PDF https://bit.ly/3zI5irD

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