Intanto il femminicidio continua!
di Franco Previte,
Puntualmente con il sopraggiungere della stagione estiva, o semi, si esasperano gli animi e si accentuano i disagi forse originati da fattori stressanti?
Tutto ciò compromette la serenità ed offusca la capacità di valutare in appieno quanto ci succede attorno.
Ma ci si domanda: è la temperatura eccessiva che possa originare dal nulla il “cattivo/a”, oppure indurre alla follia chi è malato?
Areteo di Cappadocia, medico greco ai tempi di Nerone che dopo Ippocrate fu il migliore conoscitore di malati, quasi 2000 anni fa evidenziò il fatto che la malattia mentale esplodeva:
a) Nei mesi primaverili ed estivi come quelli propensi per l’instaurarsi della sintomatologia maniacale;
b) Nei mesi invernali ed autunnali in cui è facile vedere insorgere la sintomatologia depressiva.
Non possiamo disconoscere che i così gravi ed incontrollati “avvenimenti” quasi giornalieri sono episodi che traggono origine da una chiarissima sintesi di instabilità di disagio interno, oppure da un equilibrio “sconcentrato” di tipo psicopatologico. Comunque “fatti” di difficile lettura.
Forse il nostro pensiero non è proprio pertinente, ma non possiamo totalmente dissociarlo dai molteplici e quasi quotidiani, ripeto, “episodi “ che succedono nelle famiglie e nella società.
Una cosa è certa: menti psichicamente disturbate o più precisamente a volte “malate non riconosciute” debbono farci pensare che necessita, anche, l’intervento delle Istituzioni a valutare seriamente questo grave disagio sociale che non va certamente attribuito al caldo estivo anche se si risveglia notevolmente col il mutare delle stagioni. La violenza sulle donne sembra essere un fenomeno inarrestabile.
I numeri parlano chiaro: dall’inizio dell’anno le vittime di femminicidio sono state 32, ben 128 quelle del 2015 e questi sono dati ISTAT che ci informano che sono quasi 7 milioni le donne che, nel corso della loro vita, hanno subito violenza fisica (20%), sessuale (21%), forme più gravi di abusi come stupri e tentativi di stupro (5,4%), l’abuso psicologico, però, tocca indistintamente tutte le donne.
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