22 febbraio 2012

Quale relazione tra lo sviluppo del Carattere e della Carriera?

di Giorgio Gasperoni
(Testo rielaborato dall’Iniziativa dell’Educazione del Carattere della Universal Peace Federation)

Qual è la relazione fra l’educazione per il carattere e l’educazione per la carriera? Come spiega ampiamente l’iniziativa sull’Educazione del carattere dell’UPF, questi due aspetti sono destinati ad avere un rapporto fra loro come la mente e il corpo, con i valori che guidano l’azione. Consideriamo in modo più dettagliato gli elementi che costituiscono un obiettivo educativo veramente equilibrato, che tiene in considerazione lo sviluppo di tutta la persona, spiritualmente e fisicamente, mentalmente ed emotivamente, moralmente e intellettualmente. Qui è importante notare che il concetto di educazione sostenuto dall’UPF non si limita all’istruzione formale o all’apprendimento istituzionalizzato. L’educazione, in particolare l’educazione morale, inizia nei primissimi anni di età e continua per tutta la vita. I sistemi educativi formali dovrebbero rispettare il processo di apprendimento che avviene nell’ambito della famiglia e dura tutta la vita ed armonizzarsi con esso. Questa presentazione intende incoraggiare i genitori, gli insegnanti ed altre persone importanti nella vita di un bambino nel loro ruolo di educatori morali.
Thomas Lickona, un leader del movimento contemporaneo dell’educazione del carattere negli Stati Uniti, ha scritto: “L’educazione ha avuto due grandi scopi: aiutare i giovani a diventare intelligenti e … a diventare buoni”.
Senza dubbio lo scopo dell’educazione è produrre degli esseri umani dignitosi e competenti che possono portare beneficio a loro stessi e agli altri. Possiamo dividere lo scopo dell’educazione in tre aspetti principali: a, l’aspetto individuale – sviluppare un carattere maturo. b. l’aspetto sociale – imparare a costruire rapporti etici e d’amore con gli altri, partendo dalla famiglia. c. l’aspetto professionale – sviluppare le proprie abilità e competenze professionali per diventare un cittadino veramente produttivo.
Il cuore è l’impulso ad amare e a unirsi alla persona amata. È più che un’infatuazione o un’emozione sentimentale. Il cuore è la sorgente dell’amore. Il cuore è l’essenza della persona. È più profondo e più interiore dell’emozione, dell’intelletto e della volontà. Il cuore è la forza motrice centrale della vita umana e di tutte le attività umane. È l’aspetto più fondamentale della nostra natura.
Il Dott. Moon si riferisce al cuore come all’ “impulso irrefrenabile a trovare la gioia amando un oggetto ed essendo uniti alla persona che amiamo”. Cerchiamo di sperimentare la gioia amando ed essendo amati. Quando questo desiderio è soddisfatto, la nostra vita assume un significato profondo.
Potremmo riassumere che il cuore è l’impulso irresistibile a trovare la gioia amando ed essendo amati (perché viviamo). La gioia è lo scopo della vita (per cosa viviamo). L’amore è il modo in cui il cuore può raggiungere il suo scopo (come viviamo). Le norme etiche ci guidano a focalizzare il nostro amore (per chi viviamo).
Il Cuore come Centro del Nostro Essere
L’antico filosofo cinese, Mencio, considerava il centro della moralità come il cuore che si preoccupa degli altri: “Qual è la base dei sentimenti umani naturali per gli altri? Il cuore che prova solidarietà con il dolore. Qual è la base di un impegno alla rettitudine? Il cuore che è respinto dal vizio. Qual è la base del rispetto per le forme sociali e religiose? Il cuore che è disposto a sottomettersi.
E qual è la base per un’educazione liberale? Il cuore che sa distinguere il vero dal falso.
Le persone hanno queste quattro basi come hanno quattro arti del corpo”*.
Mencio fece l’esempio di un bambino che sta per cadere in un pozzo. Un passante non può fare a meno di provare ansietà per la salvezza del bambino e di precipitarsi a salvarlo, indipendentemente se il bambino è un suo parente o no. Questo perché le persone hanno un tipo di cuore che prova dolore quando vede un’altra persona che soffre o è in pericolo.         
Qui stiamo usando il termine “cuore” in un senso particolare, intendendo il centro del nostro essere, il nostro punto di equilibrio e il nostro capo esecutivo:
Il centro significa l’essenza. Vivere con il cuore implica innanzitutto una vita con un profondo contenuto interiore, in contrapposizione ad una vita superficiale. Il cuore è l’essenza della nostra personalità. È quel posto dentro di noi che anima la nostra identità e dà forma alla consapevolezza di chi siamo. La nostra esperienza non si limita a ciò che pensiamo (il nostro intelletto), sentiamo (la nostra emozione) o facciamo (la nostra volontà). Il cuore è la forza olistica che integra il nostro panorama intellettuale ed emotivo. Più profondo dell’emozione, dell’intelletto o della volontà, il cuore è la motivazione più profonda per ogni attività umana. Quando gli impulsi per le cose materiali sopraffanno i desideri fondamentali del nostro cuore, agiamo irresponsabilmente e ingiustamente. Le persone che chiudono il profondo del loro cuore sperimentano confusione e alla fine disperazione.
Il centro si riferisce al punto centrale (come in geometria) o al punto di equilibrio (come in fisica). Il centro di un cerchio è equidistante da ogni punto della circonferenza. Nel movimento circolare attorno a un asse, un oggetto trova equilibrio fra la forza centripeta e la forza centrifuga. Una vita con il cuore significa una vita equilibrata. Noi lottiamo per avere una personalità ben affinata e un’esistenza sferica, senza essere spinti in direzioni estreme. Il cuore maturo ha un senso di equidistanza e di equilibrio. I nobili ideali del giusto pensiero, giusto sentimento e giusta azione si possono realizzare attraverso una vita di cuore.
Il centro è l’agente decisionale e responsabile. Il cuore rappresenta il capo esecutivo della nostra vita. Il cuore trova gioia stando insieme agli altri, lavorando insieme, mangiando insieme e condividendo le esperienze della vita. Tuttavia, se non agiamo in modo responsabile, non possiamo creare rapporti armoniosi con le persone che ci circondano. Perciò, la leadership dovrebbe essere esercitata da coloro che mostrano il cuore più profondo e più equilibrato. Leader eroici come Abraham Lincoln negli Stati Uniti, Wiston Churchill in Gran Bretagna, Charles De Gaulle in Francia, Vaclav Havel nella Repubblica Cieca, Sun Yat Sen in Cina e Nelson Mandela in Sud Africa sono ammirati perché incarnano questo cuore. Hanno cercato di pensare, sentire e agire da maestri, genitori e leader per le loro nazioni.
*Mencio II.A.6.

2 commenti:

  1. molto lieto Sir Giorgio Gasperoni da Max Bil Rimini 1
    concordo nell'ampio spettro del panorama della ricerca condotta e trasportata a noi attraverso il percorso citato dei maestri della società contemporanea mediante questa pagina dei Voices of Peace e dell'attività di UPF.In questo passaggio evolutivo della coscienza dell'uomo contemporaneo dopo le esperienze ripetute sotto i vari profili storici sociali economici, egli ha l'opportunità di interagire in modo diretto e contemporaneo con i caratteri e le caratteristiche delle varie comunità, popolazioni, civiltà in una sorta di condivisione per l'umana necessità di sentirsi vicini di potersi incontrare . Il progressivo annullamento del rapporto tempo - spazio provoca nuove emozioni e sensazioni dalle quali scaturiscono comportamenti prima d'ora non emersi perchè sedati dalle esigenze di carattere primario, esempio il cibo.L'attuale spreco di cibo ed il cattivo uso rende indegno ogni atto compiuto in nome della libertà della dignità e della vita degli esseri umani.Tutte le lotte condotte ed ancora in corso pongono la questione di fondo : la fame come strumento di schiavitù e di tensione sociale per alimentare una necessità alimentare alimentata dalla corsa al consumo dalla quale misurare la capacità di crescita di un popolo di un paese. Ora il cuore esprime una potenzialità ed una personalità dell'essere in quanto entità che esiste , che vive, che consuma, che agisce, che si evolve, che si NUTRE.Da ciò si deduce quanto è importante il nutrimento della persona affinchè il suo cuore possa battere, gioire prima di soffrire, amare prima di amareggiarsi,perchè chi non ha potuto nutrirsi di buon nutrimento ma di quotidiani sgomenti, non saprà ricercare il buono ma distribuirà cio' che non è buono per lui da cui gli scarti ne saranno il risultato.
    quindi un cuore capace deve nascere ed essere nutrito da buon nutrimento e l' Arte Maestra ne rappresenta la sostanza indispensabile.

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    1. Certo Sig. Bilancioni. Con parole diverse abbiamo espresso concetti simili. Il nostro cuore o centro del nostro essere deve essere valorizzato pienamente se vogliamo che la nostra vita acquisti il suo significato più vero.

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