23 agosto 2013

KOINE’ = ECUMENE’

di Renato Piccioni

La “koinè” è la “conoscenza”, cioè il possesso del “sapere” di ogni uomo, nei limiti dell’uomo della strada,
senza pretendere che sia riservata ad una élite di soli acculturati o specialisti delle varie branche della cultura.
Possedere una conoscenza di medio-alta formazione, consente, di per se, mettere al servizio del pensiero umano, molti rami dell’albero della conoscenza ancorché, ovviamente, non tutti.
L’uomo, esercitando il suo pensiero, stimolato dalla “curiosità” di capire, può fornire a se stesso, i prodromi di una filosofia del vivere, che lo pungoli a cercare la via che può far giungere l’umanità ad una sorta di “ecumenismo” laico, nella condivisione di una laicità “democratica”, che produca un rapporto interpersonale speciale, in quanto fortificato dalla convinzione che tutto può essere giovevole al viver comune, solo quando basato nel rispetto di ogni e qualsiasi fede religiosa, o filosofia laica.

È l’infausta convinzione che, per poter essere in buona ecumenica armonia, ciò può avvenire solo come risultato del “proselitismo” atto a far trasmigrare da una fede professata, ad un’altra, quando si è intimamente convinti che questo nostro credo ci rende irremovibili nel decidere che nella “nostra Religione”, qualsivoglia sia, debba forzosamente essere, la sola, unica, e possibile verità, in maniera fondamentalista, che si cade nell’errore peggiore.
L’Umanità, in quanto fatta di spirito e materia, ha necessità di un Credo, per trovare conforto alla sua consapevolezza di essere la parte debole della Creazione, e che, solo confidando in un Ente Superiore, l’Umanità può affrontare il futuro con più coraggio, in quanto, in ogni credo trova spinta alla “Speranza” di poter vivere una vita migliore.
Togliamo all’Umanità la “Speranza” e l’umanità sarà privata della spinta alla ricerca, alla scoperta, persino alla pratica delle arti, che da sole rappresentano la materiale tangibile prova della spiritualità che sorge ed ha origine dal “pensiero”.
Le religioni, di per se, hanno costituito la summa dei primi codici comportamentali di vita sociale di ogni etnia umana.
In ogni religione, troviamo regole di vita, regole di ritualità, regole di comportamento, da osservare per il buon vivere comune.
Ma ogni religione è stata codificata da personaggi che possiamo definire “Illuminati”, che osservando attentamente nell’ambito del loro habitat, hanno maturata l’intuizione, o meglio, hanno subito l’ispirazione delle cose da fare o da non fare, instaurando regole che consentissero ad ognuno poter vivere senza interferire nella vita degli altri, e senza che altri interferissero nella sua vita solo se avessero osservato, tutti, le regole dettate.

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