18 novembre 2018

IL DIRITTO ALLA PACE – ITALIA PONTE DI PACE PER UNA EUROPA PIU’ FORTE E STABILE

di Maria Gabriella Mieli

Il 21 settembre 2018, Giornata Internazionale della Pace indetta dalle Nazioni Unite, La Universal Peace Federation e la Women’s Federation for World Peace, hanno organizzato alla Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, al Senato, su proposta del Senatore Roberto Rampi, coordinatore di IAPP Italia (Associazione Internazionale dei Parlamentari per la Pace), un convegno dal titolo “Il diritto alla Pace – Italia Ponte di Pace per una Europa più Forte e Stabile”, in occasione del 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Il convegno ha ricevuto il Patrocinio del Senato. Ospiti di varia nazionalità provenienti dal mondo accademico, politico, giudiziario, giornalistico, dell’associazionismo, insieme ad alcuni esponenti di varie fedi hanno partecipato con interesse ai lavori della giornata. L’occhio attento e vigile di Salomone dagli affreschi della sala, con le virtù a lui attribuite, ha fatto da splendido scenario, monito ed incoraggiamento agli interventi che si sono succeduti.
Il mondo politico e il mondo delle fedi si sono incontrati, in occasione della presentazione del nuovo progetto della UPF, la IAPD - Associazione Interreligiosa per la Pace e lo Sviluppo, l’ultima tra le innumerevoli organizzazioni fondate dai coniugi Moon, il Rev. Dottor Sun Myung Moon e la dottoressa Hak Ja Han Moon, per la costruzione e lo stabilirsi di una pace stabile e duratura nel mondo. Importanti messaggi di auguri sono pervenuti dalle istituzioni letti ad apertura dei lavori, tra i quali quelli della Sindaca di Roma Virginia Raggi, dell’Europarlamentare Silvia Costa, che ha ricordato che proprio in questa giornata tra le 18 e le 18.15 tutte le campane civiche e religiose d’Europa avrebbero suonato insieme in occasione dell’anno europeo del patrimonio culturale. Graditissimi i messaggi da parte della dottoressa Alessandra Liquori dell’UNICRI, e del Ministro Plenipotenziario Dottor Fabrizio Petri, Presidente del Comitato Interministeriale Diritti Umani. A tenere a battesimo questo primo evento al Senato 3 dei componenti fondatori di IAPP Italia: il Senatore Roberto Rampi, la già senatrice Albertina Soliani, madrina di IAPP Italia, e l’Onorevole Eleonora Bechis, con la quale si è iniziato il percorso della IAPP due anni fa presso la Camera dei Deputati. Nella sua relazione il Sen. Roberto Rampi ha voluto portare all’attenzione due parole presenti nel titolo del convegno, ovvero diritto e ponte. Pace è lavorare perché tutti abbiano diritto alla pace. Il diritto alla pace è qualcosa di preciso, che si conquista come tutti i diritti e si difende come tutti i diritti. Mentre la parola ponte richiama al destino dell’Italia: un destino geografico per forma e posizione; un destino culturale, una storia di incontri nel tempo, che ha portato all’unità di culture diverse mettendo insieme nord e sud, oriente e occidente. E nel titolo straordinario dato al convegno il Sen. Rampi riconosce anche il ruolo e il lavoro che UPF sta facendo, sia con i Parlamentari, unendoli in una associazione che lavora per la pace, sia con i ministri di culto che inizieranno oggi un nuovo cammino insieme ai parlamentari. Ciò che le culture orientali ci portano rispetto all’idea dell’armonia e dell’incontro è il riconoscimento della funzione della diversità come un elemento chiave dell’armonia e della pace. L’auspicio di Carlo Zonato, presidente UPF Italia è che nel portare avanti con passione il messaggio del cammino della costruzione della pace, il convegno possa portare a tutti spunti di riflessione e qualcosa di significativo che anima il proprio cuore e il proprio carattere. Cristina Alunni in rappresentanza del Comune di Roma per la consigliera alle Pari Opportunità Gemma Guerrini, ha fatto notare ai partecipanti quanto anche l’amministrazione comunale sia attenta e sensibile alle problematiche relative alla costruzione della pace. Nel suo intervento Iniziale, il presidente Zonato ha messo enfasi sul diritto alla pace quale diritto universale per eccellenza. Senza la costruzione sostanziale della pace individuale e sociale nessuno di noi può essere in grado di realizzare appieno il proprio valore, la propria unicità, il proprio talento, in quanto la pace è il potenziale obiettivo insito nel nostro DNA spirituale per arrivare a definire che l’umanità è una famiglia con Dio al centro. Il nostro compito come uomini e donne è di metterci in sintonia con questo obiettivo e saper rispondere liberamente e responsabilmente nell’arco della nostra vita. Il nostro approccio alla pace deve essere interdisciplinare. L’Italia ha una tradizione spirituale millenaria alla base della sua storia che deve essere recuperata e completata attraverso la gestione del bene comune, ovvero la costruzione sostanziale della pace per operare in sinergia affinché tutti noi possiamo fare questa rivoluzione di cuore e di coscienza. Albertina Soliani ha ricordato a tutti la nostra responsabilità nel raccogliere l’eredità di 70 anni fa dei padri e delle madri della Costituente al termine della guerra a metà del 900, ovvero i valori fondamentali dell’umanità: i diritti umani, la dignità della persona, la libertà, l’uguaglianza, la solidarietà, la pace. È una scelta il futuro dell’umanità che viene fatta dalle persone e dalle coscienze. Tornando alla sua esperienza politica Albertina ha parlato del ruolo e della responsabilità che un parlamentare può avere se si identifica esattamente con la società che lo ha eletto, cioè il popolo. La pace ha una dimensione popolare in quanto è il bene più grande che possono avere i popoli e i loro rappresentanti sono i più vicini a questa aspirazione. Un parlamentare è libero di muoversi purché senta questa forza di libertà anche interiore, spirituale, indispensabile in politica, che è il luogo del confronto, della ragione, delle scelte da fare in ogni momento. La visita a sorpresa della già Ministra all’istruzione Valeria Fedeli ha proiettato i presenti nel mondo della scuola e sul fatto che in questo tempo c’è una sottovalutazione della funzione dell’educazione e dell’istruzione per costruire quotidianamente per il futuro le condizioni della pace. C’è una multidisciplinarietà da immettere nel percorso formativo dei ragazzi il cui centro è “l’altro siamo noi”. Un punto decisivo è stato far affrontare all’interno delle scuole anche il tema dell’uso del linguaggio, del dialogo e del confronto con opinioni differenti. Antonio Stango, presidente della FIDU si occupa da molti anni di diritti umani, dal tempo della conferenza di Helsinki per la sicurezza e la cooperazione in Europa del 1975, nata con lo spirito che la pace può essere garantita, la sicurezza può essere ottenuta, la cooperazione può essere vissuta se gli Stati partecipanti rispettano i diritti umani al proprio interno, ed ha quindi sottolineato come il legame tra pace e diritti umani veniva allora affermato con solennità. Ricordando inoltre che proprio a palazzo Giustiniani fu firmata la Costituzione democratica repubblicana italiana, noi ora stiamo vivendo al centro di una storia dinamica, di proposizione e di speranza. Marco Ricceri, segretario Generale di EURISPES ha posto la domanda di come celebrare la giornata della pace oggi e l’anniversario della DIDU ora che siamo entrati nella quarta rivoluzione industriale. Per superare il disorientamento venutosi a creare in tutti i campi è necessario che si recuperi uno spirito di collaborazione fra i vari mondi della scienza, della politica, dell’economia, della società. Senza il recupero di questa collaborazione è difficile progredire, quindi uno dei compiti della politica è sì raccogliere le idee, ma anche proporre una visione, un percorso, un cammino. Necessario avere un’idea del futuro da innescare nel presente. Per difendere la pace dobbiamo costruire le condizioni per un orizzonte condiviso in due modi: usando le piattaforme internazionali e ritornando al principio dell’armonia. Lavorare insieme fra mondo scientifico, politica e mondo economico diventa un passaggio obbligato. La prima parte dei lavori si è conclusa con il contributo del dottor Fadi El Kheir, libanese, che ha ringraziato pubblicamente l’Italia per il contributo che sta dando nei processi di pace, con le forze dell’ordine nei campi profughi libanesi, riconoscendolo come uno dei pochi Stati che può davvero farsi garante e promotore di pace nel mondo. La seconda parte del convegno ha posto enfasi su quanto gli aspetti interiori, spirituali, siano indispensabili per un equilibrio individuale, familiare e sociale che porti alla pace. Giuseppe Calì coordinatore UPF per l’Europa del Sud ha presentato la nuova creatura di UPF, ovvero la IAPD, partendo da una panoramica di iniziative e progetti portati avanti nel mondo per favorire il dialogo, la collaborazione e l’inclusione, mettendosi al servizio degli altri. Cosa può dare in più la IAPD rispetto al dialogo interreligioso? Con una carrellata dai testi sacri delle maggiori confessioni religiose è emerso l’enorme potenziale di mediazione, tolleranza, dialogo e pace alla base dei loro fondamenti. La IAPD nasce per portare vera giustizia, prosperità condivisa e vita sociale volta alla felicità e al benessere. Politica, religione e società civile insieme per risolvere conflitti e divisioni attraverso la formazione di nuove generazioni integre, provviste di visione, spirito di sacrificio e amore per l’umanità. L’appassionato intervento di Raffaella di Marzio, direttrice del centro studi LIREC sulla libertà di religione, credo e coscienza ci ha edotti da una parte sullo stato delle violazioni in materia in diverse parti del mondo, con particolare riguardo all’Europa nel contesto del tema sui diritti umani, ma ha anche posto enfasi su come la religione può essere un fattore positivo per la società, in quanto esiste una connessione diretta e forte tra la libertà religiosa e la pace. Tutte le religioni devono avere la stessa dignità e le stesse opportunità. Qui ci troviamo nell’ambito di una associazione che è anche interreligiosa: per avere impatto sulla realtà c’è un’unica via per portare avanti questi valori. Bene parlare di educazione e scuola, ma c’è la necessità di una nuova generazione di giovani formati a questi valori che entri nella politica, una nuova classe di dirigenti che ci crede davvero. Con Dora Bognandi, responsabile della Federazione delle Donne Evangeliche in Italia il pubblico in sala ha percepito la passione della pace in un profondo contesto spirituale femminile. Nel suo intervento ha detto che se sentiamo la necessità di parlare di pace è perché ne avvertiamo la mancanza. Ci interessa quella che si ottiene con la consapevolezza, l’accettazione leale del diverso da sé, l’ascolto accogliente delle idee altrui, l’accettazione della pluralità delle idee, l’assunzione di responsabilità e l’impegno per ottenerla. La vera pace si ottiene costruendo. I due aspetti che più l’hanno coinvolta nel bisogno della pace sono stati le relazioni tra persone che professano fedi diverse e le relazioni fra uomini e donne. Per affrontare e risolvere queste problematiche è necessario verificare e vegliare. Anche pregare per la pace ha un valore sociale. Elisabetta Nistri, Presidente della Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo Italia ha concluso la serie degli interventi con una toccante relazione centrata sul ruolo delle donne nella costruzione della pace e di come essa si possa diffondere intorno soltanto se è già dentro di noi. Una condizione interiore molto forte che impedisce di vacillare di fronte alle difficoltà. Un diritto fondamentale che per essere reale richiede impegno da parte di tutti e rispetto di regole e doveri. La pace nasce dall’investimento di se stessi per il prossimo donando amore vero. Vivendo questo principio generiamo benessere e prosperità che si moltiplicano nel tempo e nello spazio. Capire il nostro ruolo e il nostro valore con l’unicità delle nostre caratteristiche ci porta alla realizzazione della pace e dell’armonia. Per stare bene e in pace con se stessi è necessario amarsi e noi possiamo generare amore attingendo alla fonte d’amore inesauribile di Dio. Da qui il ruolo fondamentale della donna che può emergere nella società con un cuore di madre che sa prendersi cura del prossimo e del bene comune. Durante la mattinata sono stati anche consegnati i certificati ai nuovi Ambasciatori di Pace che si sono distinti nelle loro attività per una società migliore.

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