“DOPO DI NOI”: si mettano una mano sulla coscienza tutti i politici! Finalmente uno spiraglio.
di Franco Previte
Che cosa accadrà ai figli disabili, quando i genitori non ci saranno più? La risoluzione (forse parziale!) di questa “problematica” potrebbe essere il così detto “dopo di noi”: prioritaria domanda, necessità e urgenza, che richiede una giusta risposta da tempo auspicata, da troppo tempo dalle n/s Petizioni dal 1994, sollecitando il Parlamento a prendere con le dovute cautele questo “suggerimento”! Il budget del ricoverato – Petizione del 2013.
Finalmente, ci informano i mass media, è arrivato il SÌ dell'Aula della Camera dei Deputati, ma con quale provvedimento, (forse una proposta di legge confluita in un Testo Unificato) che prevede misure in materia di assistenza per i disabili senza sostegno familiare? Ora, questo provvedimento, ci “dicono” ancora i mass media passa al Senato.
Da ciò il desiderio e l’auspicio che possano sopravvivere quelle comunità che rispecchiano la famiglia, composta possibilmente da pochi utenti e qui dobbiamo dire un grande grazie per quanto operano da lungo tempo gli Istituti Cattolici tipo Opera don Orione, don Guanella, don Gnocchi ecc., oggi, anch’esse in grave pericolo per la sofferenza finanziaria e per il risparmio pubblico che l’Italia in questo momento deve compiere.
Con un Fondo Pubblico di 90 milioni per quest'anno e i primi 150 milioni nel triennio, le Regioni e tutti i soggetti interessati possono garantire percorsi personalizzati per i disabili gravi, con i possibili sistemi alloggiativi in cui il diversamente abile potrà continuare a vivere ed i genitori resteranno soddisfatti.
È indubbio che la fondamentale istituzione d’assistenza esistente sia la famiglia, la quale resta il fulcro indispensabile, centrale della vita e della società, ma fra tantissimi problemi scottanti, difficili e di maggior rilievo di questi n/s ultimi tempi che affliggono le famiglie, a volte persino paralizzante nel dialogo fra i suoi componenti che crea tensione, è l’incertezza del “dopo”.
Del dopo la morte di colui/ei che sostiene il peso dell’assistenza, soprattutto per non avere ancora una ragionevole certezza e sicurezza sui vari tempi assistenziali che il proprio familiare malato o meno dovrà affrontare quando resterà solo al mondo.
Provvedimenti sono stati assunti per estendere la particolare tutela giurisdizionale, come quelli accordati ai disabili vittime di discriminazioni nel contesto lavorativo comprese quelle situazioni in cui il disabile risulti destinatario di trattamenti discriminatori al di fuori del rapporto di lavoro. Non è molto, ma…!
Per “aiutare” il disabile, la legge n.6 del 9 gennaio 2004 ha introdotto nell’Ordinamento Giuridico Italiano la figura dell’Amministratore di Sostegno, con lo scopo precipuo di sostenere le persone la cui capacità è limitata o totalmente priva di effetti giuridici. Non è molto, ma…!
Tale norma prevedendo che il beneficiario del provvedimento di tutela conservi la capacità di agire per tutti gli atti diversi da quelli che richiedono la rappresentanza esclusiva o l’assistenza necessaria dell’amministratore puntualmente indicati nel decreto di nomina, cerca di rendere la tutela delle persone non in grado di provvedere pienamente a se stesse più flessibile e vicina alle reali esigenze degli interessati, concretizzando un ulteriore passo verso la piena salvaguardia dei diritti dei disabili.
Il definire, poi, sostegni economici alle famiglie che si gravano di assistenza ai pazienti con handicap sia fisico che mentale, l’inserimento lavorativo, il sostegno scolastico ed altro, sono temi che le Istituzioni dovranno affrontare in maniera efficace, decisiva e senza indugio.
La realtà attuale che abbiamo appreso, cioè il “Dopo di noi”, ci lasciano perplessi, molto perplessi e con noi l’opinione pubblica per la reale necessità e la mancata adozione da parte delle Istituzioni che urgentissimamente devono compiere, perché il mondo della sofferenza non gestisce digiuni, provvedimenti per cani e gatti, manifestazioni di piazza, giochetti politici elettorali od “altro”, ma si mettano i politici una mano sulla coscienza, “lascino” un buon e utile ricordo perché l’handicap in genere non ha tempi di attesa!
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