26 settembre 2014

"Rischiamo di perdere un’intera generazione di giovani"

Anche San Marino può avere un ruolo nell'aiutare la risoluzione del conflitto lsraelo-palestinese
 
La cultura della Pace passa attraverso il dialogo e l'incontro


"Rischiamo di perdere un’intera generazione di giovani che a causa della guerra e del conflitto corrono il rischio di crescere pieni di risentimento, dolore e con sentimenti di rabbia e odio".
È questa una delle paure più grandi espressa da Hod Ben Zvi, presidente dell'Upf Israele e facente parte della delegazione israeliana che giovedì si è incontrata con una rappresentanza del Consiglio Grande e Generale e che poi nei prossimi giorni continuerà a incontrare amministratori e politici di diverse città italiane, terminando, lunedì, con il sindaco di Torino Fassino. Della delegazione israeliana fa parte anche il professor Eliezer Glaubach-Gal, presidente del Forum per la Pace e la sicurezza di Gerusalemme ed ex consigliere comunale della capitale israeliana.

A promuovere e seguire gli incontri, Giorgio Gasperoni, presidente della Upf di San Marino e da tempo impegnato in iniziative per la promozione del dialogo e della pace tra Israele e la Palestina.
Nell'incontro della delegazione proveniente dalla Terra Santa con i parlamentari sammarinesi, è stato ricordato da Ben Zvi come "anche un paese piccolo come San Marino - ha infatti dichiarato - possa far sentire la propria voce negli organismi internazionali" e che proprio per la sua storia e tradizione "San Marino debba essere visto come un simbolo di pace e quindi, dal punto di vista morale ha molto da dire".
Successivamente, durante la cena organizzata dall'Upf all'Hotel San Giuseppe di Valdragone, si sono poi affrontati alcuni temi riguardanti l'attuale situazione di conflitto, tra cui una riflessione sul ruolo del muro eretto da Israele attorno ai territori palestinesi.
"Quando c'è un intenso conflitto per un periodo momentaneo - ha spiegato Hod Ben Zvi - separare i contendenti è necessario. II muro ovviamente non è la soluzione, ma una soluzione temporanea per superare quel momento e dovrebbe essere seguito da seri sforzi affinché sia non sia più necessario. Anche perché il muro si può poi rimuovere anche velocemente, ma è ben più difficile togliere la sfiducia che si instaura tra le persone. II muro non va considerato come una causa del problema, ma il risultato di cattive azioni. Ed è evidente che comunque crea delle difficoltà, come ad esempio ai bambini per andare a scuola, ecc.. però ha ridotto e quasi azzerato certi tipi di attacchi".
"Israeliani e palestinesi - ha aggiunto il professor Eliezer Glaubach-Gal - hanno preso spesso pessime decisioni. Oggi la situazione è complessa e gli individui e le stesse comunità sono influenzate da questa situazione di conflitto. Bisogna quindi cercare di capire le pene e le difficoltà di ciascuno per individuare una soluzione".
Soluzione che quindi può nascere solo dal dialogo tra le parti e le popolazioni.
"San Marino e l'Italia - ha ricordato infine Giorgio Gasperoni - possono giocare un importante ruolo in questo ambito, favorendo l'incontro tra palestinesi e israeliani, perché oggi è più difficile che avvenga all'interno degli stessi territori dove è in corso il conflitto. Proprio per questo tra le iniziative che abbiamo sempre sostenuto e che proporremo anche in futuro, c'è quella di ospitare delegazioni con gruppi di giovani sia palestinesi, sia israeliani, evitando così che possano correre il rischio di crescere nel rancore e nella rabbia. Occorre quindi costruire opportunità di incontro, non solo tra giovani, ma anche tra leader donne, ecc... per riprendere la strada del dialogo".
Dopo la tappa sammarinese, la delegazione israeliana ha incontrato venerdì le autorità di Pesaro, e poi ieri quelle di Milano e Monza. Oggi infine tappa a Torino, dove domani si terrà l'incontro con le autorità locali tra cui il sindaco.

di Franco Cavalli
Ripreso da San Marino OGGI.sm

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