16 agosto 2013

A margine del fattaccio avvenuto a Roma alla Stazione Termini!

Ormai è in grave pericolo la sicurezza dei cittadini, anche, nelle strade!

di Franco Previte

Ancora una volta giunge alla ribalta della quotidianità uno di quei episodi che non vogliamo vedere né sentire,
ma che purtroppo avvengono.
Questa volta il fattaccio è accaduto a Roma alla Stazione Termini dove un turista marocchino di 70 anni è stato ucciso senza alcun apparente motivo e soprattutto in pochi istanti a calci e pugni da un 24 enne B.M. con problemi psichici, infierendo contro di lui una volta a terra.
Pare che il giovane, autore di questa grave aggressione, si sia allontanato dalla sua residenza di Avellino dove era seguito dai medici con cure farmacologiche e dai familiari per assicurarsi che seguisse la terapia di cura, ma con precedenti di violenza sessuale di gruppo, lesioni ed altro. 

Questi comportamenti compulsivi violenti sono segni indiscutibili di una gravissima mente malata le cui cure dovrebbero essere seguite, ma che sono con scarsa “protezione legislativa”.
Esiste in Italia il Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO), dove si intende applicare quelle procedure sanitarie in caso di necessità ed urgenza e che ne motivano l’applicazione. Il nostro dovrebbe essere uno Stato che riconosca, ormai con urgenza, quei “fatti” che ormai sono diventati quasi quotidiani e sostenga con provvedimenti legislativi più aderenti alla realtà, vicinanza ai cittadini bisognevoli dì aiuti ed agli altri sicurezza, anche alla luce di quanto “dicono” i recenti rilevamenti statistici Istat indicanti che in Italia 1 cittadino su 10 soffre d’ansia , di cui il 60% sono donne e circa 10 milioni di persone accusano disturbi psichiatrici, il 16% da varie forme di disagio mentale, il 4% di disturbi mentali, mentre il 30% assume psicofarmaci.
Ancora una volta dobbiamo constatare che è sempre in atto il contrasto nelle leggi 180 e 833 ed il TSO , in quanto come può un individuo senza lucidità avere l’opportunità di scelte? Queste vituperate leggi, prive del Regolamento d’Applicazione e poco rispondenti alla realtà, vanno riviste con massima urgenza ! Se ne rendono conto le Istituzioni? Mah!
E’ giusto rispettare la dignità dell’infermo ed i suoi diritti, ma in quel momento è persona non padrona delle proprie azioni e che necessita di aiuto ed il principio basilare dello psichiatra Basaglia, padre della legge 180, era quello di curare e non segregare il malato psichico.  Ma che fine stanno facendo quei valori morali irrinunciabili facenti parte della nostra etica? Il contributo al dibattito sulla disabilità psichica che si svolge nei mass media europei, è per migliorare la qualità della vita delle persone disabili fino al 2015, mentre noi siamo al palo!
Obiettivo e Raccomandazione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, che ritengo sempre auspicabile che abbia anche in Italia spunti di riflessione, di riguardo, di consapevolezza, per “vedere” l’handicap mentale considerato in maniera più aderente alla realtà, perché non è vero che lo stigma del silenzio e della vergogna affianca il “malato” e la sua famiglia, come si vuol far credere!
La situazione dei servizi pubblici riabilitativi evidenzia la costante necessità di servizi ancora disattesi, con particolare riferimento ad alcune specifiche categorie di disabilità psichica cronica o temporanea, come nel caso in esame. Ancora sono insistenti larghe fasce di “necessita” che risultano effettuate in maniera parziale, come patologie derivanti da danni neurologici (ritardi mentali più o meno gravi), da stress, ansia, depressione, sindrome da burnout ( bruciati. esauriti, scoppiati conseguenza di un processo stressogeno ), epilessia e da problematiche relative per l’età evolutiva.
Sarebbe opportuno valutare che sono impellenti:
1.) strutture residenziali ad hoc una per Regione per pazienti gravi;
2.) strutture residenziali aperte 24 ore su 24;
3.) protezione ed appoggio alle famiglie;
4.) funzionamento delle strutture all’interno degli ospedali
 …e queste “situazioni”, sono trascurate dai provvedimenti sanitario-legislativi successivi alla chiusura dei “manicomi”, sono poco esistenti nei sistemi sociali di accoglienza dei pazienti psichiatrici, specialmente gravi. Attualmente in caso di manifestazioni acute della malattia psichiatrica interviene, appunto come citato, il TSO come nel caso delle vicende che spesso accadano, consistente nel ricovero coatto per 7 gg, rinnovabile per un periodo complessivo di un mese.
Il ricovero avviene in un reparto ospedaliero, se e dove esiste, ed il trattamento è esclusivamente farmacologico e superato il TSO la “persona” dovrebbe essere seguita in strutture territoriali, oggi carenti, perché richiedono forti investimenti finanziari. E’ necessario progettare l’attivazione di più strutture, anche ambulatoriali, in grado di rispondere, in maniera preventiva, a tutta quella fascia dell’handicap mentale, anche della prima infanzia, che attualmente non trova risposta sul territorio.
E’ augurabile, nonché necessaria, una legge-quadro nazionale, da noi urgentemente inoltrata con le Petizioni n. 307 al Senato della Repubblica e col n. 31 alla Camera dei Deputati, anche da tempo richiesta ai precedenti Governi, intesa a mettere in condizione le singole Regioni a legiferare in maniera omogenea, ai sensi dell’art.117 della Costituzione, sulla traccia di quella legge-quadro nazionale, onde tutelare la salute delle persone colpite da disturbi psichiatrici e garantire la sicurezza di tutti i cittadini.
Queste “necessità”, per il momento, non le abbiamo riscontrato né nei programmi di questo Governo, né nella impostazione politico-programmatica della politica in generale, né nelle “iniziative parlamentari ”! Sono “necessità” attese dalle famiglie e dall’opinione pubblica, onde evitare quelle “mattanze” o quegli episodi che quasi giornalmente avvengono nelle nostre città, come quello avvenuto a Roma, a causa, ripeto, di carenze delle strutture atte alla prevenzione, cura ed eventuale reinserimento sociale di questi soggetti “malati”.

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