Di Franco Previte
Signori della
Politica ci dicano con assoluta franchezza, lealtà e sincerità: troverà posto la riforma,
parola tanta declamata, del bubbone malattia mentale?
Lo scandalo dei “manicomi” prima e la mancata risoluzione di questo
disagio socio-sanitario dopo, costituiscono la vergogna del secolo scorso e la
pacifica continuazione in questo secolo, specie
in questo Anno 2016 decisivo di riforme,
dopo ben 38 anni?
L’art. 1 della
legge n. 36 del 1904 recitava “Debbono essere custodite e curate nei manicomi
le persone affette per qualunque causa da alienazione mentale, quando siano
pericolose a sé od agli altri o riescano di pubblico scandalo e siano e non
possono essere convenientemente custodite e curate fuorché nei manicomi”.
In parole povere
la piccola “riforma 1978”(?), priva del Regolamento d’Applicazione, è
stata gestita in maniera frettolosa con una scarsità di programmazione di
strutture sanitarie e riabilitative in quasi tutte le Regioni, le quali non
sono andate incontro a quelle necessità dovute e per le quali la “riforma”
si era ispirata e dove, anche, il privato ha sostituito il pubblico. (Vedi il
proliferare delle cliniche private convenzionate e società private, tutti
“tuffati nel business del malato di mente”!).
Dunque
l’insanum, il furiosus, il demens, il mentecattus,
il malato mentale che il Codice Zanardelli
affidava al Giudice Civile il trattamento di reo riconosciuto malato mentale,
con il Codice Rocco è stabilito il ricovero in “manicomio criminale” sulla base
del concetto, ancora oggi ritenuto non scientifico della pericolosità sociale
del “soggetto”.
Oggi, nell’anno
di grazia 2016, i 6 Ospedali Psichiatrici Giudiziari sono stati sostituiti (?) da altre “strutture “dette REMS, ma
riteniamo poco confacenti all’infermo (rilievo molto evidenziato nella severa
Relazione al Governo Italiano ed al Parlamento 17 giugno 2005 dall’ex
“Commissario Europeo per i Diritti Umani” dr. Alvaro Gil-Robles Strasburgo 14
dicembre 2005 COMM DH [2005] 9), mentre
sembrano, voci di corridoio, più vicini alla realizzazione di Reparti
psichiatrici dentro le carceri per i circa 1300 detenuti sofferenti di gravi
malattie mentali, senza contare gli Ospedali
Privati convenzionati. Una vera vergogna che sempre insidia e stravolge il
concetto ispiratore della tutela e libertà di cura del malato di mente. (legge n. 180/1978
art.1° comma 5; legge n. 833 art.1°comma 2°).
Nelle
Conclusioni riguardanti il Sistema Psichiatrico in Italia, il dr. Alvaro Gil-Robles,
raccomandò vivamente:
a.) Richiedere il parere di un medico
psichiatra prima di qualsiasi internamento obbligatorio (Trattamento Sanitario
Obbligatorio);
b.) aumentare i posti offerti nelle strutture e negli Ospedali Psichiatrici, in
particolare i malati cronici di lunga durata;
c.) accertarsi che il mantenimento dei malati detenuti negli Ospedali
Psichiatrici Giudiziari non sia legato alla mancanza di posti disponibili
all’esterno.
Per il punto b)
il Commissario Europeo aveva previsto quanto succede con il budget del ricoverato Petizione 2013,
ancora vergognosamente giacenti nelle singole Commissioni Parlamentari. Perché?
Le riflessioni
sui dispositivi legislativi nella funzione e nell’organizzazione dei “manicomi”
sono state diverse, impegnando e coinvolgendo organizzazioni sociali ed Enti
vari, tutti comunque protesi alla salvaguardia dei cittadini per i rischi di
pericolosità di questi “soggetti”, senza contare le conseguenti forti
difficoltà dei “colpiti” ad evadere da quella situazione manicomiale.
Le varie fasi e
le varie leggi di “riforma” fino al 1980 tendono tutte a vietare nuovi ricoveri
con l’intento di modificare quelle modalità di cure ipotizzando la
riconversione delle “strutture” in opportuni trattamenti riabilitativi
d’inserimento sociale e di strutture intermedie ed alternative capaci di
garantire interventi dignitosi per il malato mentale.
Ma tutto è rimasto sulle spalle della famiglia ed una dilagante sofferenza
mentale: circa 900.000 giovani schizofrenici per i quali non ci
sono strutture terapeutiche pubbliche sufficienti, anche
inesistenti salvo il privato, una valanga di turbe psichiche seguite da folli
fatti quasi giornalieri, un proliferare di cliniche private, cronicari spesso e molto simili ai lager
d’infausta memoria scoperti grazie ai NAS dei Carabinieri ed alle Forze
dell’Ordine; circa 10 milioni di sofferenti
psichici dalla depressione alla schizofrenia grave.
Anche se il
superamento della logica manicomiale, (più delle strutture le cui
responsabilità si trovano “fuori quelle mura”) ci trovano consenzienti, i
“malati” visti quali soggetti-persona non possono ritenersi compartecipi di un
processo di trasformazione troppo veloce e, ripeto, senza programmazione per
avere i valori di capacità, di autonomia, di
compartecipazione alla realtà quotidiana.
Mancando le
strutture intermedie ed alternative agli ex-Ospedali
Psichiatrici siano essi normali od ex- Giudiziari in molte Regioni ed i criteri per la
cura, prevenzione e riabilitazione (?) di quanti insistono sul territorio,
malgrado uno scrupoloso “screening” di quanto esiste, ancora oggi 2016 non sono
stati raggiunti quegli auspicati risultati gestionali.
È una sconfitta
delle nostre Istituzioni, TUTTE,
e di coloro che ne devono assumere tutte le responsabilità!
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