12 giugno 2016

Papa Francesco al SG dell’ONU, Ban Ki-moon

Bisogna ascoltare il grido di dolore che proviene dall’uomo anziano e sofferente?

di Franco Previte
Dice Papa Francesco: “Non ci deve essere una famiglia senza casa, nessun rifugiato senza un’accoglienza, nessuna persona senza una dignità, nessun ferito senza cure, nessun bambino senza un’infanzia, nessun giovane senza un futuro, nessun anziano senza una dignitosa vecchiaia”. 
(2 giugno 2016)
A chiederlo è Papa Francesco, nel suo messaggio inviato al Segretario Generale dell’ONU, Ban Ki-moon, in occasione della prima giornata del Summit Umanitario Mondiale, “coordinando le nostre forze e iniziative, rispettando le reciproche competenze ed esperienze, non discriminando, ma piuttosto accogliendo”. 
Questo Summit, per Papa Francesco “è un’occasione per dare una svolta alle vite di milioni di persone che necessitano protezione, cura e assistenza e che cercano un futuro dignitoso”. 
Gli anziani, gli emarginati e le persone sole trovino, anche nelle grandi città, opportunità di incontro e di solidarietà”: è quanto auspica Papa Francesco in un videomessaggio con una meditazione sulla sua intenzione universale di preghiera per il mese di giugno 2016, in quanto “nelle città è frequente l’abbandono degli anziani e infermi. Possiamo ignorarlo? Le nostre città dovrebbero caratterizzarsi soprattutto per la solidarietà, che non consiste unicamente nel dare al bisognoso, ma anche nell’essere responsabili gli uni degli altri e creare una cultura dell’incontro”.
 L’auspicio che il Papa ha voluto rivolgere è quello che da quel Summit possano arrivare risultati che possano “realmente contribuire ad alleviare le sofferenze di questi milioni di persone”, frutti che “possano essere dimostrati attraverso una solidarietà sincera e un vero e profondo rispetto per i diritti e per la dignità di coloro che soffrono a causa dei conflitti, della violenza, della persecuzione e dei disastri naturali”, mentre “Le vittime sono le persone più vulnerabili, chi vive in condizioni “di miseria e di sfruttamento”.
Necessita quindi “un impegno rinnovato per proteggere ogni persona nella sua vita quotidiana e per proteggerne la dignità e i diritti umani, la sicurezza e i bisogni globali ed “Imparando dalle vittime e da coloro che soffrono conclude il Papa saremo in grado di costruire un mondo più umano”.

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