Gentile Signor
Direttore,
insistere è
naturale , ma il silenzio delle Istituzioni è sconcertante, specie dopo 34
anni che si escludono i diritti delle persone handicappate.
Non è leale, nel sistema
democratico, specie quando è in gioco il bene comune dei cittadini.
Un cordiale saluto.
Franco Previte
Signor Presidente del Consiglio dei Ministri: mentre la 16° Legislatura sta
per finire può trovare posto una riforma del disagio mentale?
Voci di “corridoio” ed evidenze quasi quotidiane,
prospettano che la 16° Legislatura stia per esalare l’ultimo respiro!
Dobbiamo sempre ricordare che con il 13 maggio 2012
sono trascorsi 34° anni dalla emissione della legge 180 e 833, quelle “leggi”
che hanno chiuso i “manicomi” senza predisporre strutture alternative per la
prevenzione, cura ed inserimento sociale dei sofferenti psichici.
Ancora oggi, giugno 2012, per la carenza di valide
strutture le famiglie attendono una definizione legislativa e sanitaria di
questo “bubbone sociale” che tanto danno apporta alla società.
Costernazione ed indignazione pervadono nella pubblica
opinione per i quasi continui “episodi” in cui sono protagonisti menti
psichicamente malate, specie dove avvengono stupri violenze tra adolescenti
aggressività tra consanguinei dove spesso assistiamo ad innocenti morti,
restiamo sbigottiti per l’assordante silenzio delle Istituzioni, ancor più dal Suo Governo!
Cosa chiedere al Governo in questo presunto fine della 16° Legislatura.
Quanto abbiamo esposto nelle n/s Petizioni n. 5 e 6 al
Senato della Repubblica (Commissione XII° ) e n. 9 alla Camera dei Deputati (Commissione
XII°), per un iter di una legge-quadro
nazionale, che poi ogni singola Regione l’approva a secondo delle situazioni
locali:
1.) rivedere la
legge Basaglia almeno in 4 punti:
a.) con l’introduzione di autorizzazione al trattamento sanitario obbligatorio
anche in assenza del consenso del paziente, almeno in determinate condizioni.
b.) con la realizzazione di strutture territoriali di Riabilitazione di lunga
durata per i casi più difficili da riabilitare, onde evitare che sulle famiglie
gravi un carico insostenibile di disagio, costi e pericoli.
Queste due modifiche, con le dovute garanzie del
rispetto del paziente e dei suoi familiari, non hanno purtroppo trovato
l’attenzione dei Consessi Parlamentari, per cui quel Testo Unificato Burani Procaccini concordato con tutte le parti
politiche si è arenato in Parlamento nel 2005, messo sotto il “calamaio” da
quel Presidente che dice di difendere la Chiesa e la famiglia.
2.) Essere competenza
regionale quella di istituire
Servizi di Riabilitazione territoriali e Servizi di vicinanza che consentono di
rilevare precocemente comportamenti anormali di pazienti noti o di persone
ignote. Purtroppo per la psichiatria si continua ad investire poco, malgrado
l’evidenza che questa è un’area di disagio estremamente critica ed in aumento
legata fra altro alla senescenza in forme miste ancora più complesse.
3.) Inoltre l’aspetto sanitario è solo una parte del
“problema”, in quanto quello sociale è altrettanto se non più importante. Il
definire sostegni economici alle famiglie che si gravano dell’assistenza ai
pazienti con handicap mentale, cioè il Fondo
Dopodinoi che richiediamo fin dal 1998 nelle n/s Petizioni, l’inserimento lavorativo e di
sostegno con mediazione tra Azienda e paziente, il sostegno scolastico ecc.,
sono temi che competono ad altri Ministeri e che non sono mai stati affrontati
in maniera decisiva.
4.) Infine la prevenzione in età scolare dei disturbi del
comportamento e delle psicopatie in Italia non viene fatta, malgrado si sappia
che questa azione preventiva può consentire di affrontare le psicosi (malattie
del sistema nervoso dovute a causa congenite, nascita prematura, difficoltà respiratorie,
lesioni celebrali) e le nevrosi o turbe psichiche non psicotiche (
la facile irritabilità, difficoltà motorie, totale mancanza di fiducia negli
adulti, paura di andare a scuola o di stare insieme ai coetanei ) in
maniera più efficace. Inoltre affrontare in particolare la schizofrenia in modo
migliore e più urgente.
Sarebbe opportuno aprire un Tavolo Tecnico composto da rappresentanti dei vari Ministeri, delle
Regioni e del volontariato, onde fare una proposta condivisa data l’attenzione
massima che, non solo in Italia, è riservata al tema del disagio mentale.
Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, per l’ennesima volta, ce lo
dica con tutta franchezza: trova posto nel quadro delle riforme un
provvedimento legislativo di riforma della legge sulla malattia mentale?
La sola “cosa certa” che resta a questi inermi
concittadini, delle loro famiglie e per la sicurezza di tutti i cittadini, è la
speranza che la sconfitta fin oggi registrata, sia un domani di sincero
rispetto e lucido realismo!
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