Perché il progresso economico, scientifico e tecnologico non ha portato con sé un progresso sociale di pari portata, ma ci ha lasciato un senso di sfiducia e insicurezza sul futuro?
di Carlo Zonato
Mai come in questi anni la società si trova immersa in un profondo senso d’insicurezza e sfiducia. Reduci da due guerre mondiali, il desiderio era di ripartire e ricostruire: l’economia, la tecnologia soprattutto applicata all’area della comunicazione, la scienza e la ricerca hanno contribuito a un progresso senza precedenti. Tuttavia le aspettative del dopoguerra sono state tradite dalla realtà lasciandoci delusi e amareggiati. Non siamo riusciti a costruire una società armoniosa e pacifica per tutti.
Inoltre, se sommiamo la crisi economica, che ha reso evidenti deterioramenti allarmanti dei comportamenti dei singoli e della collettività, cosa possiamo pensare del progresso raggiunto? Chi o che cosa potrà garantire un percorso di ricostruzione verso una società di pace e armonia per tutti, vero obiettivo del progresso umano? di Carlo Zonato
Mai come in questi anni la società si trova immersa in un profondo senso d’insicurezza e sfiducia. Reduci da due guerre mondiali, il desiderio era di ripartire e ricostruire: l’economia, la tecnologia soprattutto applicata all’area della comunicazione, la scienza e la ricerca hanno contribuito a un progresso senza precedenti. Tuttavia le aspettative del dopoguerra sono state tradite dalla realtà lasciandoci delusi e amareggiati. Non siamo riusciti a costruire una società armoniosa e pacifica per tutti.
Questa riflessione ci porta a un’ulteriore domanda: perché il progresso economico, scientifico e tecnologico non ha portato con sé un progresso sociale di pari portata, ma ci ha lasciato un senso di sfiducia e insicurezza sul futuro?
Vorrei esaminare le problematiche legate alla crisi familiare. Personalmente sono d’accordo con chi sostiene che ogni problema nasca nella mente dell’uomo, ma allo stesso tempo anche ogni soluzione. Di conseguenza ogni disarmonia o conflitto proviene da dentro di noi, così come ogni risoluzione.
Pochi giorni fa ho avuto modo di discutere insieme con un amico psicologo che coordina da oltre trenta anni un’unità operativa contro le dipendenze, in particolare, da droghe, alcool e gioco. Al di là delle diverse sfumature di queste problematiche sociali, il nocciolo del problema è sempre lo stesso: determinanti sono i vissuti familiari. Queste interazioni, che formano e rendono più o meno solida la propria struttura psico-emotiva, sono la chiave di volta. Se assumiamo che l’uomo possa essere problema ma anche soluzione dobbiamo costatare che poiché nessuno “nasce imparato”, quest’uomo necessità di un AMBIENTE che lo possa formare in modo completo, armonico, positivo etc. e chi ne ha più ne metta. A me piace sintetizzare dicendo che questa persona ha bisogno di amore autentico; lo definisco così perché credo profondamente che questo sia il bisogno più grande che l’uomo ha: dare e ricevere amore.
Ogni progetto o attività che intraprendiamo, per durare ha bisogno di una visione e di una missione, di obiettivi e di una strategia per perseguirli. Questo vale anche per la vita di ognuno di noi e del nostro insieme. E’ evidente che nell’ambito di una Visione di Armonia e di Pace che l’UPF proclama, è necessario definire e individuare questi aspetti e le procedure attraverso le quali poterli perseguire. Se diciamo che è nostro comune desiderio costruire una dimensione di equilibrio, di armonia e di pace per ognuno di noi e per l’ambiente che ci circonda, dobbiamo individuare quale strategia adottare per raggiungere quest’obiettivo.
Promuovere e tutelare la famiglia è la strategia vincente perché essa è il luogo dove ogni persona può sviluppare la capacità di DARE e RICEVERE AMORE; se il nostro carattere si forma adeguatamente e in modo completo, il nostro apporto alla società potrà essere più costruttivo e positivo e ciò porterà il benessere familiare a un livello sociale.
Non possiamo considerare fallimentare il progetto famiglia solo perché questa istituzione vive una crisi da oltre cinquanta anni. Ciò che non funziona non è la famiglia, ma la qualità delle relazioni che vengono costruite al suo interno.
La sfera familiare, considerata come ambito di vita fondamentale e necessaria per tutti gli uomini, è la “fabbrica dove si produce l’amore” nelle sue diverse sfaccettature che prepara i suoi membri a portarlo all’ambiente sociale di cui fa parte.
Nella sua visione di costruzione della Pace, l’UPF considera la Famiglia come la prima e fondamentale cellula sociale che consente in modo naturale, tramite l’esperienza quotidiana, di formare la propria sfera emotiva e caratteriale nell’ambito dei rapporti e delle relazioni vissute al suo interno. L’esperienza di figlio, di fratello, di coniuge e alla fine di genitore insegna alla persona come interagire in modo armonico e costruttivo con la realtà sociale più ampia.
Non possiamo prescindere da questa esperienza naturale ed essenziale affinché ogni persona possa costruire un carattere maturo ed equilibrato. La famiglia è per questo un valore irrinunciabile di una società sana, forte, equilibrata, ed io aggiungerei, libera, perché responsabile verso il sé e l’insieme.
Ogni anno, a questo proposito, l’UPF celebra la “GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE FAMIGLIE” proclamata dall’ONU per rinnovare e promuovere il valore della famiglia, sia per il singolo individuo sia per la realtà sociale più ampia.
Possiamo pensare che una nuova consapevolezza, capace di garantire un domani pacifico e armonico possa emergere dal mondo della scuola? O dal mondo dello sport? Con tutto il rispetto per queste realtà non è possibile immaginare che maturità di cuore, di emozioni o di carattere possano essere un risultato automatico dell’istruzione scolastica o sportiva.
Il solo luogo dove, in modo naturale ognuno può essere formato quotidianamente a dare e ricevere amore è la famiglia, la “palestra” di allenamento quotidiano del nostro cuore, della nostra personalità e del nostro carattere interiore.
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