Di Franco Previte
Mentre è in itinere l’iter parlamentare del non risolvere niente!, da tempo abbiamo paventato che pare si vada uniformando, anche nel campo della disabilità, il “budget del ricoverato”, vale a dire che superato l’intervento finanziario predisposto dal Servizio Sanitario Nazionale il paziente, tutti i pazienti, in qualsiasi condizione di salute si trovano, vengono dimessi dalla struttura ospedaliera, ancor più grave se agonizzanti, in fase terminale ed in età avanzata, come pare avvenga anche a seguito di uno sciagurato spending review.
Se questo avviene, allora questa è pura eutanasia non mascherata e, se tale, legalmente autorizzata!
Se le politiche contro la natalità, la vita, così come la manipolazione genetica e quel ”budget del ricoverato“ (Petizione da noi inoltrata al Parlamento Italiano che ancora non ci dà una risposta!), senza alcun dubbio allora dobbiamo pensare essere una congiura a livello politico che avverrebbe nelle n/s strutture ospedaliere in nome della libertà, del progresso e dei diritti individuali ed umani che si negano agli altri al fine di permettere l’eliminazione di esseri umani il cui diritto alla vita viene negato.
L’opinione pubblica e noi con essa riteniamo doveroso, essenziale, improcrastinabile che il SSN o meglio il Ministro della Salute si uniformino al dovere di garantire a qualunque persona, specie quella diversamente abile, il diritto alle cure mediche, alla nutrizione ed all’idratazione come predisposto dall’art.25 lettera f della “Convenzione per i diritti delle persone con disabilità”.
Per la eventuale disparità di trattamento questo non è configurabile con la Costituzione Italiana, fra altri, con l’art. 3 che garantisce “pari dignità sociale e di condizioni personali”.
Se le “proposte” di quelle metodologie della (già ratificata) “Convenzione sui diritti delle persone con disabilità” dell’ONU venissero applicate potrebbe subentrare la possibilità che tutti i disabili possono correre il rischio di subire “violenze”, come pare quel “budget del ricoverato”, che, se vero, offende la dignità della persona e nega il diritto alla vita, valutazione che non abbiamo alcun dubbio considerare e con noi l’opinione pubblica essere una forma particolarmente crudele e di abbandono del malato, specie se disabile, agonizzante ed in stato avanzato d’età.
Rivolgo urgentissimo appello ai Signori Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati onde chiarire quanto sopra esposto e che avevo “temuto” e “denunciato” nella n/s Petizioni ancora giacenti nelle competenti Commissioni Parlamentari.
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