12 settembre 2016

A breve una nuova opera di Antonio Saccà

Grafica a cura di Philly Campagna
Pieter Paul Rubens: Il giudizio di Paride,
versione 1639
Esce a fine ottobre il romanzo filosofico: IL LABIRINTO DI SISIFO. MEMORIE DI UN SUPERUOMO MALINCONICO, Edizioni Artescrittura, Grafica a cura di Philly Campagna. L'Autore, Antonio Saccà, scrive le vicende di un fantomatico Anthony Sacca, Dodicesimo Barone di Munchhausen e pure discendente dei Chisciano ossia Don Chisciotte e di Ammonio Sacca, filosofo antichissimo. Anthony Sacca è ossessionato dalla minimità dell'individuo rispetto al Cosmo e dalla inevitabilità della morte. Senza fede religiosa, a tu per tu con l'ineluttabilità dell’esistenza individuale e mortale, vaneggia una sua dimensione sovraumana, superumana che lo renda immane quanto l’Universo, così risolvendo il sentimento afflittivo di essere un minimo individuo per di più mortale. Le mirabolanti vicende dei suoi antenati, Don Chisciotte e il Barone di Munchhausen assumono in Anthony Sacca un significato non soltanto avventuroso ma lo sforzo di compiere imprese talmente spropositate, al di sopra dello Spazio e del Tempo, da appagargli la scontentezza. Il Romanzo ha svolgimento sussultorio, talvolta Anthony Sacca crede nelle sue illusioni maniacali, talvolta le riconosce vane e scorge la nuda morte e l'insuperabile microscopicità dell'individuo. Un andamento tragico farsesco sulla decifrazione della costituzione individuale di ciascun uomo. Pubblichiamo un brano del Romanzo.
             
IL DODICESIMO BARONE DI MUNCHHAUSEN INCONTRA L'OTTAVO ZARATHUSTRA
L'ultimo incontro fu il più misterioso. Sorpassai ogni limite. Nessuno, da che è comparso l'uomo con le nostre caratteristiche, mi si avvicina. Io sono l’Insuperato, e, di certo, l'Insuperabile. E tuttavia, come narrerò, nembi oscurissimi minacciano il futuro. In un paese che non dico, fatti miei, abitava il Superuomo della specie nietzschiana, superstite unico. La potenza è il suo credo, la pietà la sua
maledizione. Non che fosse impietoso, ma pativa l'elogio del povero, del malato, del non capace, la negazione del forte, del bello, del sano. Ancor più lo nauseava che il bello, il forte, il sano dovessero rendere scopo della loro energia il brutto, lo sfortunato, il fiacco. In tal modo la specie si avvilisce, e oltretutto maree di nulla valenti avrebbero dominato la società stabilendo ciò che valeva a misura della loro bassezza. Non intendeva, questo Superuomo di specie nietzschiana, dominare senza riguardo, tutt'altro, ma voleva che il riguardo vigesse anche per il Superuomo.  Se colui che è Superuomo viene combattuto, non può creare a suo livello, deve ingusciarsi, gomitolarsi, ritenuto colpevole di superomismo, o reso pari: esiste il carnaio universale non l'uomo e il Superuomo, in tal caso, ragionava il Superuomo, addio civiltà. Il passaggio breve su questa terra sarà dedicato a un indaffarato niente del Signor Nessuno. La grandezza ha un costo! Per tali motivi, andato, fuggito, sfuggito, in esilio. Ed io mi recavo a vederlo. In quali condizioni, da soffrirne, e dedicare a lui quella pietà che egli discuteva. Affranto, ecco il giusto termine, gli abiti spenzolanti, la barba a casaccio, come a dire: non me ne importa un fico, i capelli ammutoliti sulla fronte, non considero i ciabattoni che sarebbero scarpe... e un'aria svagata di chi o non sente o non vede o non capisce, di uno che se tu parli chiede, come? Ripeti? Un Superuomo di specie nietzschiana ridotto a uomo senza fissa dimora!? Malattia, dissesto economico, un amore con una fotocopia della Salomè? In ogni caso, da erede di Zarathustra non poteva, non doveva soccombere. O un suo volontario spregio per l'ordine sociale? Ma quel patimento alle guance, quel colore giallognolo del viso? Era seduto su di uno sgabellino, spalle ad una casetta dalle mura esterne scorticate, mi parve un disgraziato sudamericano, lui, proprio: ottavo discendente di Zarathustra, e in linea retta!
“Che vi è accaduto, Ottavo Zarathustra?”: non mi trattenni. Sollevò gli occhi, malinconicissimi, annebbiati, assenti. Pazzesco. Avevo sbagliato? Non era l'Ottavo Zarathustra. “Sono l'Ottavo Zarathustra. Non sbagliate. Come io non sbaglio a trovarmi con Anthony Sacca”. Mi riconfortai. Era Lui. L'antica voce dura. Ma quell'aspetto?
“Sedete”. Uno sgabellino me lo consentì. A scorgerlo ravvicinato, gli occhi erano dell’Avo Capodinastico, il Nietzsche, visionari, coglievano i millenni, inavveduti sull'oggi. “Voi sbalordite, Professor Anthony Sacca, del mio esteriore e lo innestate nel mio interiore e stabilite che devo ad una infelicità senza riparo questo sembiante. Non giustificatevi. Tra   Superuomini, non c'è piacere dell'altrui sventura. Lasciamo questo sapore a chi gusta rifiuti e non vede il momento di spolpare carne umana. Noi siamo abituati alla vittoria, amico Superuomo”. Fui lietissimo di quanto ascoltavo, contrastante, però, con i tratti e gli abiti dell'Ottavo Zarathustra. “Noi siamo abituati alla vittoria, amico Superuomo, eppure forse è giunta l'ora, forse, è il mio pensiero abissale, mai lo rivelai, ma a voi che sperimentate ogni possibile...”. Si fermò, e gli sgorgò un tale pianto da dimostrarlo davvero erede del lacrimossimo Antenato! Che lo angariava? Quale possente convinzione gli martoriava le sfere mentali? Gli occhi scurissimi piangevano lacrime nere... “Siamo perduti, amico Superuomo, noi che cercammo di oltrepassare il bene ed il male per affermare la vita al suo estremo che non deve subire neanche i limiti del timore di fare il male, noi che abbiamo concepito la potenza al fine di una cultura, un'arte che giustifichino il nostro passaggio nella Terra, noi che soffrimmo la dolorosissima necessità del non aver pietà e condiscendenza se volevamo la grande arte, la grande politica, la grande cultura e il dover lasciare dietro chi non sta al passo ed esigere da noi stessi fino al consumo, al prosciugamento... Ebbene...”. Un secondo pianto lo impedì. Singhiozzava, tremava, si scuoteva i capelli, e cominciò a pestare i piedi gridando: “No, no, no, non così!”. Trasecolavo. Indecifrabile. “Amico Superuomo, noi siamo ormai Superuomini di vecchia generazione. Superuomini dentro l'uomo. Verrà presto un Superuomo meccanicochimico, l'innesto, la protesi del Superuomo. Una pillola, un liquido, una apparecchiatura strumentale gli susciteranno attribuzioni che il mio Antenato neanche sognava nelle sue eccitazioni prospettiche. Ma l'uomo non diverrà un Superuomo principiando da sé uomo e superandosi con la potenza della volontà che vuole la potenza e si divelte dalle inciampature della morale degli sconfitti e dei pavidi, non si compirà la Città dei volontari della vita, l'uomo avrà poteri, ma non suoi, non conquistati. Immessi come una dentiera o un sesso di marmo, e non sarà lui a volere, sentire, compiersi, piuttosto il qualcosa d'altro in noi ma che non siamo noi. Noi, amico Superuomo, volevamo essere ancora più noi stessi, superare, estendere le nostre qualità, loro collocheranno o favoriranno un Superuomo meccanicochimico che ignorerà l'Io e agirà da estraneo in noi rendendo estranei noi a noi. Non il superamento dell'uomo ma la fine dell'uomo. No, no, non è giusto, barate, truccate le opere, non le fate voi, vengono dalla chimica e dalla meccanica, una scarica elettrica e diventi poeta, le parole si combinano a raffica, un ritrovato liquido e diventi condottiero...”. Lo lasciai che gridava, piangeva, gli davo ragione, anch'io avrei ricevuto la stessa sorte, lotti una vita per diventare un Superuomo e generare lasciti superomistici,  arriva una pillolina, la ingoi  e ti scaturisce un capolavoro. Da rinunciare alla carriera di Superuomo. Non bastava la feccia dell'uomo all'ammasso, anche i Superuomini all'ammasso. Sporcheremo anche le stelle.
Dai giornali: “Anziano morto su di una panchina. Un uomo, forse un mendicante, è stato rinvenuto cadavere, ieri all'alba, steso sulla panchina di Piazza Minotauro. Non aveva documenti. Malore? Suicidio? Pare si aggirasse da mesi in quelle vicinanze, sedendo su di uno sgabello non infastidendo né questuando. Gli accertamenti attesteranno le cause del decesso. Chi può fornire testimonianze si rivolga...”.   

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